Estratto di un articolo di Gianluca Modolo per "la Repubblica"
Videogiochi bambini cinesi
I videogiochi? «Oppio dello spirito, droghe elettroniche. Nessuno può essere autorizzato a svilupparsi in modo tale da distruggere una generazione». Firmato Economic Information Daily, giornale cinese affiliato all'agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Risultato: Tencent, colosso dell'hi-tech e leader nel mercato dei videogiochi del Dragone, è precipitato in Borsa. Meno 10,57% a Hong Kong. Seguito a ruota dalle altre aziende del settore: NetEase (-15,7%), XD (-21,8%), GMGE (-15,6%).
Videogiochi bambini cinesi 2
Dopo il freno a mano fatto tirare a Didi, la Uber cinese, e dopo la stretta la settimana scorsa sulle società di tutoring che offrono lezioni nel dopo-scuola (simbolo di quella «espansione disordinata del capitale » alla quale il governo ha dichiarato guerra ordinando alle aziende di diventare no-profit, vietando loro la quotazione in Borsa e la raccolta di capitali stranieri), la prossima mossa sarà quella di colpire i giganti dei videogiochi?
La Tencent
A quanto pare sì, a leggere quello che scrive il giornale di Stato. Che se l'è presa proprio con Tencent (senza mai citarla) e con il suo gioco di maggior successo, quell'Honor of Kings capace di attirare 100 milioni di utenti al giorno.
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A poco è servito cancellare l'articolo dal sito e dall'account del giornale sul social WeChat (creatura, tra l'altro, sempre di Tencent): «L'attacco contro il settore non rappresenta la posizione ufficiale di Pechino», ha fatto sapere una fonte al South China Morning Post.
Qualche miglioramento in Borsa, ma ormai il danno era fatto. L'articolo è poi riapparso in serata, editato in alcune parti, e senza più quella parola, "oppio", molto sensibile qui visto che rimanda a quella guerra per il "fango straniero" combattuta contro i britannici e che, persa nel 1842, vide la Cina costretta a cedere Hong Kong alla corona inglese.
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