Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta
«Al governo abbiamo un problema di competenze. Nella storia degli aiuti russi o cinesi, non vedo tanto un problema di cedimenti geopolitici, anche perché suppongo siano stati informati i nostri alleati. Ma un grave problema di competenze. Mi spiego meglio». Michele Geraci è l’uomo che per il governo italiano Conte-Salvini, il Conte1, ha trattato la Via della Seta.
MICHELE GERACI
E’ un consulente di grandi banche d’affari, professore in università cinesi e esperto di Cina, fu indicato al governo della Lega, Salvini e Giorgetti, ma è anche l’uomo i cui post cinesi venivano sistematicamente ospitati sul blog di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, e che poi è stato il numero due di Di Maio al ministero dello sviluppo: quello incaricato del commercio estero e, nel commercio estero, della cosa più importante: il dossier Cina. Abbiamo pensato di fare questa intervista con lui parlando della crisi del Coronavirus, della Russia, della Cina. Posti e leadership che lui ha conosciuto bene.
iacoboni
Esistono timori che Conte si sia mosso con Putin all’interno di una logica geopolitica personalistica, accettando troppo facilmente la presenza in Italia di militari russi, compresi alcuni anche dal passato controverso, per esempio impegnati nella difesa di Bashar Assad sul dossier delle armi chimiche. Lei che ne pensa?
michele geraci matteo salvini
«La parte geopolitica, importantissima, va sempre tenuta ben a mente, ma non mischierei le cose. Invece, credo esista, al governo, un grosso problema di competenze. Io li conosco molti membri dell’esecutivo. Conosco il premier Conte, e conosco Di Maio, e diversi altri ministri. Non c'è nulla di cui debbano vergognarsi, ma non hanno mai avuto grossa esperienza gestionali di situazioni di crisi.
MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Il ministro Speranza non è un esperto di salute. Conte, credo un bravo avvocato, non credo abbia mai gestito organizzazioni complesse. Lo stesso Gualtieri, è un laureato in storia. Di Maio è una bravissima persona, e impara in fretta, ma vede, io c'ero alla cena italo-russa di giugno a Palazzo Madama».
Ecco, sì, ci parli di quella cena: quella delle foto a sorrisi spiegati di Conte, Salvini e Putin. Che successe?
giuseppe conte roberto gualtieri mes
«Beh, ricordo di aver avuto più opportunità di Conte di interagire con Putin su temi di contenuti, come i vantaggi e svantaggi dei trattati commerciali e analisi di vari modelli economici. Il problema è che Putin, Lavrov, è gente che è lì da vent'anni, e naturalmente, il tempo aiuta a diventare esperti. Da noi, i frequenti cambiamenti di governo non consentono alla nostra leadership di sviluppare le competenze necessarie.
I RUSSI A BERGAMO
C'è una crisi enorme sanitaria ed economica in mano a persone che non possono avere l'esperienza e le conoscenze per gestirla. Conte e gli altri fanno quello che possono, tra mille pressioni e stress, non li invidio, ma qui servono ceo di calibro».
Ma questa scarsa cognizione non può diventare pericolosa? Per fare solo un esempio, quello degli NBC, i laboratori per la disinfezione nucleare, chimica e batteriologica, mandati dai russi a Bergamo: l'Italia ha questi laboratori anti-batteriologici, ne possiede due, perché non usare quelli dell'esercito italiano, e perché non usarli un mese fa, e far fare invece questo lavoro ai russi, e senza conoscere esattamente gli agenti anti-batteriologici che stanno usando? Il pericolo può essere anche preterintenzionale, non trova?
«Una buona domanda che dovrebbe fare al governo».
Gliel’abbiamo fatta.
MICHELE GERACI
«Non conosco gli NBC, non è il mio campo, ma quanto al governo, di sicuro esiste una scarsa contezza delle cose, e ciò può creare problemi. Forse c'è anche poca attenzione. Ho visto poca gente fare analisi, avere visione, fare un piano strategico. Pochi si mettono a pensare e studiare.
Per la verità non si faceva tanto neanche col governo precedente, quello in cui c'ero anch'io, il Conte1. E la scarsa competenza può portare a fare errori, anche in buona fede, più che motivati da una consapevole volontà di affiliazione geopolitica».
Cosa servirebbe?
I RUSSI A BERGAMO
«Io auspico un governo tecnico che affianchi i leader politici eletti, con dentro persone di capacità. Conte probabilmente ha fatto certe scelte magari perché alcune cose proprio non erano ben note, magari questa cosa dei NBC dell'esercito italiano nessuno gliel'ha detta.Per dirgliene una che invece so, quando io ero al ministero, avevamo mille persone al commercio estero, ma credo solo pochissime che sapessero fare analisi di impatto su un foglio Excel».
La Cina aiuta in modo molto più discreto. Però loro hanno dato l'allarme molto tardi sul Coronavirus, non trova?
michele geraci giorgio napolitano mario monti
«C'è stato sicuramente un ritardo della Cina. Io penso che se hanno cercato di coprire, è perché forse non avevano compreso la gravità della cosa, c'è stata cioè una sottovalutazione del pericolo, ma non credo all'ipotesi che l'abbiano fatto dolosamente, sarebbero stati ingenui, perché la crisi sarebbe comunque scoppiata ancora più grave dopo, e loro tendono a pianificare e calcolare gli effetti delle loro scelte.
Credo che l’errore di valutazione sia stato commesso dai governatori locali dell’Hubei, che infatti sono stati sostituiti, più che da errori del governo centrale. Fatto sta che al 31 dicembre hanno avvertito l’OMS, e a quel punto noi sapevamo e avevamo gli elementi per agire. Da lì c'è stato un ritardo molto più grave, quello del governo italiano, nel prendere misure tempestive.
il generale kikot insieme a militari russi e italiani
Quando è arrivato il medico vicecapo della Croce rossa cinese, nella famosa conferenza stampa con il presidente della Lombardia Fontana, a un certo punto ha usato un’espressione colorita di grande sorpresa, cosa che non credo sia stata notata nelle traduzioni italiane, quando ha visto tutta quella gente nel metrò di Milano, che io, liberamente interpreto, per rendere bene il senso, con un’espressione siciliana "ma voi che m... state facendo?!?».
medici cinesi a padova
Certo però la relazione con Pechino pone molti altri problemi da altri punti di vista: la loro grande attenzione alla penetrazione tecnologica, penso al caso Huawei, il sistema politico autoritario, col quale secondo molti quell'azienda è collegata, e insomma, anche la Cina suscita preoccupazioni fortissime, solleva un problema di sicurezza nazionale, non trova?
michele geraci giuseppe conte giorgetti aquilanti
«Per quel che conosco delle Cina, credo che ai cinesi non importi assolutamente di cambiare l'Italia, o egemonizzarla. Tanto meno di esportare i loro modello politico, sanno benissimo che i modelli politici si usano a casa propria, non si esportano. Vogliono più che altro farsi capire, cosa che spesso non succede».
thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma
Thomas Miao, il ceo di Huawei Italia, inaugura gli eventi di Casaleggio sull’innovazione. Non c'è un grave conflitto d'interessi, anche geopolitico, visto che Casaleggio di fatto controlla la vita del primo partito in Parlamento?
medici cinesi felici a wuhan LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO
«Non ho mai avuto il piacere di conoscere Davide Casaleggio. Ma penso sia anche normale che tutti i ceo di aziende straniere in Italia frequentino eventi di aziende di consulenze, suppongo facciano un lavoro di immagine. Sulla sicurezza nazionale dobbiamo attenerci ai fatti e alle analisi.
Per esempio, sul 5G vediamo se si trovano delle backdoors, dei problemi, e se sì, si prenderanno le giuste misure, abbiamo gli strumenti per fare le analisi, se ne parla già da due anni. Anche perché la nostra golden power, tra le più forti in Europa, esisteva già con il precedente governo, e questo governo l'ha solo rafforzata. Direi che Conte qui abbia abbastanza pochi margini di manovra.
michele geraci sottosegretario allo sviluppo economico
Cerchiamo di non essere ideologici, prendiamo dalla Cina, ma anche da tutti i paesi del mondo, quello che possono avere di buono, senza dover importare quello che non ci piace, come in un ristorante, mangiamo quel che decidiamo noi, ma dobbiamo prima ben studiare, analizzare. È questo l’approccio che è carente adesso in Italia: si tende a dare risposte ancor prima di studiare i problemi».