Alberto Simoni per “La Stampa”
IAN BREMMER
La situazione in cui si trova Putin è imbarazzante, i suoi piani si stanno infrangendo contro molti ostacoli; la mobilitazione di 300 mila uomini è complicata, non ci sono armamenti né il tempo per addestrare le reclute; e ora l'esplosione del ponte di Kerch taglia la supply chain russa e mostra tutta la vulnerabilità di Mosca. Ecco perché, in questa situazione disperata, dice Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, «sul breve termine il rischio di un'escalation è probabile».
A che livello?
esplosione ponte kerch crimea
«Putin è all'angolo, può ricorrere ad azioni ibride e trasformare sempre più il conflitto ucraino in una guerra calda che coinvolga la Nato".
Biden parla di Armageddon possibile, l'attacco sul ponte di Kerch avvicina il ricorso al nucleare?
«Nello scenario estremo, peggiore, non è da escludere. Non credo siamo sulla soglia dell'Apocalisse ma è sicuramente un momento incredibilmente pericoloso ed effettivamente ha ragione Biden quando riporta la mente al 1962 e ai missili sovietici piazzati a Cuba».
PUTIN BIDEN
Gli ucraini non hanno rivendicato apertamente l'azione in Crimea, così come non hanno confermato il loro ruolo nell'attentato a Dugin in cui è morta la figlia. Quale impatto queste azioni possono avere nel conflitto e nei rapporti fra Kiev e Usa?
«Non credo ci saranno conseguenze. Le informazioni uscite negli ultimi giorni dicono che ci sono i servizi ucraini dietro l'assassino di Darya Dugina sono credibili.
il ponte di kerch distrutto dopo l esplosione
L'obiettivo era Dugin, teorico del nazionalismo russo che voleva l'Ucraina spazzata via dalla carta geografica e per questo Kiev lo percepiva come un nemico. Con l'attacco hanno dimostrato di essere in grado di colpire all'interno della Russia.
La realtà è che gli ucraini sono visti come la parte lesa, i "buoni" nel conflitto con i russi "cattivi" e invasori. Quindi non credo che il blitz contro Dugin e altri simili possano recare un danno alla causa di Kiev».
attentato darya dugina
L'Europa dibatte di energia e di sanzioni; l'America ha attinto per la ventiduesima volta agli arsenali per inviare armi a Kiev. Entrambe le sponde dell'Atlantico hanno mostrato compattezza interna nel sostegno all'Ucraina. Resisterà questo fronte dinanzi alla crisi?
«I Ventisette Paesi Ue hanno votato compatti le sanzioni, altri round ne arriveranno. Hanno aperto le porte della Unione a Ucraina e Moldova. Quella ucraina è una guerra europea e c'è la convinzione di doverla combattere con i mezzi a disposizione. Che sono anche il rifugio che molte famiglie europee hanno dato ai profughi ucraini.
Non credo che ci siano molti europei che sentano sia arrivata la fine dei dividendi della pace e la Russia è vista come chi sta mettendo a soqquadro la casa comune. L'incognita è l'America».
esplosione ponte kerch crimea 2
Perché nutre perplessità? Il dossier ucraina è quello dove i punteggi di popolarità di Biden sono più alti
«Sono preoccupato per le divisioni perché gli Usa sono molto più lontani dal conflitto. E così si vedono i post di Elon Musk la cui influenza qui è più importante che altrove; Donald Trump jr ha chiesto di fermare gli aiuti all'Ucraina per rispondere ai danni dell'uragano Ian; esponenti di Maga non si sono mai espressi pubblicamente a sostegno di Kiev.
E se Elon Musk prende Twitter e riporta Trump nel social, immediatamente l'ex presidente diventerebbe il più attivo e problematico sostenitore di un accordo di pace a qualunque costo con la Russia. E questo dividerebbe gli Stati Uniti minando la posizione oggi compatta che sta tenendo di sostegno di Zelensky».
L'Opec+ ha tagliato la produzione di barili di greggio. I sauditi preferiscono schierarsi con i russi piuttosto che con l'America?
«Mosca e Riad fanno parte di un cartello che ha come obiettivo quello di guadagnare dalla vendita del greggio. Nell'Opec+ sono i maggiori produttori, ma questa strategia non li rende amici, li rende partner poiché gli interessi si allineano. Mosca ha bisogno degli introiti del greggio ora più che mai. Ai sauditi avere un prezzo al barile leggermente sopra gli 80 dollari va bene».
BIDEN E BIN SALMAN
È stato uno schiaffo a Biden da parte di Mohammed Bin Salman?
«Biden non voleva andarci a Gedda per via di quanto detto su Bin Salman in campagna elettorale e per via della sua politica contro gli autoritarismi. Ma alla fine è voltato sin lì, si è seduto al tavolo con MBS mostrando rispetto per i sauditi e per il Consiglio del Golfo discutendo di cose concrete e costruttive. Biden crede nelle relazioni interpersonali, nella diplomazia diretta. È chiaro che è rimasto deluso e quanto accaduto all'Opec+ inciderà sulla sua personale visione e approccio verso il regno saudita».
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