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ANDREA SCAGLIA per Libero Quotidiano
Mi guardo allo specchio e scuoto la testa sconsolato: «Lascia stare, tu non sapresti nemmeno da dove partire...». Argomento della (momentanea) autoflagellazione: sempre più spesso anche gli uomini ricorrono ai ritocchini per modificare il proprio aspetto. Per esser più belli - o perlomeno illudersi di diventare tali. Una novità?
Mica tanto. E però la questione è tornata a essere argomento di discussione per via di un' intervista rilasciata da tal Antonio Spagnolo, chirurgo estetico evidentemente di fama, al settimanale "Chi". Sollecitato sul punto, il mago dello zigomo siliconato ha commentato gli interventi a cui pare si sia sottoposto Andrea Iannone, campione di motociclismo nonché fidanzato (ex? attuale? a fasi alterne? non si capisce) della sempre sull' onda Belen. L' esperto ha però bocciato senza appello la boccuccia carnosa che il centauro si sarebbe regalato: «Il ritocco alle labbra di Iannone è imbarazzante, l' uomo al massimo può ritoccarsi il naso o le orecchie \. E poi un motociclista dev' essere virile».
Maschiaccio d' uno Spagnolo...
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In effetti, questa faccenda del ricorso di Iannone alla chirurgia estetica era già venuta fuori. A parte il fatto che confrontando le sue immagini di qualche anno fa con quelle attuali la differenza si percepisce evidente, e poi sui rotocalchi c' era chi lo accusava d' aver ceduto alle pressioni della fotografatissima fidanzata. Lui stesso aveva risposto piccato: «Ma secondo voi sono così scemo?». Raccontando poi di un vecchio infortunio, della frattura del setto nasale, della necessità di operarsi per migliorare la respirazione. Ci sta. Così come può anche darsi che, nel tempo, gli sia un po' scappato il bisturi.
E dunque? Inutile in quest' occasione avventurarsi in ragionamenti magari fondati e però oltremodo seriosi: il mito della giovinezza apparente come strumento di successo e accettazione sociale, il luogo comune che collega la vecchiaia all' inutilità e questa all' attesa della morte, e l' angoscia che ne deriva.
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La modifica del proprio aspetto come esigenza di uniformarsi a canoni estetici che però sono inevitabilmente transitori - «liquidi», direbbe Bauman - un po' come quelle signore che, quand' era in voga la donna maggiorata, si sono attrezzate con seni da record, e ora pagano per ridurselo.
E dunque, a parte il fatto che a chi scrive occorrerebbero svariati milioni di euro anche solo per tamponare una situazione ormai insostenibile, a un osservatore - come dire - disinteressato vien da esclamare: «Libertà di ritocco anche per i maschi!». Senza però che diventi una malattia, un disturbo psicopatologico, tipo quelli che modificano il proprio aspetto per somigliare a un bambolotto. Ma lì si entra nella psichiatria, roba più seria.
D' altronde è la società dell' esibizione, questa. Dell' immagine presentata come summa finale della propria personalità. Superficiale?
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Certo che sì, a suo modo persino tragico: è chiaro che rincorrere un' esteriorità il più possibile perfetta, desiderio destinato a restare deluso, implica un profondo senso di inadeguatezza. Ma è questa l' essenza stessa di tutti gli status symbol, e tale è diventata anche l' ostentazione del ritocco.
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Pure Fabrizio Corona - guarda caso anch' egli ex fidanzato di Belen, e per qualcuno emblema di un moderno concetto di virilità - ammette senza complessi di fare regolarmente ricorso alla medicina estetica. Non è neanche più un' eccezione: secondo i dati diffusi dalla Federazione Italiana Medicina Estetica, in un anno i pazienti maschi sono cresciuti del 15-20 per cento.
Dunque, lasciate stare Iannone e i suoi labbroni nuovi, peraltro pare che negli ultimi tempi abbia pure ripreso ad andar forte. Dal canto nostro, confessiamo: noialtri facciamo di necessità virtù e restiamo di quelli che preferiscono raccontarsi con rughe e canappie allegate. Ma ognuno sia libero di ritoccarsi come crede. Basta che, con gli altri, tenga le mani a posto.
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