Da gazzetta.it
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L'avventura con il Milan, la nostalgia della Svezia e l'esperienza coronavirus. Di questo, ma non solo, ha parlato Zlatan Ibrahimovic in una lunga intervista a 7, il settimanale del Corriere della Sera.
Convinto come sempre di sé e di conseguenza della sua squadra, Ibra - al momento fermo per l'infortunio a un polpaccio - sulle chance scudetto del Milan ha detto: "Deve avere il coraggio di sognarlo. E io dico che possiamo e vogliamo fare ancora di più. Adesso dobbiamo cominciare bene il 2021 e pensare partita per partita, come se fosse l’ultima. Dobbiamo avere fame: tutti i giorni, ogni momento".
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Zlatan è un punto di riferimento per tutto il gruppo: "Se impazzisco quando un compagno sbaglia un passaggio? Ma sì, sempre, anche in allenamento. Il problema è chi non si arrabbia. E se faccio un errore io? Io non sbaglio mai. Il talento serve se lo coltivi. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Ci vuole sacrificio. Cosa sono i 90 minuti della partita? Niente, se non ti sei allenato tutti i giorni e tantissime ore. Più mi alleno e più sto bene. Lo dico a me stesso e agli altri: non mollare mai. Lo spiego in un altro modo: se non ti arrendi, vinci". E vincere è da sempre l’obiettivo di Ibra, che per questa stagione non si pone limiti:
Sul suo futuro dice: "Fino a quando giocherò? Me lo chiedono tutti, la risposta è sempre la stessa: andrò avanti finché riuscirò a fare quanto faccio adesso. Giocare la Champions? A chi non piacerebbe... se posso restare, lo faccio".
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La famiglia è rimasta in Svezia e lui ammette: "Mi manca. Tantissimo. Ma proprio tantissimo. Sono allo stremo, non ne posso più. Vorrei stare con mia moglie e con i miei figli Maximilian e Vincent, che hanno 14 e 13 anni e vivono in Svezia. Andare a trovarli? Ci ho provato, ma Pioli mi ha risposto che non mi posso muovere e che ho famiglia anche a Milanello: dice che lì ho 2 ragazzi ma qui ne ho 25 e hanno bisogno di me".
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IL COVID — Infine il racconto della sua esperienza con il Covid: "Ovvio che mi sia preoccupato. Quando all’inizio mi è capitato, ero abbastanza tranquillo, quasi incuriosito, vabbè, voglio vedere cos'è questo Covid. Ha colpito tutto il mondo, una grande tragedia, adesso è arrivato da me. Ero a casa ad aspettare, vediamo cosa succede. Mal di testa, non fortissimo ma fastidioso, una cosa tosta. Ho anche perso un po’ il gusto. E stavo lì tutto il tempo, a casa, incazzato, non potevo uscire, non mi potevo allenare bene. Stare fermo è terribile. A un certo punto parlavo con la casa e davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale. Ti fissi e ti immagini tutti i mali addosso, anche quelli che non hai. Una sofferenza per quello che senti e per quello che pensi di sentire. Questo virus è terribile e non va sfidato. Distanze e mascherine, sempre".
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