Alessia Biancalana per http://www.huffingtonpost.it
CARTONE LSD
Il protagonista di questa storia si chiama Ken. Ha 25 anni e attualmente, dopo aver conseguito un master alla Stanford University, lavora in una start-up tecnologica a San Francisco, in quella Silicon Valley famosa in tutto il mondo per essere il cuore dell’innovazione “made in Usa”.
ALBERT EINSTEIN jpeg
È là, a Cupertino, nell’estremità meridionale della Baia di San Francisco, che si erge fiera e maestosa la Apple fondata da Steve Jobs. Ken si occupa un po’ di tutto: progettazione e realizzazione di hardware e software, del settore vendite e dello sviluppo del business. Di recente Ken ha scoperto un nuovo modo per migliorare la sua creatività e produttività. E non si tratta di cinque ore di meditazione o dell’ultima moda New Age.
polvere di lsd
Ken, per essere sempre in forma ed avere quel pizzico di euforia in più sufficiente per farsi venire in mente idee sempre nuove, assume microquantità di Lsd. Se, infatti, una dose normale di acido lisergico è pari a 10 microgrammi o tra 0, 2 e o,5 grammi di funghi allucinogeni, Ken ne assume circa un decimo.
JIM MORRISON
Giusto quanto basta “per sentire un po’ d’energia in più, stimolare le idee, le intuizioni, ma senza cadere in un vero trip mentale”, come spiega Rick Doblin dell’associazione multidisciplinare di studi sulla psichedelia. Insomma: l’obiettivo è aprire quelle porte della percezione invocate da Jim Morrison e teorizzate da Aldous Huxley mantenendo però il controllo di se stessi.
albert hoffman
La storia di Ken è vera, nonostante il suo protagonista non si chiami realmente Ken. Perché Ken è un nome di fantasia. Il suo racconto fa parte di un’inchiesta condotta da Andrew Leonard per la rivista Rolling Stone. La storia di Ken è oltremodo interessante perché sono molte le storie, le vite, nella Silicon Valley che richiamano da vicino la storia, la vita e anche la scelta di Ken.
APPLE IPAD
Così, scorrendo l’articolo, si scopre che sono tantissimi e in costante aumento i professionisti della Silicon Valley che, nel tempo libero e occasionalmente anche in ufficio, assumono una dose minima di acido. Un’abitudine che rischia, se non è già successo, di diventare un rito quotidiano del tutto normale, come se questi professionisti, anziché prendere una droga dalla pericolosa capacità di deflagrazione mentale, bevessero un banale caffè o al più un integratore energetico.
james fadiman
Secondo lo psicologo James Fadiman, autore del libro “La guida dell’esploratore psichedelico”, l’identikit tipico del consumatore di microdosi di acido corrisponde proprio a quello di Ken: un professionista di circa 25 anni di età, impiegato in un’azienda tecnologica, spinto ad avvicinarsi a questo tipo di droga per capire se piccole quantità possano essere sufficienti per aumentare la creatività e, insieme, per risolvere problemi tecnici che insorgono ogni giorno sul lavoro.
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Fadiman sostiene che questa nuova modalità di assunzione di microdosi di droghe psichedeliche sia preferibile, addirittura la definisce “un’alternativa estremamente sana”, rispetto all’Adderall, un composto di sali di anfetamina molto diffuso tra i programmatori. Sempre stando a quanto suggerito dallo psicologo, per ottenere risultati ottimali i professionisti dovrebbero assumere una micro quantità di Lsd ogni quattro giorno, al mattino, per poi dedicarsi alle normali attività quotidiane.
LSD E ALLUCINOGENI
Di tutt’altro parere è invece Matt Johnson, psicologo presso la Johns Hopkins University di Baltimora. Lo studioso mette, infatti, in guardia sui potenziali rischi nel lungo periodo legato all’assunzione di microdosi di droghe psichedeliche. Tuttavia Ken non sembra avere la minima intenzione di porre fine all’uso di sostanze stupefacenti: “Il microdosaggio mi ha aiutato nel creare nuovi progetti e nell’esplorare inediti modi di pensare”.
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“Sareste tutti sorpresi – ha aggiunto – nel sapere quante sono le persone che la pensano come me e si comportano allo stesso modo. È pazzesco, davvero impressionante”. E chissà se lo stupore può venir meno se si pensa che è stata propria San Francisco, negli anni Sessanta, la patria di quella generazione psichedelica che con il suo fermento culturale e musicale attrasse a sé tanti giovani in cerca di sensazioni diverse e alterate.
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In cerca di zone inesplorate della coscienza e di una visione del mondo che Lsd e i funghi allucinogeni sembravano assicurare a chiunque a buon mercato, ignorandone però la pericolosità e le possibili conseguenze. Pericolosità e conseguenze che invece oggi sono note a tutti.
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