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Sandra Riccio per ''La Stampa''
Stanno prendendo il posto dei «Compro oro». Finita l’ondata dei collier e delle spille d’oro da rivendere al banco dei preziosi, ora è la volta dei gioielli della tecnologia. All’usato adesso arrivano iPhone, telefonini Samsung di ogni tipo, tablet, computer portatili e persino la tecnologia da salotto come i televisori Lcd. Gli italiani hanno scoperto di avere un tesoretto in casa (o in tasca) e, sempre più spesso, lo usano per convertirlo in denaro, per le spese di emergenza, per pagarsi un mese di mutuo o magari per saldare la fattura del dentista.
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Fino a qualche anno fa separarsi dal proprio televisore sarebbe stato impensabile. Ora invece è diventato molto più semplice “monetizzare” anche l’elettrodomestico di casa. Non a caso i negozi che ci fanno affari spuntano ad ogni angolo, soprattutto nelle grandi città. Hanno nomi come MisterCash, CashSubito, DigiCash o Space Cash. Molte volte, nei loro locali, inglobano anche il riacquisto di oro usato, tanto per raggiungere tutta la clientela possibile. Il fenomeno è solo agli inizi.
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Le aperture dei «second hand» sono in crescita in tutta Italia e in netta controtendenza rispetto al sofferente settore del commercio. Nel primo trimestre di quest’anno, dicono i numeri della Camera di commercio di Milano, c’è stata una crescita del 3,1% solo sul capoluogo Lombardo. A livello nazionale l’aumento è poco più dell’1%. I dati non tengono però conto dei tanti negozietti, spuntati qua e là, che fanno rivendita e riparazioni di elettronica e che molte volte sotto banco comprano e vendono l’usato.
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Non è solo la crisi ad alimentare questo nuovo commercio. Il nuovo fenomeno è partito anche grazie alla grande diffusione degli smartphone e dei tablet, oggetti desideratissimi e molto «liquidi». In pratica bastano pochi minuti per trasformarli in denaro sonante. A patto però che abbiano meno di quattro anni di vita. La moderna tecnologia si svaluta velocemente e il suo valore crolla a zero in fretta. E’ quel che ci spiega un grande rivenditore nel centro di Milano. «L’iPhone - ci dice - è il primo oggetto che viene messo in vendita nel caso di una spesa imprevista in famiglia». E’ ovvio che chi vende deve presentarsi con un oggetto in buono stato, accompagnato dalla garanzia (se c’è ancora).
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Ma quanto si riesce a racimolare in questi moderni mercatini delle pulci? Per capirlo, siamo andati sul campo a cercare di vendere il nostro smartphone. Va detto che i prezzi variano a seconda dello store. A Milano un iPhone 5S (16 giga) ci è stato valutato anche 350 euro (circa 200 euro in meno rispetto al prezzo del nuovo in un grande negozio dell’elettronica).
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Il tablet invece ci è stato prezzato dai 150 ai 200 euro mentre con una tv Lcd (40 pollici) saremmo riusciti a racimolare un centinaio di euro, appena. «Per gli smartphone e i tablet più diffusi offriamo di più perché hanno più mercato e quindi anche noi facciamo incassi migliori» ci dice un rivenditore. Non siamo gli unici clienti del suo store in quel momento. Nello spazio del suo negozio che ha dedicato alla valutazione dell’usato c’è la fila, nonostante abbia ben tre postazioni attive.
compro oro
Il vero guadagno sta più che altro nella possibilità di ottenere in pochi minuti il denaro. Le tariffe sono, infatti, più basse di un 20% circa rispetto a quel che si riuscirebbe a ottenere vendendo a un privato. Ma con tempi più lunghi e maggior fatica.
C’è da dire che questi negozi stanno diventando un piccolo canale commerciale parallelo al tradizionale store di elettronica. Con un grande vantaggio: offrono la possibilità di comprarsi il gadget di ultima generazione a un prezzo notevolmente più basso di quello di mercato (dal 30 al 50% in meno). Così anche chi, per motivi di portafoglio, non può più fare l’acquisto nel negozio tradizionale, avrà comunque la possibilità di essere sempre al passo con la tecnologia.