ignazio la russa
1 - CARO DIRETTORE IO VOGLIO UNIRE L'INTERA NAZIONE
Lettera di Ignazio La Russa a “La Stampa”
Caro direttore, se riterrà di pubblicare questa mia lettera dovrà accettare che io consideri una toppa peggiore del buco le sue parole con cui cerca di giustificare un titolo in prima pagina che volutamente falsifica totalmente il senso della mia intervista concessa al suo giornale solo per rispetto verso Paolo Colonnello che conosco e apprezzo da quando ero giovane avvocato e lui cronista giudiziario.
Lei sa leggere bene e non può fingere di non capire che ho detto chiaramente non solo di rispettare la ricorrenza ma anche, quando ho avuto un alto ruolo istituzionale, di averla onorata deponendo, con atto non dovuto, fiori al Monumento dei partigiani nel cimitero di Milano.
MASSIMO GIANNINI
Additare invece il carattere divisivo di diversi cortei del 25 aprile (ricorda come fu trattato il padre partigiano di Letizia Moratti, l'accoglienza riservata alla Brigata ebraica, i fischi a molti antifascisti non comunisti?) significa che è forte in me il desiderio di una pacifica celebrazione di tutti per la libertà riconquistata nel 1945.
Stia sereno, non organizzerò cortei alternativi anche perché, come ho già dimostrato, si può celebrare meglio e bene la ricorrenza. Mi auguro che lei (che ne sono certo non è mai stato ad esempio a Redipuglia dove il 4 novembre sarò in veste istituzionale ) non faccia orecchie da mercante.
prima pagina la stampa 30 ottobre 2022
Forse in cuor suo si è reso conto che la mia intervista non meritava quel titolo e che, le piaccia o meno, il mio sforzo è teso a superare divisioni molto spesso strumentali e a fare quanto in mio potere per contribuire a riunire la Nazione attorno a valori comuni e ad una storia condivisa. Io me lo auguro.
2 - CARO PRESIDENTE ADESSO BUTTI VIA IL BUSTO DEL DUCE
Massimo Giannini per “La Stampa”
Caro Presidente, accetto volentieri la sua lettera, ma non le sue rimostranze sul titolo dell'intervista. Insisto: noi non abbiamo "fuorviato" niente. Alla domanda "celebrerà il 25 aprile?" lei risponde "Dipende. Certo non sfilerò nei cortei per come si svolgono oggi". Giudichino i lettori se il titolo "Non celebrerò questo 25 aprile" manipola il suo pensiero. E poi mi consenta: già il fatto che la seconda carica dello Stato a quella domanda replichi "Dipende", apre (o conferma?) scenari inquietanti per me e per chiunque abbia a cuore la Repubblica nata dalla Resistenza e fondata sulla libertà e l'uguaglianza.
A parte questo, trovo ancora più "divisivo" il Suo distinguo, basato su singoli episodi di intolleranza verificatisi in passato: certo, odiosi e inaccettabili, ma del tutto marginali rispetto al valore della celebrazione. A chi ha sbagliato non si risponde sbagliando più forte. Lei, il Suo partito, le vostre tre destre, siete ormai al governo. Avete il dovere politico, etico e civico di chiudere le ferite della nostra e della vostra Storia.
il virgolettato esatto di la russa sul 25 aprile la stampa
Quanto a me - benché mi sfugga il nesso - a Redipuglia sono stato due volte, sempre scioccato dall'immane tragedia della Prima Guerra Mondiale. A maggior ragione non mi spiego perché Lei, che al Sacrario andrà il 4 novembre, tiene in casa quel busto del Duce, che il 10 giugno 1940 scaraventò l'Italia nell'abisso della Seconda, unendosi a Hitler. Dopo aver soppresso diritti, assassinato dissidenti, varato leggi razziali. Butti via quel busto, Presidente. Fatelo insieme, Lei e Giorgia Meloni. Allora sì che contribuirete a riunire il Paese. Pardon, la "Nazione".
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