enzo amendola ministro per gli affari europei foto di bacco
Carlo Bertini per “la Stampa”
Giuseppe Conte prova a smussare gli angoli con i Paesi «frugali» e parla al telefono con il premier olandese Mark Rutte, perché la partita ora è portare a casa un accordo sul Recovery fund. Per questo mercoledì manderà Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, di fronte al Parlamento olandese a spiegare il negoziato. Il 15 luglio poi Conte si presenterà alle Camere, e in quell'occasione chiederà un voto per ricevere un mandato parlamentare per andare al Consiglio europeo del 17-18. Ma quel voto non sarà sul Mes, anzi la questione del prestito a tassi agevolati per le spese sanitarie, che spacca i grillini e mette a rischio il governo, non verrà menzionata nella mozione che la maggioranza presenterà a Camera e Senato.
Gualtieri Conte
E questo perché «il 15 luglio serve un mandato al governo per chiudere un accordo a Bruxelles sul bilancio pluriennale e sul Recovery fund, il tema Mes non è all'ordine del giorno», spiega un ministro. Sarà questo il perimetro indicato nella mozione di maggioranza e sarà l'assenza del Mes dal dibattito a Bruxelles tra capi di Stato l'argomento che il governo userà per respingere le mozioni che proveranno a metterlo all'angolo con un sì o no al prestito.
conte di maio
Il premier così riuscirà ad evitare un redde rationem che potrebbe mettere a rischio il suo governo, tanto più che la carne al fuoco si sta accumulando. Specie dopo l'ultima richiesta, fatta ieri da Luigi Di Maio, di procedere con una riforma fiscale di cui si discute da un anno. Altro tema foriero di tensioni col Pd. Pur rilanciando i benefici in busta paga da luglio grazie al taglio del cuneo fiscale voluto dal Pd, il ministro degli Esteri alza l'asticella: «Il prossimo passo dovrà essere un'ambiziosa riforma fiscale che dovrà interessare tutti, il tema delle tasse va affrontato con coraggio. È l'unica strada per sostenere famiglie, lavoratori e imprenditori».
salvini meloni
Ovvio che Di Maio ha anche tutto l'interesse a spingersi avanti per coprire il caos del suo Movimento, che potrebbe far crollare l'esecutivo. Tanto più stando alle voci allarmate di chi, nel governo, sa per certo che Salvini ha avviato una campagna acquisti al Senato in piena regola. Puntando alla spallata entro luglio per arrivare al voto in settembre, intenzione ribadita ieri ospite da Lucia Annunziata.
Per questo a palazzo Chigi si sono attrezzati per respingere gli agguati. «La nostra linea - dicono - è chiudere un accordo sul Recovery fund e subito dopo, una volta fatto di conto e vedendo quale sia il reale fabbisogno, decidere quali strumenti attivare». In quel contesto, si presume non prima di settembre, i capi delegazione di maggioranza valuteranno se chiedere o no il Mes per le spese sanitarie.
consultazioni emma bonino
Se si opterà per chiederlo, ci vorrà un altro voto per uno scostamento di bilancio, poiché il Mes produce debito. «Quindi non può certo bastare un voto su una risoluzione», spiegano dal governo. Ma il voto in Senato del 15 luglio, malgrado il governo conti di avere 170 voti anche dopo le fuoriuscite dei grillini, sarà una prova del nove: +Europa presenterà una risoluzione a firma Bonino, che «impegna il governo ad avanzare richiesta di accesso alla linea di credito Mes per finanziare la modernizzazione del sistema sanitario».