meloni biden
DAGOREPORT
La Meloni che domani atterrerà a Washington per il summit della Nato – dal 9 all’11 luglio 2024 – sarà una Giorgia molto diversa dall’abituale Ducetta. Intanto si ritroverà davanti a un Biden talmente nel pallone (entro il fine settimana conoscerà il suo fatal destino) che di far il nonno picchiatello, mollando bacetti sulla testona bionda del premier italiano, sarà il suo pensiero più lontano.
A seguire, la Melona dovrà ingoiare il rospo ridiventato principe, Emmanuel Macron. Ringalluzzito dall’inattesa resurrezione del suo partito, sicuro di trovare una quadra con Mélenchon e Glucksmann del Fronte Popolare attraverso la mediazione di Hollande, il presidente francese sarà domani ancor più spavaldo nei confronti del “camaleonte” italiano finito nel cul de sac dell’irrilevanza politica europea.
giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 2
In vista del voto segreto del 18 luglio per la sua rielezioni alla presidenza della Commissione europea, la scaltra Ursula von der Leyen ha infatti contratto una ottima polizza assicurativa contro i franchi tiratori, che si annidano numerosi nei Ppe, col Partito Verde Europeo (Pve) che conta 53 parlamentari.
Se Ursula, vincolata dall’accordo della triade del Consiglio Europeo che la supporta (popolari-socialisti-liberali), nel suo discorso programmatico al nuovo parlamento europeo non dirà nemmeno mezza parola per raccattare i voti dei Verdi, a loro volta i Verdi, che non sono scemi, dimenticheranno la fissa del detestatissimo Green Deal e non chiederanno niente a Ursula, che si ritroverà però con i 54 voti salva-vita. Poi, una volta fatta la festa, verrà gabbato il Santo.
ROBERTO VANNACCI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI
A quel punto, dal famoso “pacchetto” (Mes, Patto di Stabilità, Pnrr) alla Camaleonte della Garbatella è stato rifilato un cocente “pacco”. Adesso, i voti dei Camerati d’Italia te li puoi mettere in quel posto, insieme a al tuo impresentabile vicepremier, Matteo Salvini. Che, tanto per farle saltare gli ultimi otoliti, ha issato il generale Vannacci tra i vice del Patrioti di Orban.
Il 18 luglio scenderà il sipario sulle ambizioni sbagliate della miracolata del Colle Oppio, issata a Palazzo Chigi del tutto a digiuno della cultura del potere, che ha curato la sua fragilità politica con overdose di arroganza ("Qui comando io!").
Se la formula del Marchese del Grillo riesce in qualche a funzionare a Roma, perché non provarci con Bruxelles? Essì, nella sua inadeguatezza, la poverina pensava così di poter prender per culo gente che da decenni mangia potere e affetta Meloni. Così, il 18 luglio, la volpe della Garbatella finirà in qualche pellicceria di Bruxelles.