(di Paolo Viarengo) (ANSA) - ASTI, 02 MAG - Aggredito a bastonate e con una catena. Ucciso per un banale litigio. Manneh Nafugi, 18 anni, era arrivato dal Gambia e aveva richiesto asilo, come rifugiato, nel nostro Paese, ma è morto in un letto d'ospedale, mai risvegliato dal coma in cui era finito dopo essere stato picchiato selvaggiamente, martedì 30 aprile, in una piazza di Canelli, una cittadina di diecimila abitanti in provincia di Asti. Uno dei suoi presunti assassini è anche lui un migrante, un 34enne di origini pakistane.
MANNEH NAFUGI
Secondo i carabinieri non solo faceva parte del gruppo di aggressori formato da non più di cinque persone, ma sarebbe stato lui a colpirlo al volto con una catena, di quelle utilizzate per legare le biciclette. Un altro pakistano è indagato per ora a piede libero. Sono le circa le 18 di martedì quando nel centro di Canelli, considerata la patria dello spumante italiano, in piazza Carlo Gancia, Manneh, che si trovava con altri suoi connazionali, incrocia il gruppo degli asiatici.
Davanti agli occhi dei passanti scoppia una violenta rissa. Prima vola qualche insulto, poi alcune spinte, infine, in un crescendo di violenza spuntano i bastoni e la catena. Manneh Nafugi cerca di difendersi con tutte le forze, ma viene sopraffatto dal numero di aggressori e dai colpi ricevuti. Crolla a terra, privo di sensi. Mentre i suoi aggressori fuggono, il diciottenne viene subito soccorso e trasportato all'ospedale di Alessandria, dove è morto questa mattina.
"Ci hanno seguiti, ci urlavano: 'Adesso vi abbiamo trovato. Poi gridavano nella loro lingua - ha raccontato uno degli amici della vittima presente durante l'aggressione - Poi è arrivato quel ragazzo pakistano a bordo di una bici. Erano in tre, abbiamo cercato di separarli. Ma un certo punto il pakistano ha preso la catena, 'Ti ammazzo' ha detto. Abbiamo cercato di togliere dalle mani quella catena, ma non ci siamo riusciti". Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso tutta la scena.
CATENA
Gli inquirenti le acquisiscono dal circuito video del Comune quando ancora Manneh è in vita e quando si indaga per lesioni gravi e non per omicidio. Sono importanti per ricostruire, insieme alle testimonianze di chi era in piazza per una passeggiata o per l'aperitivo, l'intera tragedia. Viene identificato e fermato il 34enne, che ora si trova nel carcere di Quarto d'Asti, dove gli è stato notificato il cambio di reato di cui è accusato. Un suo connazionale 24enne è stato denunciato per rissa aggravata.
Tutti gli stranieri coinvolti nella rissa vivono insieme, ospiti nel Centro di accoglienza straordinaria di Cassinasco, sulle colline che fanno da cornice a Canelli. Secondo gli investigatori la rissa ha origini proprio dal Cas, all'interno del quale c'erano già stati di litigi tra la vittima e il gruppo di pakistani. Dissapori nati, a quanto si apprende, alcuni giorni fa e riguardanti la gestione della cucina del centro di accoglienza. I militari dell'Arma stanno eseguendo ulteriori approfondimenti, interrogando gli altri ospiti.