Mirko Polisano per “il Messaggero”
DELITTO OSTIA Moustaf Gaabr Mohamed Salem
Avevano infastidito la ragazza sbagliata, la nipote appena 15enne di uno dei pezzi da novanta del clan Spada. Il padre medita la vendetta e accoltella due egiziani davanti alla stazione di Ostia. Uno dei due, di 19 anni, muore dopo quasi 24 ore di agonia. Una storia di coltelli e sangue nella Capitale, in un posto centrale come la fermata del trenino. Non era la prima volta che accadeva: la giovane, importunata per la seconda volta in pochi giorni, ha così chiamato il padre anche lui un pregiudicato di Ostia, classe 1980 con precedenti per droga. Il 39enne medita la spedizione punitiva e si presenta accompagnato da un complice.
IL «COMMANDO» I due insieme a un ecuadoregno di 36 anni, fidanzato della 15enne importunata, hanno aggredito e ucciso Moustafà Gaabr Mohamed Salem, il 19enne egiziano, mentre l' altro ferito ha riportato lievi lesioni e non è in pericolo di vita. Ne è nata una maxi rissa davanti ai passanti attoniti e sotto choc. A combattersi, i due egiziani insieme ad altri quattro connazionali arrivati in loro aiuto e i tre del «commando» di Ostia Nuova. Uno degli assalitori tira fuori un cacciavite e colpisce all' addome sia il 19enne nordafricano che il suo amico.
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Moustafà si accascia a terra in una pozza di sangue. Sviene, va in arresto cardiaco. I due italiani e l' ecuadoregno si danno alla fuga. Al termine di un' indagine veloce ma complicata, i carabinieri del Gruppo Ostia arrivano a loro grazie a un' attività investigativa partita dai racconti di chi ha assistito alla scena. «Ho visto una macchina fuggire in quella direzione - dice agli uomini del 112 un testimone - erano in tre e hanno ridotto così questi due giovani». I carabinieri ricostruiscono la dinamica ripercorrendo passo dopo passo gli spostamenti del «commando» che, secondo gli inquirenti, è arrivato sul posto per uccidere. Grazie alla foto scattata dal cellulare di un passante, i carabinieri di Ostia sono risaliti alla targa dell' auto in fuga verso Ponente.
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Il proprietario è il papà della 15enne, figlio di un altro pregiudicato che fa parte della manovalanza del clan Spada, della cosiddetta «batteria delle rapine», compiendo per conto dei boss dell' organizzazione criminale rapine ed estorsioni. Quando i carabinieri del Gruppo Ostia si sono presentati in piazza Gasparri, il feudo di Ostia dove comandano i clan Spada e Fasciani, gli assassini di Moustafà Gaabr Salem, avevano ancora le mani sporche di sangue.
LE INDAGINI Un' aggressione, poi sfociata in un delitto, maturata nel contesto di piazza Gasparri, dove le cose si risolvono grazie al coltello facile. L' uomo viene rintracciato dagli investigatori ma davanti al loro non dice nulla. I militari sono dei caterpillar e proseguono sulla loro strada. Attraverso i social, l' attenzione degli inquirenti è attirata da una foto.
Uno scatto ritrae il padre della 15enne con un altro pregiudicato di piazza Gasparri, detto lo «zio». Un «veterano» della mala: a meno di 30 anni è stato arrestato per aver rubato prosciutti e salami da una norcineria di Ostia. A 40 anni tenta il salto di qualità mettendosi a spacciare. I carabinieri di Ostia hanno chiuso le indagini, arrestando tutti i responsabili: sette persone sono finite in manette. Si tratta dei quattro egiziani che hanno preso parte alla maxi rissa e dei tre italiani del «commando» che ora dovranno rispondere di omicidio.
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