napoleone
Giuseppe Scaraffia per “il Messaggero”
In questi giorni, l' attenzione dei media si concentra sulle movimentate vicende del produttore hollywoodiano Harvey Weinstein e su quelle di Kevin Spacey. Ma, a prescindere dalle implicazioni di natura etica e criminale, non è facile ricevere un no.
Quando era imperatore, Napoleone, essendo molto occupato, riceveva la sera le dame che gli erano sembrate più attraenti. Le guardava distrattamente mentre si spogliavano, senza alzarsi dal tavolo da lavoro. Poi, se non erano di suo gradimento, le invitava a rivestirsi. Ma, durante l' esilio all' Elba, bastò che una dama del suo seguito si rifiutasse, per farlo infuriare. La sorella Paolina Borghese dovette intercedere in suo favore, spiegando alla riottosa che, se Napoleone l' avesse chiesto a lei non avrebbe esitato un momento a cedergli.
VERGOGNA In un albergo svizzero, a Grindelwald, il giovane Tolstoj non riusciva ad addormentarsi pensando alle avvenenti cameriere.
Uscito dalla camera scherzò con una delle più graziose, che però gli sfuggì. Poi, gli sembrò che un' altra lo chiamasse, così entrò nella sua stanza. Quando la donna cominciò a urlare, tutti si affacciarono sulla soglia e lo fissarono con astio, facendolo sprofondare nella vergogna.
d'annunzio tamara de lempicka
Il dodicenne Georges Simenon fu violentato tra i cespugli da una precoce quindicenne. Appena il ragazzo tentava di liberarsi, lei gli mordeva a sangue le labbra. Georges si sentiva girare la testa. «È tutto troppo violento, e se dura ancora un attimo, lui impazzirà». Quando tutto fu finito, lui scoppiò a piangere. Tanti anni dopo, in età adulta, si vantò di avere amato diecimila donne.
Cameriere e collaboratrici possono tramutarsi in prede. Il grande amico di Karl Marx, Friedrich Engels, accusato di avere violentato una cameriera, non pensò minimamente a scusarsi, anzi replicò sfacciatamente: «La rabbia di quella donna nei miei confronti è amore non corrisposto».
dannunzio al mare
Quando Romain Gary in mutande, senza smettere di mangiare una carota cruda nella cucina del consolato francese, chiese alla futura segretaria, Odette, chi fosse, lei aveva risposto sconcertata: «Sono la segretaria del console generale». «Ah bene! E io sono il console generale». Gary le dettava le lettere dalla vasca da bagno e la sedusse sbrigativamente, rincorrendola intorno al tavolo: «Odette, si sbrighi, non ho tempo di flirtare, devo tornare al lavoro».
Gabriele d' Annunzio, abituato a trionfare sulle donne, insidiò pervicacemente la sua collega Colette a Roma. Però, una volta chiarito che la scrittrice non era disponibile, diventò «la più deliziosa delle compagnie». Ma fu molto diverso nell' ultima fase della sua vita con la pittrice Tamara de Lempicka. Al primo incontro il Vate la coprì di doni, ma lei accettò solo delle calze di seta. Seguirono dieci giorni di schermaglie e concessioni parziali. Però, dopo averlo coperto di impronte di rossetto, Tamara lo respinse con la scusa di temere la sifilide. Quando il poeta disorientato tentò l' ultima carta, spogliandosi davanti a lei, si voltò disgustata. «Lei non è altro che una perfetta cocotte e non una signora» reagì l' altro, indignato.
Il drammaturgo Frank Wedekind rimase folgorato, come tanti prima di lui, da Lou von Salomé. Conversarono talmente a lungo e con tanto ardore, che il commediografo, convinto assertore della libertà sessuale, la invitò in camera sua. Salomè lo seguì con la massima naturalezza, salvo poi sottrarsi immancabilmente agli assalti del libertino.
Tutto finì con la massima urbanità quando la mattina dopo Lou si trovò davanti un rispettoso Wedekind pronto a scusarsi con un imponente mazzo di fiori.
dannunzio al mare
LOU LA RITROSA Non era stato il primo a subire quella sorte. Anche Friedrich Nietzsche restava a parlare nella camera di Lou fino a tarda notte. Le aveva confessato: «Ho così di rado questa gioia e adesso ne godo come un bambino». Per poi riprendersi, in un attimo di lucidità: «Non devo vivere troppo vicino a Lei». Quando la speranza di vederla cedere scomparve, Nietzsche furibondo si scatenò contro quella «scimmietta magra, sporca e nauseabonda, con quel seno inesistente e quell' atrofia sessuale».
Ma quella del rifiuto non è soltanto un' esperienza maschile. L' irresistibile Gala, che aveva sedotto schiere di artisti, dal primo marito Paul Eluard all' ultimo, Salvador Dalì, passò una giornata in auto, a New York, con un giovanotto. «Dove andiamo adesso?», continuava a chiedergli la donna. Così finirono in una sala da tè dove Gala intrecciò le sue celebri gambe a quelle dell' altro. Al momento di separarsi la donna aveva azzardato: «Di sicuro Dalì sta dormendo, perché non vieni in albergo con me?». A quel punto l' accompagnatore impaurito si alzò avviandosi verso la porta, mentre Gala gli gridava: «Sei una merda, un mostro!».
D ANNUNZIO
CHIACCHIERONE Un' altra seduttrice, Simone de Beauvoir, fu respinta da Albert Camus che era tutt' altro che un santo. «Un giorno - raccontò lo scrittore - è venuta nel mio ufficio a dirmi che una sua amica sarebbe voluta venire a letto con me. Ho risposto che in materia avevo l' abitudine di fare le mie scelte da solo». Poi spiegò a un amico: «Pensa quello che può raccontare a letto dopo!
Spaventoso, una chiacchierona, una saccentona integrale, insopportabile!».
Ma c' è anche chi non si fa fermare da un no. Solo molti anni dopo si è saputo che il giovane George Orwell aveva tentato di stuprare una ragazza che corteggiava. Jacintha Buddicom, che ha scritto un libro di memorie sulla giovinezza dello scrittore, smentendo l' immagine miserabile che emerge dai suoi romanzi, non l' aveva mai confessato. Ma il ritrovamento di una sua lettera ha fatto trapelare che, durante una passeggiata in campagna, Orwell si era avventato su di lei, malgrado le sue grida. La ragazza si era salvata lottando, ricavandone alcune ecchimosi e la gonna strappata.
George Orwell
Meno sorprendente della tentata violenza di Orwell è quella perpetrata dal prepotente Arthur Koestler su una scrittrice femminista moglie di un amico, Jill Craigie. Dopo avere bevuto generosamente in un pub, la riaccompagnò a casa dove si buttò su di lei. La prese per i capelli, poi la spinse a terra sbattendole la testa contro il pavimento. Anche in questo caso la vittima riuscì a sfuggire. Quando però tornò a casa lo trovò che l' attendeva, così questa volta Koestler riuscì nel suo scopo.
Una settimana dopo lo stupratore pranzò tranquillamente con Jill e suo marito. Ma allora denunciare una celebrità come Koestler era impensabile.
SIMENON