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    SE I CAPIGRUPPO NON CAMBIANO LE CARTE IN TAVOLA, LA DISCUSSIONE SULLA LEGGE ELETTORALE PARTIRÀ IL 29 GENNAIO: SARÀ LA PRIMA PROVA DEL FUOCO PER RENZI (OCCHIO AI FRANCHI TIRATORI)


     
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    Ugo Magri per ‘La Stampa'

    Con qualche ora di ritardo (anzi con qualche anno), il testo di riforma elettorale è approdato in Commissione affari costituzionali della Camera. I partiti avranno tempo fino a domani per suggerire modifiche. Sospesi i lavori durante il weekend onde consentire a Sel di tenere il congresso.

    VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO ENRICO LETTA EFFETTO LEPRE PER RENZIVIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO ENRICO LETTA EFFETTO LEPRE PER RENZI

    Lunedì e martedì rush finale dei commissari, all'occorrenza in seduta notturna. E se la conferenza dei capigruppo stamane non cambierà le carte in tavola, mercoledì 29 inizierà la discussione in Aula seguita dal voto. A scrutinio segreto, con i «franchi tiratori» in agguato. Sarà la prima prova del fuoco per Renzi, che può uscirne trionfatore o, come complottano i suoi avversari, con le ossa rotte.

    Il testo si è fatto attendere fino a sera perché nel Pd si sono accorti dell'esistenza di un «baco» potenzialmente in grado di inficiare il congegno matematico messo a punto dal professor D'Alimonte (è lui che consiglia Renzi). Riguarda, pare, la distribuzione dei seggi in Parlamento e il timore che possa essere decisa non dalle segreterie dei partiti, tantomeno dagli elettori, bensì dalla dea bendata, col rischio di trasformare il voto in una riffa imprevedibile. Frenetici contatti per venire a capo del problema. Mille altre questioni tecniche sono spuntate fuori all'ultimo momento, cosicché erano le 20 quando il relatore Sisto (Fi) ha depositato il testo.

    VIGNETTA VINCINO SUL CORRIERE RENZI RIUSC A FAR LITIGARE TUTTIVIGNETTA VINCINO SUL CORRIERE RENZI RIUSC A FAR LITIGARE TUTTI

    Non contiene sorprese rispetto all'impianto concordato sabato da Berlusconi e da Renzi. Manca la clausola «salva-Lega», quella che dovrebbe consentire ai padani di entrare in Parlamento perfino nel caso in cui non scavalcassero il 5 per cento. La postilla non è stata inserita in quanto altri partiti a rischio di sbarramento, in particolare il Nuovo centrodestra, hanno piantato una grana al grido di «come mai loro sì e noi no?».

    GRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEMEGRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME

    Però il «salva-Lega» verrà riproposto in Aula al momento opportuno e sotto forma di emendamento. Tanto è vero che dal Carroccio nessuno ha protestato, anzi il segretario Salvini orgogliosamente proclama che la Lega non ha bisogno di ricevere «aiutini». Gli alfaniani, in apparenza soddisfatti, hanno sottoscritto il testo base insieme con Pd e Forza Italia. Sulla carta, una vasta maggioranza a prova di scrutinio segreto.

    VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONIVIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI

    Giochi fatti, dunque? Non proprio. Perché a sostenere la riforma con piglio garibaldino sono soltanto berlusconiani e renziani. Altrove è tutto un fiorire di obiezioni. Tra i democratici è in subbuglio la minoranza interna, che alla Camera comanda nei numeri. Renzi l'altra sera ha riunito i deputati Pd nell'intento di domare la fronda. Per riuscirci ha scaricato su Berlusconi la responsabilità di certe scelte, tipo il no alle preferenze. Il bersaniano D'Attorre ci vede un varco, per cui tornerà alla carica per introdurle col plauso di Alfano nonché dei centristi di varia estrazione.

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    «Non se ne parla proprio», avverte da destra la Santanché. Brunetta, capogruppo «azzurro», ricorda al Pd che i patti vanno rispettati, gli accordi non sono «à la carte». E se crolla un caposaldo della riforma salta tutto l'impianto, non se ne fa più nulla. In fondo, al Cavaliere va bene pure il mozzicone di legge lasciato in vita dalla Consulta: un proporzionale puro, che piace anche ai grillini. Il referendum on-line tenuto ieri lo ha visto vittorioso sul maggioritario con 20mila voti contro 12mila.

    BRUNETTA E BERLUSCONIBRUNETTA E BERLUSCONI

     

     

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