Francesco Olivo per “la Stampa”
italia in europa
Un paradosso e molte ansie attanagliano gli europei chiamati al voto. Una di queste è che possa essere l' ultima volta, o quasi. Il supporto e la fiducia verso le istituzioni comunitarie è mediamente alto (più che nei propri Stati di appartenenza), ma altrettanto forte è la sensazione che il progetto europeo possa disgregarsi nel giro di poco. Il sondaggio del Council on Foreign relations, effettuato da YouGov, mostra una realtà che smentisce stereotipi, ma che indica le insidie presenti e future del progetto europeo.
I dati sono molti, chiari o contraddittori, ma quello che emerge è una paura crescente e la sensazione che i conflitti dei nostri giorni (i gilet gialli è l'esempio classico) possano degenerare. Chi ha a cuore il destino comune del continente farebbe bene a prendere nota.
LA DOMANDA SECCA
I ricercatori del think tank europeo hanno posto una domanda secca a migliaia di cittadini di 14 Paesi: «Lei pensa che l'Unione europea possa disintegrarsi nel giro di 10-20 anni?». Le risposte hanno sorpreso gli analisti: «È uno scenario realistico», ha sentenziato più della metà degli intervistati. Non si tratta di un auspicio, ma al contrario di una preoccupazione, sottolineano i sondaggisti. I numeri sono espliciti: la paura della fine dell'Unione coinvolge il 57% degli italiani, la metà dei tedeschi e addirittura il 58% dei francesi. Segno dei tempi: i meno ottimisti sono i giovani.
europa vista dall italia
Viste le risposte allarmate i ricercatori si sono spinti più in là, ipotizzando scenari drammatici: «E' realistico immaginare una guerra tra Stati membri dell' Unione europea?». I sì sono scesi, e ci mancherebbe, ma non così tanto. Un italiano su 5 pensa che possa succedere, cifra che sale nel caso di Francia e Polonia, dove un terzo dei cittadini teme un conflitto. Guerra a parte, con un'Ue dissolta i cittadini temono conseguenze negative per il commercio (38%); la libertà di viaggiare (37%) e di poter vivere e lavorare all' estero (35%). Solo l'8 per cento crede che non ci sia molto da perdere.
Dato interessante per i partiti che gli elettori: gli europei sono spaventati soprattutto da tre temi: il nazionalismo crescente, i cambiamenti climatici e l' incertezza dell' economia. Quest' ultimo punto, ovviamente, è il più urgente: il 44% degli europei arriva a fine mese con difficoltà e non riesce a mettere soldi da parte.
«Ci sono pochi giorni per risolvere il paradosso nel cuore del progetto europeo - spiega Mark Leonard, direttore dell' European Council on Foreign relations -: il sostegno alle istituzioni è ai livelli più alti dal 1983, ma allo stesso tempo la maggioranza degli elettori teme che tutto possa disgregarsi. La sfida per i partiti europeisti è utilizzare queste preoccupazioni per mobilitare una maggioranza silenziosa, evitando che siano solo i movimenti antisistema a dire la loro sulle elezioni».