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    FOREVER (NEIL) YOUNG! - IL 72ENNE ROCKER CANADESE DIVENTA ATTORE IN “PARADOX”, UN FILM SULLE LOTTE AMBIENTALISTE PRODOTTO DA NETFLIX: “SPERO CHE IN ITALIA CONTINUERETE A NON ADOTTARE COLTIVAZIONI OGM. È UNO DEI MOTIVI PER CUI IL VOSTRO CIBO È COSÌ BUONO - FACEBOOK E GOOGLE, CON UN ALGORITMO, PROVANO A DECIDERE COSA FARAI NEL FUTURO RIDUCENDO COSÌ LE ALTERNATIVE. CI SPINGONO A RIPETERCI ALL' INFINITO”


     
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    Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”

     

    neil young neil young

    «Aun certo punto non ci sarà alcun suono. E lì si capirà che mi sono ritirato. Non farò nessun annuncio, non ci sarà nulla». Nell' anno degli addii annunciati - vedi Elton John, Joan Baez o Neil Diamond - Neil Young non ha in agenda la pensione. Il 72 enne rocker canadese continua a imbracciare la chitarra: in studio, nei concerti dal vivo, ma anche davanti alle telecamere. Il cantautore è protagonista di Paradox, film diretto dalla compagna Daryl Hannah e disponibile da ieri su Netflix.

     

    È un fuorilegge senza nome, «l' uomo con il cappello nero», a capo di una banda di fuorilegge (i Promise of the Real, la sua band) con la passione della musica. Siamo in un futuro post-apocalittico dove si scava fra le rocce alla ricerca di computer e telefoni abbandonati, in cui i semi sono diventati rarità da proteggere in banca, e con le donne, che vivono separate dagli uomini, come unica speranza. Panorami mozzafiato da western e visioni oniriche.

     

    NEIL YOUNG IN PARADOX NEIL YOUNG IN PARADOX

    «Non ci sono attori professionisti. Eravamo sulle Montagne Rocciose per ambientarci a una serie di concerti in altura e fare le prove degli show. Daryl aveva questa idea e ci è sembrato un buon momento per realizzarla», racconta. Fra le pieghe del racconto emerge la battaglia ambientalista per la tutela della biodiversità sui cui lei nel 2015 aveva incentrato l' album «The Monsanto Years»...

     

    «In America c'è una battaglia per la sopravvivenza dei semi tradizionali. Ci opponiamo a Monsanto e altre aziende che creano semi geneticamente modificati. Come consumatori dovremmo leggere le etichette e scoprire se il cibo che stiamo acquistando è geneticamente modificato o no ed eventualmente rivolgerci a produttori bio. Spero che in Italia continuerete a non adottare coltivazioni ogm. È uno dei motivi per cui il vostro cibo è così buono».

    PAUL McCARTNEY NEIL YOUNG 1 PAUL McCARTNEY NEIL YOUNG 1

     

    Con la musica tutto passa dalle sue mani. Con lo pseudonimo di Bernard Shakey ha diretto dei film. È stato difficile questa volta lasciare le scelte creative nelle mani di un altro?

    «No perché c' è molta empatia fra me e Daryl. Ci capiamo a vicenda e sappiamo chi abbiamo di fronte. Non ho avuto nessun problema a prendere ordini da lei».

     

    In una scena due uomini fanno i bisogni contemplando il panorama e rimpiangendo il passato. Le mancano gli anni d'oro del rock?

    «No. Li ho vissuti ed è stata una fortuna. Ora sono qui e non voglio perdermi il presente».

     

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    Non c'è più impegno nella musica. Nemmeno Trump stimola la comunità artistica. Cosa sta accadendo?

    «Ho scritto molte canzoni politiche. E continuerò a farlo. Chi fa la stessa cosa sa che non avrà spazio. Le case discografiche non cercano quelle canzoni e le radio programmano soltanto quello che si immaginano tu voglia sentire. È tutto basato su algoritmi. E Internet non cambia le cose. Anzi in più il suono è pessimo».

     

    Algoritmi e playlist non aiutano a scoprire nuova musica?

    «No. Ed è così anche fuori dalla musica. Guardate quello che fanno Facebook e Google.

    Sulla base dele tue scelte passate provano a decidere cosa farai nel futuro riducendo così le alternative. Ci spingono a ripeterci all' infinito. Sono un oltraggio all' intelletto».

     

    Lei ha sempre combattuto contro la scarsa qualità del suono digitale. Ha inventato un lettore che ha avuto poca fortuna e ha da poco lanciato i Neil Young Archives, il suo repertorio in streaming ad alta qualità.

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    «La musica sulle piattaforme streaming suona da schifo. Ti pare che se un vecchio hippy canadese riesce a fare un ottimo servizio non lo possano fare anche Facebook, Apple, Spotify o altri? Avrebbero bisogno di un algoritmo che gli insegnasse il rispetto per l' arte. Non è solo una questione di suono. Non c' è rispetto nemmeno per le grafiche. Dovrebbero finire in galera...».

     

    C'è un parallelo fra semi e musica?

    «La qualità dei semi tradizionali e la qualità originale della musica hanno dentro un universo di possibilità. E quando avremo musica ogm e semi ogm sarà tutto finito.

    Provo a urlarlo in faccia a tutti prima che tutto sia finito».

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