1. COCA, IL 90% ARRIVA VIA MARE: ECCO I «TRUCCHI» PER CONTAINER E NAVI NEL REPORT DELLA DIREZIONE CENTRALE DEI SERVIZI ANTIDROGA
Ester Palma per www.corriere.it
due tonnellate di cocaina sequestrate e distrutte a catania 1
Come arriva in Italia la tantissima cocaina che alimenta il fiorente mercato del nostro Paese? L'ultima relazione della Direzione centrale dei servizi antidroga dedica al tema un focus e spiega che il 90% arriva via mare, visto che la stragrande maggioranza dei sequestri avviene nei porti. E illustra tutti i «trucchi» usati dai trafficanti per importarla.
La droga viene nascosta praticamente ovunque: nel doppiofondo di un trolley, in un flacone di profumo, nella gomma di un'auto, nell'incavo di un souvenir, persino direttamente nello stomaco nel caso degli «ovulatori». I narcos, come spiega l'Agi. si affidano alle statistiche: per esempio nel 2021 per i principali porti Ue sono passate 3,5 miliardi di tonnellate di merci lecite. […]
cocaina ndrangheta
Fra i sistemi preferiti dai narcos ci sono i container refrigerati. Ma non dipende dal carico. È per la presenza di vani ed intercapedini - sede dell'impianto di raffreddamento - che possono essere sfruttati riempendoli di panetti di stupefacente. Non solo: alcuni di questi spazi sono accessibili anche dall'esterno e quindi diventa meno complicata anche l'operazione di esfiltrazione.
C'è però un limite: si tratta di vani in genere di ridotte dimensioni, per cui la quantità di droga trasportata è minore. In gergo, questo tipo di contaminazione delle strutture è nota come rip-off (o anche «gancho ciego»): è una grave minaccia perché quasi sempre avviene nella totale inconsapevolezza di spedizioniere e destinatario e può riguardare qualsiasi genere di prodotto, rendendo più difficili anche le analisi di rischio.
cocaina nascosta tra le banane al porto di gioia tauro
Ma è la contaminazione del carico - principalmente banane e pesce congelato ma anche caffè, cacao, frutta, legname, materiali da costruzione, rottami ferrosi, pelli semilavorate - di gran lunga la tecnica preferita dai trafficanti. Anche perché generalmente, molti di questi prodotti sono inscatolati e «pallettizzati». Di conseguenza, la contaminazione del carico può avvenire in sede di chiusura del collo e di formazione del pallet (presso l'azienda agricola o l'eventuale distributore), ovvero lungo il tragitto che conduce il prodotto già confezionato verso i magazzini dello spedizioniere o verso il porto. […]
cocaina nascosta in un carico di banane sequestro a gioia tauro 3
E poi ci sono i «parassiti», ovvero uno o più contenitori di stupefacenti che vengono agganciati allo scafo o possono essere trainati dalla nave attraverso un cavo d'acciaio. Si tratta di cilindri, di scatole, di magneti, di tubi attaccati alla chiglia o ad altri elementi (la pala del timone e le casse, ad esempio): servono dei sommozzatori per piazzarli e, una volta a destinazione, recuperarli. […]
La spedizione di cocaina attraverso il rip-off impone tutta una serie di attività di recupero. Occorre, ad esempio, identificare il container che verrà spedito a un determinato porto ed ottenere il suo numero identificativo, il numero del sigillo doganale e l'ubicazione del container all'interno della struttura portuale. […] Dopo l'arrivo di un container destinato all'importazione nell'Ue, un rappresentante dell'importatore (spesso uno spedizioniere) presenta la polizza di carico e altri documenti alla dogana, in genere tramite una piattaforma digitale. […] Fuori dal porto, la droga viene estratta dal container che in alcuni casi viene semplicemente abbandonato lungo la strada o fatto sparire.
2. “MAI COSÌ TANTA ‘ROBA’ A ROMA” IL BUSINESS DEI RIDER DELLA COCA
Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”
LA ROTTA DELLA COCAINA VERSO L EUROPA
“La situazione sul traffico di stupefacenti in città è veramente preoccupante, se non è fuori controllo poco ci manca”. Le parole del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, mercoledì pomeriggio in Commissione parlamentare Antimafia, hanno rilanciato l’allarme sulla crescita esponenziale del mercato di droga nella Capitale. “L’offerta è enorme perché risponde ad una domanda che è altrettanto enorme”, ha spiegato l’ex capo dei pm di Palermo.
Ma cosa è cambiato negli ultimi tre anni a Roma? Come ogni settore economico che si rispetti, non c’è solo il prezzo o la qualità del prodotto a invogliare il consumo, ma anche la facilità con cui il pubblico può fruirne. In questo caso, il mercato della droga capitolino – come desumibile dalle recenti operazioni eseguite da Carabinieri e Guardia di Finanza – ha compiuto un importante salto di qualità, introducendo la figura del “rider” e spostando buona parte delle attività delle 100 piazze di spaccio romane sulle chat di Telegram.
SEQUESTRATE 2 TONNELLATE DI COCAINA AL LARGO DI CATANIA
[…] Come raccontato da Il Fatto nel marzo scorso, ormai il mercato della droga dentro il Grande Raccordo Anulare è arrivato a superare 1 miliardo di euro di giro d’affari. Lo Voi, in commissione parlamentare, ha ricordato che nella Capitale coesistono da sempre più livelli di “mafie”, tra clan strutturati, gruppi autoctoni, criminalità “interstiziale” e bande straniere. […]
42 CHILI DI COCAINA IN UNA BORSA SULLA SCOGLIERA DI VULCANELLO