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    IL BALLO IN MASCHERA DI GIORGIA: DAL ME-NE-FREGO AL MELO-ZELIG - PAOLO LANDI ANALIZZA LA FREGOLI COL FEZ: “CON QUESTA CONFERENZA STAMPA SI È PERFEZIONATO IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER. NON È QUELLA CHE HA RACCOLTO I VOTI DALLA BELLA GIOVENTÙ DI CASAPOUND, TIENE IN SALOTTO I BUSTI DI MUSSOLINI E PARLA DI BANDE MUSICALI IN VIA RASELLA, SEMPRE RIFACENDOSI AI FULGIDI IDEALI NAZISTI E FASCISTI - SI È PASSATI DALLA FIERA OPPOSITRICE DEL "CHIUDIAMO I PORTI", "NON FACCIAMOLI PARTIRE" A "DARE AGLI EMIGRANTI IL DIRITTO DI NON PARTIRE"…”  - FINO A QUANDO ANDRA' AVANTI LA COMMEDIA?


     
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    Paolo Landi per Dagospia

    PAOLO LANDI PAOLO LANDI

     

    C'è una frase rivelatrice nella conferenza stampa di Giorgia Meloni che colpisce il comunicatore di professione: a una domanda sul premierato, dopo aver ribadito che il progetto di legge non toccherà il ruolo del Presidente della Repubblica, la premier ha detto che l'elezione diretta del Presidente del Consiglio influirà soprattutto sulla stabilità dei governi.

     

    Per troppo tempo - ha detto Meloni - i cittadini italiani si sono ritrovati governi che non hanno mai votato e a subire provvedimenti che non hanno mai chiesto. Ecco: con questa conferenza stampa si è perfezionato il camaleontismo della premier.

    MELONI VISTA DA ALTAN MELONI VISTA DA ALTAN

     

    Anche lei  - infatti e, da un certo punto di vista, per fortuna - non è quella che hanno votato i suoi elettori: tutto, dal linguaggio del corpo, al tono di voce, alla cortesia con cui salutava ogni giornalista e ringraziava per la domanda, ha comunicato una Giorgia Meloni completamente diversa dalla pasionaria che ha raccolto i voti della maggioranza degli italiani.

     

    "Faccia qualcosa di centro" le ha detto un giornalista di un quotidiano amico, "nomini Mario Draghi alla guida della Commissione Europea". La "fiera oppositrice di Mario Draghi" - queste le sue parole - non le ha impedito di assumerne le sembianze.

     

    vignetta altan 10 vignetta altan 10

    Dimentichiamo - forse - i comizi di sostegno a Vox e le soluzioni usa e getta sull'immigrazione e sulle periferie: non è un caso che sia stata la stampa cattolica a porre domande su questi temi, illuminando le contraddizioni della "fiera oppositrice", che prometteva inseguimenti agli scafisti lungo il globo terracqueo e si ritrova, come un Draghi qualsiasi, ad approvare un decreto che porterà in Italia 452.000 immigrati in tre anni, che faceva accordi con i comunisti albanesi poi rimasti al palo, prometteva punizioni esemplari alle ONG ed è costretta ad ammettere, al giornalista del Tg3 che le aveva posto la domanda e di fronte alla platea che l'ascolta incredula:

     

    "Non sono soddisfatta. Si possono annunciare iniziative che ti danno un consenso immediato ma è un lavoro serio che occorre fare, azioni a lungo termine, c'è una complessità obiettiva, un carico di lavoro enorme".

     

    giorgia meloni bacia santiago abascal atreju giorgia meloni bacia santiago abascal atreju

    Si è quindi passati dalla Meloni fiera oppositrice del "chiudiamo i porti", "non facciamoli partire", "non gli daremo tregua" a una più ragionevole alleata di Ursula von der Leyen che afferma pensosa "di lavorare per dare agli emigranti il diritto di non partire" (vasto programma che, ha specificato, richiede tempo).

     

    Dopo un inizio noioso, ricco di assist perfino dalla stampa di opposizione (si può, come ha fatto la giornalista del renziano Riformista chiederle: "Aumenterà le tasse o taglierà la spesa pubblica?" Sembrava una domanda trabocchetto, in realtà ha dato modo alla premier di rispondere semplicemente quello che il popolo non avrà difficoltà a comprendere: aumentare le tasse? Mai!

    ignazio la russa e il busto di mussolini ignazio la russa e il busto di mussolini

     

    La riduzione della spesa pubblica è troppo difficile da capire, poi però se le scuole languono nell'abbandono e occorrono sei mesi per avere l'appuntamento per una visita medica il popolo si lamenta ma senza dare la colpa a lei, paladina di un sistema fiscale amico.

     

    Ci aspettavamo qualcosa di più dal Manifesto, invece la domanda ce la siamo già dimenticata. Il giornalista del Tg1 è apparso terrorizzato di essere epurato e anche lui ha parlato invano, ma a metà della conferenza stampa Giorgia ha rassicurato tutti: non è in atto una melonizzazione della Rai, ci mancherebbe.

    a casa di ignazio la russa a casa di ignazio la russa

     

    Meno male che il Corriere della Sera ha almeno ricordato che l'Italia è agli ultimi posti per attrattività di investimenti esteri ma, anche qui, Giorgia-Super Mario (Draghi) ha avuto buon gioco a dire che sta governando da solo un anno e che saranno la riforma della burocrazia e quella della giustizia, che lei ha in agenda, a risolvere il problema.

    giorgia meloni elon musk giorgia meloni elon musk

     

    Intanto ha chiamato Elon Musk, amico del suo governo, e alla giornalista di Domani che le ricordava il suo considerare criminali internazionali quelli che fanno nascere i figli con il cosiddetto "utero in affitto", come ha fatto Musk, Meloni ha risposto che lei continua a pensarla così ma il tecnocrate americano aveva cose interessanti da comunicare sull'Intelligenza Artificiale.

     

    Sulla quale la Meloni ha aperto, snocciolando una serie di banalità da bar sotto casa. La più marchiana: una volta la tecnologia sostituiva il lavoro fisico, ma oggi l'Intelligenza Artificiale rischia di sostituire l'intelletto (ha detto proprio così).

     

    gianluca iannone gianluca iannone

    La domanda sull'antisemitismo l'ha dribblata virando tutto su Israele e sui terroristi islamici che sarebbero oggi i veri antisemiti, dimenticando la bella gioventù documentata quotidianamente da Paolo Berizzi su ‘’Repubblica’’ che popola le curve sud degli stadi, occupa palazzi nel centro di Roma, tiene in salotto i busti di Mussolini e parla di bande musicali in via Rasella, sempre rifacendosi ai fulgidi ideali nazisti e fascisti che, per fortuna, a Giorgia-Zelig oggi hanno cominciato a far orrore.

    MELONI DI LOTTA E DI GOVERNO - VIGNETTA BY VAURO MELONI DI LOTTA E DI GOVERNO - VIGNETTA BY VAURO

     

    La sua voce si è incrinata quando la giornalista del Fatto Quotidiano le ha fatto una domandina semplice semplice sulla questione morale: come la mette con la Santanchè, Tommaso Verdini, il cognato che ferma i treni, la sorella e tutti i suoi alleati che sembrano usare il loro potere per fare i loro interessi?

     

    La Meloni dice che "bisogna valutare caso per caso" e poi butta il pallone in tribuna dicendo che anche i 5 Stelle non si sono mai dimessi, ma la sua voce vacilla, stenta a trovare le parole "con me non si indirizzano le scelte...io sono quella che si assume le responsabilità". Un'altra giornalista (le donne sempre più efficaci): "Penso alla sua frase: 'non sono ricattabile'. Ce la può spiegare meglio alla luce dei problemi che ha con molti rappresentanti della classe dirigente che ha scelto per il suo governo e del suo partito?".

    LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA

     

    Ecco: invece di domandarle l'universo mondo per far vedere quanto sono bravi, erano domande basiche quelle che la stampa di opposizione doveva farle, se voleva metterne in luce l'inconsistenza.

     

    Poteva mancare il pistolero, no vax, e ammiratore mai redento di Benito? Se ne è occupato l'inviato di Fanpage, con la domanda sul colpo di pistola dell'onorevole (si fa per dire) Emanuele Pozzolo detto Manny: "Perché ridono tutti?" ha chiesto a microfono aperto la Meloni che comunque ha risposto così: "Se uno porta in tasca una pistola deve custodirla con serietà. Per questo ho chiesto che Pozzolo venga deferito in commissione garanzia probiviri - tutti a googlare di nascosto, ma poi, chiaro e forte - e venga sospeso". Sipario.

     

    santanchè meloni santanchè meloni

     

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