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    “NON E’ BELLO CIO’ CHE E’ BELLO, E’ BELLO CIO’ CHE E’ BASKET” – LO SPORT ITALIANO PIANGE ALBERTO BUCCI,  IL COACH CHE REGALO’ ALLA VIRTUS BOLOGNA 3 SCUDETTI – DAL 2016 ERA IL PRESIDENTE DELLE V NERE – SULLA PANCHINA DELLA ENICHEM LIVORNO VISSE LA FINALE DEL 1989 CONTRO MILANO CON IL GIALLO DEL CANESTRO DI FORTI- NEL 1998 AI MICROFONI RAI COMMENTO’ IL CANESTRO DA 4 DEL VIRTUSSINO DANILOVIC CHE DECISE IL DERBY SCUDETTO CON LA FORTITUDO – IL RICORDO DI BARTOLETTI – VIDEO


     
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    Dal profilo Instagram di Marino Bartoletti

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    Questa volta lo scherzo che ci hai fatto non mi è piaciuto #AlbertoBucci. Non te ne puoi andare a 70 anni! Hai amato lo sport e la vita. Dicevi:"Non ho paura di morire. L'idea che debba morire mi fa sentire vivo". Sì, ma adesso a noi e soprattutto alla tua famiglia chi ridarà la tua intelligenza, la tua ironia, la tua grinta e il tuo sorriso?

     

    ALBERTO BUCCI

     

    Cosimo Cito per repubblica.it

    "Ciao Alberto, grazie di tutto" scrive la Virtus Bologna sul proprio sito internet. E lui, ritratto su un campo da basket saluta, ed è un addio. Se n'è andato Alberto Bucci, vinto a 71 anni dalla leucemia dopo una lunga battaglia che non l'ha risparmiato ma che non gli ha impedito di continuare ad essere, fino alla fine, il volto e la voce della Bologna dei canestri. Era il presidente delle V Nere dal 2016 e sotto le Torri aveva portato tre scudetti (1984, il decimo, quello della stella, 1994 e 1995), due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.

     

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    Aveva vinto coppe anche a Verona e Pesaro, aveva portato in A1 Fabriano e Livorno e con la Libertas targata Enichem gli era toccato di vivere la finale in giallo del 1989 contro Milano, quella del canestro dato e poi tolto a Forti. È stato un pezzo di Basket City, lui che aveva iniziato a 25 anni sulla sponda rivale, sulla panchina della Fortitudo. E quell'era irripetibile della città l'aveva chiusa simbolicamente con la sua voce, nel 1998, quando dai microfoni della Rai raccontò il canestro da "quattro" di Sacha Danilovic che decise la più intensa, drammatica, incredibile finale che il basket italiano abbia mai avuto.

     

     

    enichem livorno milano enichem livorno milano

    "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è basket" era la sua frase-mantra, in telecronaca. Lottava e raccontava, era grande amico di Carlo Ancelotti, aveva fatto anche il mental coach e s'era prestato alla nazionale italiana "over": "Ho vinto quattro mondiali e sei europei. Riva, Carera, Boni... Mario potrebbe ancora giocare in A2. I bambini dovrebbero vederli in campo, capirebbero lo spirito" aveva raccontato in un'intervista nel 2013.

     

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    Nel 2017 aveva pubblicato un libro sul wave coaching "per permettere a tutti coloro che vorranno diventare persone migliori o allenatori vincenti di un team di qualsiasi natura di essere più efficaci e performanti". Ma era un romantico del basket e gli piaceva ricordare di essere stato alla V Nera in tre diverse decadi e di aver battezzato generazioni di virtussini, da Villalta ad Aradori. Sui campi di A ci sarà un minuto di silenzio e la Federazione, attraverso il presidente Petrucci, ha ricordato "la contagiosa passione". Alberto Bucci lascia la moglie Rossella e tre figlie.

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