Elia Pagnoni per “il Giornale”
rummenigge
Nei giorni caldi della Superlega aveva fatto la miglior figura. Kalle Rummenigge ci era piaciuto molto, testa sulle spalle in un ambiente improvvisamente preso dalla follia, aveva detto la cosa più giusta: «Inutile rincorrere ricavi sempre maggiori, qui bisogna abbattere i costi».
Messaggio condivisibile, sacrosanto, inviato a Florentino Perez e ai suoi fratelli, ai club tanto avidi quanto sperperatori. A quel Florentino che spiegava lo strappo con l' Uefa come l' unico modo per salvare dal crac economico i superclub e, a cascata, il resto del calcio. I tedeschi, invece, Bayern in testa ma anche il Borussia, avevano scelto un' altra strada, quella di restare allineati alla federazione europea, forti probabilmente dei loro bilanci più in ordine rispetto a inglesi, spagnoli e italiani.
nagelsmann
Ma una settimana dopo ecco che Rummenigge e il suo Bayern diventano bravi a predicare ma non razzolare: è di ieri infatti la notizia dell' ingaggio di Julian Nagelsmann come tecnico per cinque anni e del costo stratosferico dell' operazione. Non tanto per il contratto firmato dall' attuale allenatore del Lipsia a 8 milioni circa lordi a stagione (comunque lontano dal costo di Antonio Conte in Italia), ma per l' incredibile cifra di 25 milioni di euro che il club bavarese dovrà sborsare per liberare il tecnico da quello sassone. La più alta mai pagata per un allenatore.
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Insomma, se questa è la via tedesca alla riduzione dei costi di Rummenigge... D' altra parte, il suo Bayern avrà anche i conti in ordine, ma con un' operazione del genere in questo momento economico non dà proprio un grande esempio. Non solo, ma un club che si appresta a vincere il nono titolo di fila e che si rinforza ulteriormente sfilando l' astro nascente dei tecnici tedeschi alla squadra seconda in classifica, non fa che confermare i regimi di monopolio del calcio europeo. Proprio quello spettro che l' Uefa e i suoi sostenitori hanno giurato di voler combattere nei giorni del grande strappo. Senza contare che anche questo SuperBayern, che ha ucciso il calcio tedesco, è proprio figlio di venticinque anni di Champions league.
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