Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
abdesalem lassoued attentatore di bruxelles
Un lupo solitario. Una «cellula dormiente» dell’Isis, pronto a colpire dopo una radicalizzazione veloce, su Internet. E a rivendicare l’azione. In maniera clamorosa, sui social. Era l’identikit che hanno fatto nei giorni scorsi le intelligence europee, prima tra tutti quella italiana, parlando del rischio di un attacco jihadista in Continente, parallelamente alla guerra in Israele.
Ed è il ritratto perfetto di Slayem Slouma, questo per lo meno il nome del suo account Facebook, il terrorista in tuta arancione che, armato di kalashnikov, ha ammazzato ieri sera due svedesi a Bruxelles. E poi ha rivendicato l’azione sul suo profilo, appunto, dove negli ultimi giorni aveva pubblicato diversi post anti-semiti e di vicinanza ad Hamas. «Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione. Ho vendicato i musulmani».
attentato a bruxelles i rilievi della scientifica 2
Il profilo di Slouma […] da giorni pullulava di invettive contro Israele. Rimbalzava materiale dell’Isis con promesse di vendette per quello che sta accadendo a Gaza, invocando nuovi interventi da parte di Hamas. L’antiterrorismo belga non aveva visto nulla, a conferma — come purtroppo anche la vicenda del Bataclan ha dimostrato […] — della sua non infallibilità.
Onestamente c’è però anche da ammettere […] che questi particolari tipi di jihadisti sono molto difficili da individuare. Perché agiscono da soli, non hanno particolari reti sul territorio. Ma vengono mossi a distanza, direttamente dalla Siria o comunque non dall’Europa. L’unico strumento di prevenzione efficace è quello del controllo del territorio osservando per esempio la vendita delle armi: Slouma si era procurato un kalashnikov, non esattamente un prodotto da supermercato.
attentato a bruxelles
In Italia non a caso su questo punto è stata alzata l’attenzione al massimo livello. Oltre a un monitoraggio attentissimo di tutte le vecchie cellule […], sono stati riattivati tutti gli informatori sul territorio per il commercio delle armi. E si è ripreso il monitoraggio dei depositi che vendono diserbanti agricoli, utilizzati dagli jihadisti per la creazione di ordigni rudimentali ma ad alto impatto.
Resta però la difficoltà di prevedere l’imprevedibile. E restano soprattutto i segnali di nervosismo che arrivano dal campo in tutta Europa: dopo l’attentato islamista di venerdì nel liceo di Arras (dove è stato ucciso a coltellate il professor Dominique Bernard), sabato in Francia sono stati evacuati prima il Louvre e poi Versailles, per allarmi che fortunatamente si sono rivelati infondati.
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[…] A Roma sono stati “blindati” poco meno di 200 luoghi di interesse. Sono tutti i principali simboli ebraici, ma anche ambasciate, consolati e palazzi internazionali. Sabato si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e sono state decise una serie di misure straordinarie: dopo una ricognizione di obiettivi sensibili (28.70, 208 riferibili soltanto a Israele) è stato applicato il protocollo del rischio, con un livello così alto che non si vedeva dalle Torri gemelle.
Aumentata, quindi, la sensibilità dei metal detector negli aeroporti, più uomini nelle stazioni e davanti ai principali luoghi di attrazione, come piazze e musei. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità di annullare alcune manifestazioni, per lo meno quelle collaterali, legate alla festa delle Forza armate, il 4 novembre.
polizia a bruxelles
Anche se — nel corso del comitato — il Viminale, con il ministro Matteo Piantedosi, ha avuto parole chiare nel dire che al momento non esiste «alcun pericolo concreto »: né Servizi né forze di Polizia hanno infatti segnalato movimenti di cui allarmarsi.
Quello della “fabbrica della paura”, e delle giustificazioni per le contrazioni delle libertà dei cittadini, è un rischio concreto. Dal governo, per esempio, qualcuno ha provato a rilanciare “l’infiltrazione jihadista nei barconi” proponendo l’equazione falsa tra migranti e terroristi: è vero, alcuni degli attentatori sono arrivati con i barconi nel corso degli anni, ma tutte le analisi hanno dimostrato come la maggior parte degli jihadisti già vivesse in Europa. E ad armarli sia stata proprio la loro insoddisfazione.
Abdeslam Jilani - l attentatore di bruxelles attentato a bruxelles 2 tifosi svedesi allo stadio re baldovino di bruxelles. attentato a bruxelles 6 ABDESALEM LASSOUED - l attentatore di bruxelles Abdeslam Jilani - ABDESALEM LASSOUED - l attentatore di bruxelles attentato a bruxelles 1