Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per “la Repubblica”
giuseppe conte gennaro vecchione
Un altro blitz. Poco prima della mezzanotte, mentre i ministri discutevano di come l' Italia dovrà affrontare il Natale per prevenire la terza ondata, il premier Giuseppe Conte ha calato sul tavolo del Consiglio il suo asso: la riconferma per due anni alla direzione del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza del prefetto Gennaro Vecchione, suo uomo di fiducia e punto di riferimento nel mondo dell' intelligence.
CONTE GUERINI
Una mossa che, a tanti, ha ricordato l' irritualità di inserire la creazione dell' Istituto per la Cybersicurezza (poi ritirata in extremis dopo le proteste di Pd e Italia Viva) nel disegno di legge della manovra di bilancio. Anche in quel caso di notte, senza prima avvertire nessuno.
enrico borghi
La proroga di Vecchione era attesa. Il suo mandato scadeva il 10 dicembre. Quello che ha sorpreso tutti è stata la tempistica: Conte voleva chiudere subito e in fretta, evidentemente per non discuterne con il resto della coalizione. Una prova di forza che, per tutta la giornata di ieri, ha provocato fibrillazione nella maggioranza.
gennaro vecchione raffaele volpi
«Il problema - spiega un deputato del Pd di prima fascia - non è il nome prescelto, ma il metodo usato: certe decisioni vanno prima valutate e poi condivise. Su argomenti così delicati, com' è la materia che riguarda i servizi segreti, Conte sta facendo troppo spesso da solo ».
CARLO MASSAGLI GIUSEPPE CONTE
È stata una prova di forza, dunque. Il Presidente del consiglio ha imposto il peso del suo ruolo sfruttando anche la poca compattezza della maggioranza sul tema: il Movimento 5 Stelle non ha riferimenti e orientamenti chiari, il Pd è spaccato in correnti che agiscono in autonomia.
Il blitz di Conte non è stata una mossa casuale: l' obiettivo era blindare la riconferma di Vecchione e, soprattutto, sottrarlo dalla trattativa più ampia sulle altre nomine che il governo dovrà fare ambito sicurezza, entro la fine dell' anno.
Sono da scegliere, infatti, almeno tre vice direttori delle agenzie di intelligence interna (Aisi) ed esterna (Aise) e, soprattutto, il nuovo comandante generale dell' Arma dei Carabinieri. «I vice - sostiene Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del Copasir - dovranno essere nominati solo dopo aver ascoltato i direttori delle agenzie per assicurare, come prevede la legge, la piena continuità e qualità del lavoro. Abbandonando così la tentazione di lottizzare posti cruciali».
edoardo valente guardia di finanza
All' Aise dovranno essere individuati due vice direttori: in pole position ci sono l' attuale consigliere militare di Conte, l' ammiraglio Carlo Massagli, e il generale della Finanza Luigi Della Volpe. All' Aisi potrebbero finire il generale delle Fiamme gialle Edoardo Valente e Carlo De Donno.
Marco Mancini
Per il Dis , invece, circola il nome di Marco Mancini, uomo di Niccolò Pollari (che sembrerebbe essere riapparso sulla scena nelle ultime settimane), protagonista della stagione che portò allo scandalo Abu Omar: difficile però che la sua nomina vada in porto viste le fortissime perplessità a tutti i livelli, politici e istituzionali.
marco mancini AMMIRAGLIO CARLO MASSAGLI CARLO MASSAGLI GIUSEPPE CONTE conte vecchione marco mancini giuseppe conte gennaro vecchione 1