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    IL BLITZ FALLITO - UN COMMANDO DELLA DELTA FORCE PROVÒ A LIBERARE FOLEY CON ALTRI OSTAGGI, MA LA MISSIONE NON RIUSCÌ - I TERRORISTI AVEVANO CHIESTO UN RISCATTO DI 100 MILIONI - CACCIA A JOHN IL BEATLE


     
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    Da www.lastampa.it

     

    Con un blitz autorizzato dal presidente Obama, le forze speciali Usa hanno tentato all’inizio di luglio di liberare il giornalista James Foley e altri ostaggi americani detenuti in Siria dagli jihadisti dell’Isis, ma l’operazione non è andata a buon fine perché gli ostaggi non erano nel luogo in cui il commando ha fatto irruzione. 

    JAMES FOLEY DECAPITATO JAMES FOLEY DECAPITATO

     

    La rivelazione arriva direttamente dal Pentagono, all’indomani della diffusione del terribile filmato della decapitazione di Foley. Gli Usa «di recente hanno condotto un’operazione per liberare ostaggi americani detenuti in Siria» dall’Isis, ha reso noto l’ammiraglio John Kirby, portavoce del dipartimento della Difesa, confermando indiscrezioni che stavano cominciando a emergere sui media americani. Ma «sfortunatamente - ha aggiunto - la missione non ha avuto successo. Gli ostaggi non erano presenti nel luogo preso di mira».  

    DOVE ERA INTERVENUTO IL COMMANDO DELLA DELTA FORCE  

    Secondo il «New York Times», il blitz è avvenuto di notte in una raffineria nel nord della Siria ed è stato condotto da un commando di una ventina di uomini della Delta Force, condotti in territorio siriano su elicotteri. Un’operazione segreta simile a quella che portò all’uccisione di Osama bin Laden in Pakistan, ma stavolta finita in un nulla di fatto: gli ostaggi erano stati appena trasferiti. 

    James Wright Foley James Wright Foley

     

    I JIHADISTI AVEVANO CHIESTO UN RISCATTO: LA CASA BIANCA AVEVA RIFIUTATO  

    Lo stesso New York Times conferma quanto rivelato dal Wall Street Journal secondo il quale per Foley i jihadisti avevano chiesto, tramite la famiglia del reporter, un riscatto di 100 milioni di euro. Il giornale americano cita la testimonianza di Philip Balboni, amministratore delegato del GlobalPost, il sito d’informazione per il quale lavorava lo stesso Foley.

     

    James Wright Foley James Wright Foley

    Il New York Times ricorda come, a differenza di molti Paesi europei che «hanno distribuito finanziamenti milionari ai gruppi terroristici per salvare la vita ai propri cittadini», gli Usa non siano propensi a pagare riscatti. 

     

    IL BOIA INGLESE CHIAMATO JOHN  

    Le notizie del riscatto e del blitz fallito, arrivano insieme alle novità sulle indagini che mirano ad accertare l’identità del terrorista che ha decapitato Foley. Secondo il «Guardian», che cita come fonte un ex ostaggio dell’Isis in Siria, l’uomo che nel video impugna il coltello e uccide il giornalista americano sarebbe un inglese di Londra, che i prigionieri conoscono come “John”.

     

    Si tratterebbe del leader di una cellula di jihadisti britannici che agisce da tempo nelle file dell’Isis a Raqqa, in Siria. Sono tre militanti nati nel Regno Unito, ben educati e fanatici nella loro devozione all’estremismo islamico. I prigionieri che li hanno conosciuti li avevano soprannominati “I Beatles”. “John” è il loro capo ed è stato lui - secondo il «Guardian» - ad aver condotto le trattative da Raqqa per la liberazione di diversi ostaggi occidentali.  

     

    James Wright Foley James Wright Foley

    “John” era probabilmente anche uno dei terroristi che gestivano la detenzione di Foley e di altri ostaggi americani quando, all’inizio di luglio, il Pentagono ha tentato il blitz di cui si è avuta notizia solo ora.  

     

    MILIZIANI UCCISI DURANTE L’OPERAZIONE AMERICANA  

    Kirby, il portavoce della Difesa Usa, non ha fornito dettagli, ma secondo quanto hanno detto alti funzionari dell’amministrazione citati in forma anonima dal Washington Post, all’operazione hanno partecipato decine di militari delle forze speciali, di quasi ogni arma, ed uno di loro è rimasto ferito nel corso di una feroce battaglia con i miliziani dell’Isis.

    James Wright Foley James Wright Foley

     

    Altre fonti di stampa affermano che il blitz è scattato il quattro luglio e che almeno cinque miliziani sono rimasti uccisi. Il blitz, hanno detto le fonti del Post, è stato tentato «questa estate», dopo che almeno sei ostaggi occidentali erano stati liberati dai militanti islamici ed erano stati contattati e interrogati dall’intelligence Usa. 

     

    «Il presidente ha autorizzato all’inizio dell’estate una operazione per tentare di liberare cittadini americani detenuti dall’Isis», ha detto un alto funzionario, aggiungendo che «avevamo una serie di informazioni di intelligence sufficienti per metterci in condizione di agire». I militari si sono mossi quindi «in modo davvero aggressivo e davvero veloce, ma purtroppo non l’operazione non ha infine avuto successo perché gli ostaggi non erano detenuti nel sito dell’operazione». 

    James Wright Foley James Wright Foley

     

    Si tratta della prima operazione militare condotta da forze Usa in Siria di cui si abbia notizia e, successivamente, la portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden, ha precisato che l’amministrazione non aveva alcuna intenzione di renderla nota.

     

    «Una ampia preoccupazione per la sicurezza degli ostaggi e per la sicurezza operativa rende imperativo che sia mantenuta la massima segretezza possibile» su azioni di questo tipo, ha affermato. Ma «oggi siamo venuti allo scoperto quando oramai era chiaro che numerosi media si preparavano a riferire dell’operazione e che non avremmo avuto altra scelta che confermare» le notizie. 

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