• Dagospia

    IL BONUS PER I PROFESSORI DIVENTA UN REGALO ALLA (RENZIANA) AMAZON - I 350 MILIONI AI DOCENTI (500 CIASCUNO DA SPENDERE IN PRODOTTI CULTURALI) SONO COMPLICATISSIMI DA OTTENERE. BISOGNA ISCRIVERSI ONLINE, E CASUALMENTE VIENE FAVORITO IL GIGANTE AMERICANO PER CUI LAVORAVA DIEGO PIACENTINI, PER DUE ANNI PRESTATO AL GOVERNO RENZI. ORA SI CAPISCE PERCHÉ HA ACCETTATO L'INCARICO GRATIS!


     
    Guarda la fotogallery

    Barbara Cataldi per www.ilfattoquotidiano.it

     

    diego piacentini diego piacentini

    Il regalo di Natale per Amazon, il governo Renzi lo aveva impacchettato da tempo: prima del referendum, prima dell’arrivo di Gentiloni alla presidenza del Consiglio, prima del passaggio alla guida del ministero dell’Istruzione da Stefania Giannini a Valeria Fedeli. Così sotto l’albero la divisione italiana del colosso di Seattle ha trovato un pacco con più di 350 milioni di euro del “bonus docenti”.

     

    Quest’anno, infatti, l’assegnazione dei 500 euro a testa, previsti dalla Buona scuola per la formazione degli oltre 700.000 insegnati di ruolo, ha un meccanismo diverso rispetto all’anno scorso, che sembra costruito proprio per avvantaggiare il più grande negozio on line del mondo. Quella che era stata scambiata solo per una mancia elettorale da 40 euro al mese, alla fine assomiglia più a un contributo per Amazon che in Italia stenta a decollare.

     

    GIANNINI FEDELI1 GIANNINI FEDELI1

    Per l’anno scolastico 2016/2017 il bonus non si materializza più in rimborsi spesa da chiedere al ministero con scontrino alla mano. A partire dal 30 novembre, invece, professori e maestri possono utilizzare un borsellino elettronico, cioè un’applicazione chiamata Carta del Docente, attraverso cui acquistano biglietti per cinema e mostre, libri, ma soprattutto computer e tablet, dopo essersi registrati tramite Spid (il sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione).

     

    Tutto bene, quindi? Mica tanto. Mentre l’anno scorso il nostro docente poteva comprare beni e servizi dove voleva, ora può spendere i 500 euro dei contribuenti esclusivamente nei punti vendita accreditati sul sito del Miur. E sorpresa delle sorprese, i negozi presenti a quasi un mese dalla partenza della nuova piattaforma sono pochissimi. Se si sfogliano gli elenchi si scopre che alla voce librerie online ci sono solo 19 nomi, mentre i negozi di elettronica sul web sono solo 12, e per lo più sconosciuti.

     

    jeff bezos fondatore di amazon jeff bezos fondatore di amazon

    Mancano i colossi della grande distribuzione, come Mediaworld, Unieuro, Euronics, Expert. “È il sistema di accreditamento che fa cilecca, ovvero quello a cui devono far ricorso i punti vendita per entrare nell’elenco dei retailer mappati dal sito a disposizione degli insegnanti”, denuncia al Fatto Quotidiano Davide Rossi, direttore generale di Aires, l’associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati.

     

    E aggiunge: “La piattaforma informatica, gestita da AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, e da Sogei, società in house del ministero dell’Economia, sta creando di fatto corsie preferenziali per qualcuno, per via di una procedura farraginosa e inefficiente, insomma favorisce alcune imprese a discapito di altre, le cui richieste rimangono su un binario morto”.

     

    Il meccanismo rivoluzionario e completamente digitalizzato è stato messo in piedi e gestito dalla squadra selezionata e guidata dal neo commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale, Diego Piacentini, cercato, corteggiato e convinto ad accettare l’incarico gratuitamente, direttamente da Matteo Renzi. Ma chi è Piacentini? Guarda caso è proprio il numero due di Amazon, il super manager in congedo per due anni dall’azienda di Jeff Bezos, di cui tra l’altro possiede 84.000 azioni. Dubbi su un possibile conflitto di interessi verrebbero a chiunque.

     

    “Tra l’altro sul sito del ministero, se si clicca sulla I di informazione, si apre un pop up nel quale vengono descritte le modalità operative del sistema, tra cui l’obbligo di registrazione ad Amazon dando i dati della propria carta di credito. In questo modo si fa credere agli utenti che questi adempimenti – peraltro oggetto di critiche – abbiano una patente di ufficialità”.

    jeff bezos amazon jeff bezos amazon

     

    Amazon, che abbiamo contattato, ci ha risposto che non commenta azioni e opinioni della concorrenza. Il ministero dell’Istruzione, invece, si difende rifiutandosi di dare un giudizio politico sul “pasticciaccio” visto che l’attuale ministra, Valeria Fedeli, ha potuto solo osservare la realizzazione del meccanismo avviato dal duo Renzi-Giannini. Però ci tiene a far sapere che “la card nasce per consentire una rendicontazione più rapida della spesa da parte nostra e degli insegnanti, che possono tenere sotto costante controllo il budget disponibile attraverso il loro borsellino elettronico.

     

    Lo strumento è stato attivato da poco. C’è stata una necessaria fase di start up. Il numero di enti ed esercenti accreditati aumenta ogni giorno e c’è una assistenza tecnica dedicata sia per enti ed esercenti che per i docenti”. E comunque assicura: “Stiamo raccogliendo ogni segnalazione utile per migliorare il servizio”.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport