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    IL BOSS INFETTATO – MATTEO MESSINA DENARO AVEVA IL COVID AL MOMENTO DELL’ARRESTO, LO SCORSO 16 GENNAIO. L’HA RACCONTATO PASQUALE ANGELOSANTO, COMANDANTE DEL ROS DEI CARABINIERI: “PER CATTURARE MESSINA DENARO È STATO FONDAMENTALE IL DIARIO CLINICO REDATTO DALLA SORELLA, CON LE DATE DEI RICOVERI E LE OPERAZIONI, IL DIMAGRIMENTO, I CICLI DI CHEMIOTERAPIA. A QUAL PUNTO ABBIAMO CONTATTATO IL MINISTERO DELLA SALUTE E...”


     
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    Estratto dell’articolo di Giuseppe Pipitone per www.ilfattoquotidiano.it

     

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    Matteo Messina Denaro aveva il Covid al momento dell’arresto. Lo ha raccontato Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei carabinieri, che è intervenuto durante la conferenza Sicurezza e Salute in corso nell’Aula Magna Agazio Menniti del San Camillo Forlanini, a Roma. “Il boss era risultato negativo al Covid al tampone fatto in ospedale ma positivo a quello fatto prima di entrare in carcere”, ha detto Angelosanto, tornando al 16 gennaio scorso, quando si concluse la latitanza quasi trentennale del boss di Castelvetrano. […]

     

     “Come hanno fatto Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro a fare più di 20 anni di latitanza? Con la collusione e anche noi come carabinieri abbiamo bisogno di anticorpi“, ha spiegato il numero uno del Ros dei carabinieri. Al centro del dibattito al San Camillo la stretta correlazione tra le informazioni messe a disposizione dal sistema informatico sanitario nazionale e le indagini che hanno portato alla cattura del boss delle Stragi.

     

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    […]

     

    Angelosanto ha ripercorso i passaggi che hanno portato i carabinieri a catturare l’ultimo boss delle stragi rimasto in libertà. Fondamentali sono stati gli appunti sulle condizioni di salute di un presunto Mister X trovate a casa della sorella del boss, Rosalia, durante un’operazione per posizionare le microspie. Appunti che erano all’interno della gamba cava di una sedia.

     

    “Un diario clinico – ha ricordato il comandante del Ros – con le date dei ricoveri e le operazioni, il dimagrimento, i cicli di chemioterapia“. Ipotizzando che a essersi ammalato potesse essere Messina Denaro i carabinieri si sono quindi rivolti al ministero della Salute.

     

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    Incrociando le informazioni cliniche hanno trovato che un solo codice paziente aveva tutte le caratteristiche richieste. “Si chiamava Andrea Bonafede e aveva la stessa età, più o meno, di Messina Denaro”, ha ricordato Angelosanto, riferendosi al geometra di Campobello di Mazara che aveva ceduto la sua identità al capomafia. “Quando però Andrea Bonafede era sotto i ferri per il Servizio sanitario nazionale, per noi, viste anche le immagini delle telecamere, era in giro in autovettura o al cellulare”, ha continuato Angelosanto.

     

    A quel punto gli investigatori si sono focalizzati sulle terapie in corso alla clinica La Maddalena di Palermo: il presunto Bonafede si sarebbe sottoposto a un nuovo ciclo lunedì 16 gennaio del 2023. A quel punto è scattato il blitz.

     

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