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    INVECE DEI MIGRANTI PREOCCUPIAMOCI DI RESPINGERE IL VIRUS ALLA FRONTIERA - IL BRENNERO È UN COLABRODO: ARRIVANO IN ITALIA TURISTI E VIAGGIATORI E NESSUNO FA I CONTROLLI IN ENTRATA: PERCHÉ? - COSÌ BOLZANO RISCHIA DI ESSERE TRAVOLTA DAI CONTAGI, CHE ARRIVANO SOPRATTUTTO DA GERMANIA E AUSTRIA: IN CITTÀ UN TAMPONE SU QUATTRO È POSITIVO - CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER I MERCATINI DI NATALE...


     
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    Niccolò Zancan per “La Stampa

     

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    Persino al telefono si sente il flusso continuo del traffico. Camion dall'Italia, camion dall'Austria. Merci, turisti, viaggiatori. Avanti e indietro: sempre. È cambiato qualcosa negli ultimi giorni alla frontiera? «No. Nulla. Noi facciamo solo qualche controllo a campione», dice la portavoce della polizia austriaca Sabine Rainthaler.

     

    «Chiediamo il Green Pass, ma non c'è l'obbligo di averlo. Perché puoi entrare in Austria anche senza. Devi sapere, però, che senza la vaccinazione completa o senza il certificato di malattia più una dose di vaccino non potrai entrare in nessun bar, in nessun ristorante, in nessun albergo. Per questo, ogni tanto, fermiamo qualcuno e spieghiamo le regole».

     

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    E l'Italia che fa? Ci sono controlli in entrata? «No. Per fortuna in questo momento nessun controllo», dice il sindaco del Brennero Alber Martin. «Durante il lockdown per noi è stato un periodo tremendo. Le merci passavano, ma non passavano gli esseri umani. La statale era chiusa. Non si fermava più nessuno. Era dall'epoca pre Schengen che non vivevamo una situazione del genere, mi auguro che non si debba tornare a quel punto. I controlli sono sempre un problema dal punto di vista economico e sociale». Solo che adesso, assieme alle persone, viaggia anche il virus.

     

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    «Certo, bisognerà capire cosa fare durante la stagione invernale, con le feste. Quando arriveranno i turisti dalla Germania. Ma per il momento da qui passano soprattutto merci. Soltanto dal Brennero più camion che da tutti i valichi della Francia e dalla Svizzera messi insieme». La Germania con 65 mila casi in un giorno pensa a nuovi lockdown regionali e annuncia un «Natale terribile».

     

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    L'Austria in due regioni falcidiate dai contagi, Salisburghese e Alta Austria, non può più limitarsi al lockdown per non vaccinati e lo estende a tutti. E sotto la Germania, sotto l'Austria, sotto il Brennero, ecco Bolzano: è segnata sulla mappa europea dei contagi di un colore rosso scuro. Ieri: 425 contagi e un morto. Un tampone su quattro è positivo. L'Alto Adige è la zona d'Italia più vicina al livello di massimo rischio, prima del Friuli Venezia Giulia.

     

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    Sono territori che hanno in comune due fattori: il basso tasso di vaccinazione e la vicinanza alla frontiera. Un dato spiega bene Bolzano: 700 sanitari sospesi perché No-Vax.

     

    E non avere medici e infermieri, in questo momento, è forse il peggiore degli scenari possibili. I primi turisti affollano i mercatini di Natale dell'Alto Adige. È li che si concentrano le attenzioni. Mentre in Austria controllano la vaccinazione, in Alto Adige l'ingresso è libero. «I mercatini sono osservati speciali» dice il governatore altoatesino Arno Kompatscher.

     

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    «Ogni giorno valutiamo la situazione e l'eventuale necessità di limitare il numero di accessi o prendere altri provvedimenti». C'è come una lentezza. Un'attesa fuori tempo. Alla frontiera si vede bene. Per esempio: un volo da Milano a Vienna comporta due controlli del Green Pass. Ma imbarcarsi sullo stesso volo in direzione opposta, da Vienna a Milano, non porta a nessun controllo sanitario.

     

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    Ed è paradossale, essendo adesso l'Italia che dovrebbe preoccuparsi maggiormente. Confine Nord Est, ecco il quadro: in Slovenia 1000 casi per 100 mila abitanti negli ultimi sette giorni. In Austria 970, in Croazia 960. E a Trieste? «A Trieste negli ultimi sette giorni ci sono stati 723 casi ogni 100 mila abitanti. In tutto il Friuli Venezia Giulia, invece, sono 289. A Udine 151». La frontiera, quindi, conta.

     

    Tutto è già stato detto. Ma chi lo sa dire bene è Fabio Barbone, epidemiologo, responsabile della task force per il Covid della Regione Fvg. «Il focolaio più grande che abbiamo resta quello collegato alle manifestazioni No Vax dei giorni scorsi a Trieste. Lieve è l'aumento dei focolai sul posto di lavoro.

     

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    C'è, invece, un problema serio legato al fatto che il Friuli Venezia Giulia oltre ad avere un tasso di vaccinazione di quasi 4 punti inferiore al resto d'Italia, detiene con la Liguria la popolazione più anziana del Paese. Significa che la percentuale di soggetti che si sono vaccinati per primi è più ampia. Urge la terza dose. Abbiamo 500 infezioni nel personale sanitario per la stessa ragione. Sono stati i primi a vaccinarsi, quindi i primi a ritrovarsi con un'efficacia vaccinale inferiore».

     

    E la frontiera - domandiamo - quanto incide? «Non c'è controllo. Non abbiamo focali specifici. Ma vedo che l'incidenza dei casi, nelle zone di confine, è simile. Io sono una persona pratica, per nulla ideologica. Penso questo: se il Green Pass viene utilizzato per andare a lavorare in tutta Italia, credo che la stessa attenzione vada riservata alle persone che passano il confine per lavorare».

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