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    E TANTI CARI SALUTI ALLA RIVOLUZIONE DELLO SMART WORKING! ­– DAL 1° APRILE DECADONO LE REGOLE IMPOSTE DALLA LEGGE PER L'USO IN LARGA SCALA DEL LAVORO AGILE. IN ASSENZA DI INTESE INDIVIDUALI TRA IMPRESA E IMPIEGATI, SI TORNERÀ AL REGIME PRE-PANDEMIA. TRADOTTO: TUTTI IN UFFICIO – RISCHIANO DI DOVER TORNARE “IN PRESENZA” 3,7 MILIONI DI LAVORATORI. UN PROBLEMA CHE RIGUARDA SOPRATTUTTO LE GRANDI IMPRESE...


     
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    Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

     

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    La rivoluzione smart-working, per molti lavoratori, potrebbe essere ridimensionata dal 1° aprile. Finiti gli obblighi di legge, l'unica strada percorribile è quella degli accordi individuali tra azienda e lavoratori. Che non tutte le società hanno però predisposto. Per milioni di persone, quasi quattro secondo l'osservatorio dedicato della School of Management del Politecnico di Milano, ci potrebbe essere un brusco risveglio dopo anni, quelli del Covid-19, caratterizzati dal lavoro da remoto.

     

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    Oltre 3,7 milioni di persone vivono nell'incertezza post Pasqua. Dal primo aprile decadono le regole imposte dalla legge per l'uso in larga scala del lavoro agile. In altre parole, in assenza di intese individuali tra impresa e impiegati, si tornerà al regime che ha caratterizzato l'economia italiana prima della pandemia. […]

     

    Secondo i dati di Polimi nel 2023 i lavoratori da remoto sono aumentati soprattutto nelle grandi imprese con oltre un addetto su due, pari a 1,88 milioni di persone. Di contro, nelle pmi sono saliti solo in modo lieve, con un totale di 570mila persone. Nelle microimprese si è registrato un calo (620mila lavoratori, il 9% del totale), così come nelle Pubbliche Amministrazioni (515.000 addetti, il 16%).

     

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    A tirare le somme ci pensa David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop). Secondo cui «non si deve generalizzare sull'uso dello smart-working, ci saranno persone che dall'1 aprile subiranno questa decisione e altri invece che vivranno meglio il ritorno totale in presenza».

     

    Tuttavia, spiega, «il tema dello smart-working non deve essere liquidato come un tema di emergenza, ma dovrebbe far parte di una riorganizzazione complessiva in cui si tiene conto delle esigenze del lavoratore e del datore. Deve essere una delle opzioni, concordata e programmata. Diciamo che l'optimum è una forma mista, in presenza e in remoto». Nonostante ciò, il rischio di situazioni opache, con controversie diffuse, è assai elevato.

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