Andrea Vivaldi per repubblica.it
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È stato condannato a 6 anni di reclusione il calciatore del Genoa Manolo Portanova. Il giovane, 22 anni, era finito a processo con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Oggi, 6 dicembre, il tribunale di Siena ha emesso la sentenza al termine del rito abbreviato, chiesto dall'avvocato di Portanova, Gabriele Bordoni. E ha condannato il calciatore, in solido con un altro imputato, al pagamento di un risarcimento di 100 mila alla ragazza, 20 mila alla madre e 10 mila all'associazione parte civile Donna.
Il calciatore, ex Juventus, era accusato assieme ad altri due coetanei, lo zio Alessio Langella, 23 anni, e Alessandro Cappiello, 25, nei confronti di una studentessa di 21 anni.
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Lo scorso 22 novembre, nel corso di una lunga udienza, il pm Nicola Marini aveva chiesto 6 anni di condanna per Portanova e Langella, pure lui con rito abbreviato, mentre per Cappello il rinvio a giudizio che è stato decretato nell'udienza di oggi. Anche per Langella il giudice ha pronunciato una condanna a 6 anni.
Nell'indagine è coinvolto un quarto ragazzo, 17enne all'epoca dei fatti, nei confronti del quale lavora quindi la procura minorile di Firenze. Portanova (che oggi era in aula) come gli altri imputati si è sempre dichiarato innocente. E la difesa ora potrà presentare ricorso in appello.
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La vicenda, nella ricostruzione portata avanti dagli investigatori e dalla Procura, risale alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021. Quella sera Portanova, assieme a Langella e Cappiello, avrebbe incontrato la giovane in un appartamento nel centro di Siena, a due passi da piazza del Campo. La studentessa, che è stata assistita dal legale Jacopo Meini, era in contatto col calciatore già da qualche settimana, e i due si erano scambiati dei messaggi sul cellulare. Poi, quella sera, la ragazza, dopo una cena con un'amica, avrebbe raggiunto Portanova all'appartamento, accettando l'invito a una festa. I due si sarebbero appartati in una stanza, e il gruppo di amici - nonostante i rifiuti della giovane - avrebbe abusato di lei. In quei minuti, la scena sarebbe anche stata ripresa con dei cellulari.
Pochi giorni dopo la 21enne, sotto shock, ha trovato la forza di denunciare alla Polizia dopo essersi confidata con la famiglia.
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