spagna italia
Alessio Caprodossi per www.gqitalia.it
Meno amichevoli inutili con in mezzo Azerbaijan, Andorra, San Marino, Liechtenstein, Isole Far Oer, Gibilterra, Kosovo, Malta e Lussemburgo, più partite con tre punti in palio tra nazionali dello stesso valore tecnico, con in palio una coppa per le squadre migliori e la possibilità di salire di livello per affrontare queste ultime per i team meno quotati. Questa è in estrema sintesi l’essenza della Nations League, il torneo che vedrà impegnate le compagini delle 55 nazioni europee affiliate all’Uefa.
SPAGNA ITALIA
Si comincerà il 6 settembre del 2018 con le gare di qualificazione che si concluderanno entro novembre dello stesso anno, mentre a giugno andranno in scena semifinali e finale tra le nazionali della prima fascia per la conquista del trofeo e le Final Four delle altre serie. Già perché l’idea nata sotto l’egida Platini e presentata ufficialmente ieri a Ginevra (in un Congresso Straordinario Uefa che ha ratificato l’entrata di Andrea Agnelli nel Comitato Esecutivo dell’associazione) prevede la suddivisione delle squadre in quattro serie (o leghe, come dir si voglia) in base alla rispettiva posizione nel Ranking Uefa al termine delle qualificazioni per i Mondiali in Russia della prossima estate.
Al momento, comanda la Germania davanti a Portogallo, Belgio, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Italia, Francia, Polonia, Russia, Croazia e Islanda. A parte il duello ancora aperta tra quest’ultima e Galles, queste dovrebbero essere i team inclusi nella prima serie da 12 squadre.
ANDREA AGNELLI
Dietro a loro spazio alle altre tre leghe, la B con 12 squadre, la C con 15 e la D con 16. Per le prime due serie sono previsti gironi da tre squadre, per la serie C gironi da quattro e uno solo da tre squadre, per la serie D quattro giorni da quattro squadre.
Il programma proporrà per ogni Nazionale quattro o sei partite, che si giocheranno nelle stesse finestre autunnali dedicate alle rappresentative nazionali ma, a differenza del passato, niente più amichevoli dall’appeal pari a zero, buone solo per qualche esperimento tecnico-tattico dei ct, perché più si vince più si guadagna, in posizioni per le piccole, in prestigio per le grandi.
Se per le nazionali più forti non cambierà poi molto, presumendo che il pass per i successivi Campionati Europei sarà ottenuto passando dalle relative qualificazioni (su questo punto poi ci torniamo), cambia invece la prospettiva delle squadre più deboli, che vincendo la propria serie di Nations League saranno promosse nella serie superiore (in C per la D, in B per la C e in A per la B). Per chi invece andrà male e finirà all’ultimo posto scatta la retrocessione (in B per la A, in C per la B in D per la C).
CEFERIN
Detto che solo con il sorteggio delle serie di Losanna del 24 gennaio 2018 la Nations League prenderà forma, la rilevanza della manifestazione sta nel mettere in palio l’accesso ai Play-off per Euro 2020. Con le prime venti partecipanti che arriveranno dalle consuete qualificazioni (vanno le prime due classificate di ogni girone), si giocherà per accaparrarsi uno degli ultimi quattro posti.
Ai Play-off accederanno le sedici vincitrici dei gironi di Nations League, cioè tutte le vincenti dei giorni delle quattro leghe. Ognuna di quest’ultime seguirà il suo percorso con semifinali e finale in gara secca, con la vincente che otterrà il biglietto per gli Europei; qualora una vincente dei gironi di Nations League abbia ottenuto il pass già con le qualificazioni (scenario molto probabile per le squadre della serie A e parte della serie B), il suo posto verrà assegnato alla seconda classificata dello stesso girone di Nations League.
Alla fine, dunque, si rimescolano le carte per cambiare poco o nulla, nel senso che la priorità più cara per l’Uefa sono match che siano interessanti per il pubblico. Cosa meglio di incontri da tre punti? E per di più con un trofeo in palio che non occupa altre caselle in un calendario già troppo denso di incontri (causa campionati allargati a venti squadre che offrono sempre più partite inguardabili e sempre più goleade). Un piatto ricco che richiama sponsor e televisioni, i padroni del calcio moderno: contenti loro, contenti tutti. A partire dalle Federazioni, che finiranno per guadagnare di più.