paul pogba e romelu lukaku
1 - SERIE A BATTE PREMIER POGBA E LUKAKU DUE ADDII PER RILANCIARSI
Gianluca Di Marzio per il “Corriere della Sera”
Pogba e Lukaku hanno in comune l'età e la stessa voglia matta di tornare in Italia. Persino rinunciando a un sacco di soldi di ingaggio, una vera e propria eccezione per chi ha ventinove anni ed è nel pieno della carriera.
pogba
Ecco l'altra stranezza di questo doppio caso di mercato: il fascino ritrovato della serie A, un piccolo smacco alla grande Premier League che li ha sedotti a suon di euro per poi farsi abbandonare sul più bello. Nel caso di Pogba, la vittoria italiana è addirittura doppia, anzi tripla. Preso a zero, venduto a cento milioni e ormai ripreso di nuovo a zero, Manchester è diventata terra di conquista per la Juventus.
Allo United, il Polpo guadagnava circa 15 milioni netti a stagione, con i diritti d'immagine e le campagne pubblicitarie arrivava quasi a 30. Eppure non si sentiva più protagonista, aveva perso la luce.
pogba e raiola
L'hanno capito subito i dirigenti bianconeri, in visita da Mino Raiola a Montecarlo qualche mese fa. In quell'occasione, chiacchierando di Pogba, e prenotandosi per il futuro, si lanciarono addirittura in una provocazione: «Per Haaland siamo ancora in tempo?», troppo tardi. E troppo avanti la pratica City per tentare un clamoroso sorpasso. Resta il segnale però, l'ambizione che si riaccende, un progetto di ricostruzione che passa da Allegri, l'allenatore che ha saputo trovare la chiave tattica nel rendimento di chi in realtà non ha mai staccato il filo diretto con Torino.
paul pogba
Così, adesso Paul aspetta serenamente gli ultimi passaggi affidati a Rafaela Pimenta, l'agente che dovrà definire i dettagli di un contratto che la Juve ha previsto da 8 più bonus. Mentre a Parigi, dove avrebbero voluto offrigli molto di più, stanno perdendo ancora tempo e non hanno ancora chiuso per l'allenatore (Galtier il favorito).
romelu lukaku
L'anticipo gioca così a favore del piano juventino, meno per le complicate strategie dell'insoddisfatto Romelu. È dallo scorso Natale che Lukaku manda messaggi pubblici e privati all'Inter, chiamando dirigenti e allenatore, compagni e presidente, pronto a lasciare un terzo di stipendio a Londra, cercando ogni strada percorribile per rendere possibile l'impossibile. Ovvero andare via in prestito, magari gratuito, forse biennale, dallo stesso club che lo ha comprato un anno fa per 115 milioni.
lukaku
E che deve ancora finire di pagarlo. Nessuno dell'Inter farà formalmente il primo passo, è anche una questione di rispetto per chi ha fatto un simile investimento solo un'estate fa e non senza momenti di tagliente tensione tra le parti. Peraltro il Chelsea ha appena cambiato proprietà, dovrà decidere se affidare il mercato ancora a Marina Granovskaia, la manager che non ama le brutte figure e costrinse Lukaku a chiedere mediaticamente scusa dopo la letterina d'amore spedita sotto l'albero interista.
paul pogba e romelu lukaku
La grande differenza con Pogba è questa: se il francese è libero di decidere il proprio destino, Big Rom è nelle mani di una società che l'ha ricomprato battendo ogni record di spesa. Lui farà di tutto per farsi ascoltare, pronto a contattare direttamente il nuovo proprietario e rifiutando ogni altra corteggiatrice di mercato. Il nostro campionato non crede ai suoi occhi: due campioni di livello mondiale, ceduti per oltre 100 milioni, vogliono ridursi l'ingaggio e preferiscono giocare di nuovo in serie A che rimanere in Premier. Petto in fuori, il mercato si fa bello come una volta.
2 - DE LIGT SPAVENTA LA JUVE: «RINNOVO? DUE QUARTI POSTI NON MI BASTANO...»
Alberto Mauro per “il Messaggero”
matthijs de ligt 8
Il caso de Ligt scuote la Juventus dalle fondamenta, ovvero la difesa. L'addio di Chiellini infatti era ampiamente previsto, quello di de Ligt invece non rientra nei piani della dirigenza, nonostante una trattativa per il rinnovo mai entrata nel vivo, una clausola rescissoria da 120 milioni che si attiva quest' estate, e le ambizioni del centrale olandese ridimensionate dagli ultimi risultati della Juventus di Allegri.
matthijs de ligt 9
Il futuro dell'ex capitano dell'Ajax rimane ancora tutto da scrivere, e chi sperava in un passo verso la Juventus dal ritiro dell'Olanda è rimasto deluso, anche perché Matthijs non è mai stato uno da troppi giri di parole.
«Due quarti posti di fila non mi soddisfano, dovremo fare dei passi in avanti, per quanto riguarda il progetto sportivo guardo sempre a ciò che è meglio per me. Il rinnovo di contratto? Ci sono colloqui in corso, e quando sarà il momento deciderò se prolungare o se guardare oltre». De Ligt si lascia aperta una via di fuga e pretende garanzie per la prossima stagione, e in questo senso due come Pogba e Di Maria potrebbero aiutare.
ANGEL DI MARIA
LAPORTE, LENGLET E GABRIEL
Per il francese la Juve conta di chiudere in settimana, in salita Di Maria: nei prossimi giorni nuovi contatti, ma l'argentino non intende andare oltre un solo anno di contratto, mentre per beneficiare del decreto crescita la Juve ha bisogno di almeno un biennale.
matthijs de ligt con leonardo bonucci
De Ligt invece è in scadenza 2024, si discute il rinnovo fino al 2026 (confermando gli 8 milioni di parte fissa, ma riducendo i bonus) e uno dei nodi della trattativa è proprio la clausola rescissoria che il giocatore vorrebbe abbassare da 120 a 70/80 milioni. Sul difensore c'è il Chelsea oltre al Barcellona, mentre la Juve sta facendo valutazioni su Koulibaly, Laporte, Lenglet e Gabriel.
tomori del milan
DEFREL ED EL SHAARAWY
Il Milan invece è vicino al rinnovo di Tomori e proverà a chiudere per Sanches, davanti Berardi è l'alternativa a Zaniolo, ma c'è stato un sondaggio anche per Nkunku del Lipsia, il nome nuovo per l'attacco. Monza scatenato, nel mirino Defrel e El Shaarawy (c'è anche l'Atalanta che probabilmente non riscatterà Demiral dalla Juve). Mentre l'Inter valuterà offerte ufficiali per Bastoni, aspetta Dybala e se parte De Vrij c'è Bremer. Gnonto dello Zurigo piace al Sassuolo, ma c'è la concorrenza di Hoffenheim, Friburgo e Anversa. L'Udinese ha ufficializzato Buta dal Braga. Alberto Mauro
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