Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
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Avevo previsto che all'inizio del campionato di calcio nessun giocatore si sarebbe inginocchiato per rendere omaggio agli afghani schiavizzati dai talebani. Il lettore ricorderà invece che agli Europei vinti dall'Italia, prima dell'inizio di ogni partita schiere di atleti si genuflettevano in segno di protesta contro il razzismo, ciò aveva scatenato qualche polemica aspra. In effetti nel mondo del pallone i neri sono tra i più bravi a tirare pedate, vengono addirittura idolatrati, applauditi in ogni stadio del continente, inclusa l'Italia.
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Un esempio. Lukaku, attaccante dell'Inter, artefice dell'ultimo scudetto conquistato dai nerazzurri milanesi, è stato venduto a una squadra inglese e tutti i tifosi si sono stracciati le vesti per il dolore. Stimavano il puntero e non volevano privarsene. Cosicché hanno protestato con veemenza contro la società che per fare denaro ha ceduto il campione amato. Le maggiori equipe di ogni Paese calcisticamente evoluto schierano nelle loro formazioni ragazzi di colore stimatissimi e applauditi dal pubblico. Segno che il razzismo non esiste se non nella testolina bacata dei conformisti che lo sfruttano ai fini di speculazioni politiche di bassa lega.
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Gli inginocchiamenti cui abbiamo assistito lo scorso mese durante la competizione dominata dagli azzurri sono stati l'emblema di una mentalità che si fonda sul vuoto culturale dominante. E la dimostrazione che l'odio razziale è solo un pretesto evidente per denigrare i cittadini non di sinistra è plateale.
I giocatori, che sono abili nel colpire con i piedi la cosiddetta sfera di cuoio, stanno fornendo la prova di avere il cervello di gallina. Infatti si prostrano ai loro colleghi di colore, ma se ne infischiano degli afghani trucidati e dei loro bambini scaraventati sugli aerei in partenza da Kabul nella speranza che possano avere un futuro.
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Certe scene strazianti non commuovono terzini e centrocampisti a cui non viene in mente di solidarizzare con genitori disperati che sperano, distaccandosene, di salvare i loro figli. Personalmente sono scandalizzato dal comportamento dei nostri giocatori ricchi sfondati, ai quali preme di più ricevere l'applauso degli antirazzisti immaginari che la vita e l'avvenire di tanti bimbi nati in un Paese disgraziato e reso infrequentabile anche col contributo degli occidentali.
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