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GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI
Il lato fragile della maggioranza di governo è quello esposto al caos cinquestelle. Tra beghe legali, faide interne, fumosi progetti di rinnovamento, il Movimento è acefalo e senza una guida solida.
Un deserto politico che mette in imbarazzo Mario Draghi che si ritrova senza un interlocutore tra i grillini: Conte ha ancora un piede e mezzo fuori, è indeciso a tutto, non sa se farsi re sulle macerie M5s o creare un partito ex novo; Beppe Grillo è un interlocutore debordante, con i suoi ragionamenti fiume spara dieci idee, cento progetti e mille cazzate; Di Maio è stato ridimensionato a leaderino tascabile da scongelare al massimo per le assemblee condominiali.
conte grillo
Draghi ha annusato Conte: lo percepisce "indeciso", ha capito che non ha la forza di affrontare i suoi oppositori. Lo stesso Enrico Letta, nella confusione sulla leadership pentastellata, fu costretto a incontrare sia Conte che Luigino Di Maio. D'altronde L'Avvocato di Padre Pio non è (ancora) il rappresentante politico del M5s.
Beppe Grillo incalza: "Giuseppe, devi scendere in battaglia, sei troppo sfumato. Devi rischiare, se cerchi l'unanimità non la troverai mai". Ma Conte è angustiato, non vuole mettersi contro i potentati né scontentare i suoi fan (e ha anche vago timore che qualche procura vada prima o poi a disturbare la sua carriera politica).
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
Solo ora si sta rendendo conto che fare il presidente del Consiglio "mediatore", ruolo che esaltava le sue virtù neodemocristiane, è cosa ben diversa dal fare il segretario di partito.
In questa nuova veste, bisogna prendere posizione (per esempio sul terzo mandato grillino), andare in contrasto, battagliare, polemizzare, infiammare o sedurre gli elettori: "Giuseppi" è disposto a farlo, rischiando di sporcare la bianca pochette inamidata?
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE
Che sia l'uomo giusto o un clamoroso bluff, si scoprirà in autunno quando le principali città italiane saranno chiamate a eleggere il loro sindaco. Il risultato delle urne porterà allo showdown: si capirà chi è un leader, chi un leaderino e chi un turista della politica.
Ps: se il centrodestra dovesse fare filotto e stravincere, da Napoli a Torino passando per Roma, non potrebbe chiedere di andare subito al voto, essendo a quel punto iniziato il semestre bianco di Mattarella. Potrebbe però spendere le sue fiches per mettere bocca sulla scelta del prossimo presidente della Repubblica...
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio