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    LO SCANDALO DEI NEONAZISTI TRAVOLGE L’ANTITERRORISMO TEDESCO: SI DIMETTE IL CAPO HEINZ FROMM – BUFERA SULLE INDAGINI SULLA NSU, GRUPPO TERRORISTICO DI ESTREMA DESTRA RESPONSABILE DI ALMENO DIECI OMICIDI – PERCHE’ SONO STATI DISTRUTTI I DOCUMENTI SULLA CELLULA? – PER PROTEGGERE GLI AGENTI INFILTRATI? – TERRIBILE SOSPETTO: GLI OMICIDI SI POTEVANO EVITARE? – I COLLEGAMENTI CON I NEONAZI ITALIANI E IL TRAGICO SUICIDIO DI DUE TERRORISTI….


     
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    Alessandro Di Lellis per "il Messaggero"

    Uwe Mundlos jpegUwe Mundlos jpeg IL TRIO NEONAZISTA DI Zwickau jpegIL TRIO NEONAZISTA DI Zwickau jpeg

    Non si possono arrestare le valanghe. Lo scandalo legato alla cellula neonazista Nsu ha travolto il capo dell'antiterrorismo tedesco. Heinz Fromm, 63 anni, alla guida dell'Ufficio federale per la difesa della Costituzione, ha rimesso il mandato nelle mani del ministro dell'Interno Hans-Peter Friedrich, motivando pudicamente il ritiro con una richiesta di pensionamento anticipato.

    Fromm, un socialdemocratico a capo del servizio dal 2000, in verità paga per la scandalosa condotta delle indagini sulla Nsu, una sigla che sta per Clandestinità Nazionalsocialista, altrimenti nota come Cellula del terrore di Zwickau, la città di origine del trio di neonazisti, due uomini e una donna, autori di almeno dieci omicidi a partire dal Duemila.

    Le vittime, una poliziotta e nove immigrati, le cui morti erano state con faciloneria attribuite a risse o incidenti. E adesso emerge che l'antiterrorismo avrebbe in tutta fretta distrutto almeno sette faldoni di atti riguardanti la cellula.

    NEONAZISTI TEDESCHI jpegNEONAZISTI TEDESCHI jpegI DUE NEONAZI DI ZWICKAU jpegI DUE NEONAZI DI ZWICKAU jpeg

    Ufficialmente, la distruzione sarebbe stata decisa perché erano scaduti i termini legali per la conservazione di atti riservati. Una spiegazione che non convince nessuno, perché la cancellazione è avvenuta subito dopo la tragica fine dei due uomini del trio e la cattura della donna, nel novembre 2011. In realtà, secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, gli organi di sicurezza monitoravano da tempo l'attività criminale della Nsu e avevano infiltrato con almeno otto elementi una organizzazione ad essa vicina, il Gruppo di difesa della Patria in Turingia. C'è il sospetto che in questa attività di spionaggio, sia stato consentito alla Nsu di portare a termine alcuni delitti.

    C'è anche un altro filone, che riguarda l'Italia. Secondo i quotidiani Berliner Zeitung e Frankfurter Rundschau gli inquirenti italiani nel 2003 e 2011 avevano avvertito i colleghi tedeschi di una sorta di patto nell'ambiente dei neonazisti europei per attivare la caccia agli immigrati. Nel 2000 la Procura di Bolzano aveva aperto un'inchiesta, con 23 arresti, sui rapporti tra gli estremisti altoatesini, austriaci e tedeschi. Il procuratore bolzanino Guido Rispoli ha confermato che dalle cellule tedesche sarebbero arrivati finanziamenti ai «camerati» italiani. Anche la Nsu potrebbe avere inviato fondi.

    Hans Peter Friedrich jpegHans Peter Friedrich jpeg Heinz Fromm jpegHeinz Fromm jpeg

    Il gruppo si finanziava con le rapine. Uwe Mundlos, il duro del trio, il compare Uwe Boehnhardt e Beate Zschaepe formavano una singolare famiglia, in cui gli uomini attuavano assalti e omicidi e la donna provvedeva alla logistica. Ma anche le sue mani potrebbero essere macchiate di sangue. Il 4 novembre 2011, dopo una rapina alla Cassa di risparmio di Eisenach, braccati dalla polizia, Mundlos e Boehnhardt si chiusero in un camper e si tolsero la vita. La Zschaepe, che seguiva gli eventi collegandosi a siti di notizie, dette fuoco all'abitazione-covo prima di fuggire e successivamente inviò ai media un video di rivendicazione di dieci anni di terrore. Ma la sua latitanza era ormai alla fine.

     

     

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