Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
FRANCO GABRIELLI
Gli analisti lo ripetono da mesi: non è una questione di se, ma di quando e dove. E anche gli italiani ormai hanno imparato a convivere con la consapevolezza che il rischio zero non esiste. E che non c' è un motivo specifico per cui la follia terrorista non possa colpire, prima o poi, il nostro Paese.
Le ultime considerazioni del capo della polizia Franco Gabrielli sono la fotografia di questa situazione: Inutile illudersi, anche noi pagheremo un prezzo, non c' è dubbio. Ma sia chiaro che saremmo sconfitti solo se ci lasciassimo condizionare nella nostra quotidianità, ha sottolineato in un' intervista pubblicata ieri su Il Giornale e Qn.
donne jihadiste 9
Non un allarme ma la stessa presa di coscienza di quando, da prefetto della Capitale, Gabrielli mise a punto il piano di sicurezza per il Giubileo straordinario. Piano che ha funzionato alla perfezione. E adesso è sempre il capo della polizia a far intendere che, fra le misure da adottare per contrastare dall'interno la creazione di cellule e l' evoluzione di lupi solitari, ci saranno cambiamenti nei rimpatri di chi riceve una risposta negativa alla richiesta di asilo in Italia.
La normativa europea prevede in caso di ricorso un solo grado di giudizio, da noi tre. Intendiamo fermarci al primo, ha precisato Gabrielli, che ha anche annunciato un prolungamento dei tempi di residenza nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) fino a un anno (oggi è di 180 giorni).
franco gabrielli
Insomma, un' intensificazione della rete di prevenzione che si affianca al controllo del territorio, massiccio come mai in passato (come ha dimostrato l' operazione che ha portato all' individuazione di Anis Amri, il killer di Berlino, poi ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia alle porte di Milano), e alle espulsioni decise in via amministrativa direttamente dal ministro dell' Interno - senza passare per procedimenti giudiziari - di immigrati considerati pericolosi per l' ordine e la sicurezza pubblica.
iraq l'avanzata dei jihadisti 8
Alcuni di loro, come hanno dimostrato le indagini dopo i rimpatri - ha rivelato il capo della polizia -, erano vicini all' Isis e stavano davvero per compiere attentati e fare morti. Noi dentro questa minaccia ci siamo già, ma la verità è che se la smettessimo di giudicarci più coglioni degli altri, scopriremmo che in molti casi siamo migliori.
E mentre sempre Gabrielli propone di incentivare il rientro in patria di chi viene espulso rendendolo vantaggioso per i loro Paesi d' origine, sul fronte della prevenzione già sono scattate le misure post festività. Da domani infatti si torna alla vita di tutti i giorni, e uno dei timori è proprio quello legato all' imprevedibilità di un ipotetico atto terroristico slegato da situazioni particolari.
jihadisti isis
Tanto che, ad esempio, le stesse ambasciate straniere non pubblicano alert specifici per mettere in guardia i loro connazionali. Un giorno qualsiasi, in un posto qualsiasi. Come è avvenuta la maggior parte degli attacchi negli ultimi due anni in mezza Europa. Anche per questo motivo il sistema di vigilanza e di intelligence rimarrà ad altissimi livelli a oltranza, su tutto il territorio nazionale. Con un' attenzione particolare per i posti di aggregazione: i locali della movida, concerti, eventi culturali, ritrovi tradizionali. E luoghi di culto. Di giorno ma anche di sera. Per non lasciare nulla al caso.