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    “UNA RICETTA PUÒ ESSERE BELLA COME UNA POESIA?” - IL CAPOLAVORO CULINARIO (E SOCIALE) DI ABBS SURCLASSA IL MEMOIR GASTRONOMICO DI ERRI DE LUCA CHE ANNOTA: “LA SCARSITÀ DI CIBO UMILIA ... MI È CAPITATO E ME LA SONO TENUTA” - L'IMPEGNO DI OGGI DI FRONTE AL “DISAVANZO FRA MALNUTRITI E PASCIUTI, SU SCALA PLANETARIA...”


     
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    Pasquale Chessa per “il Messaggero”

     

    annabel abbs annabel abbs

    «Una ricetta può essere bella come una poesia?» si chiede Eliza Acton, personaggio vero del romanzo immaginato da Annabel Abbs: La cucina inglese di Miss Eliza. Nel titolo dovrebbe comparire anche Ann Kirby, giovanetta dalle disgraziate origini, aiutante e coprotagonista nell'impresa di scrivere, in presa diretta con i fornelli, il più famoso libro di cucina della storia britannica: Modern Cookery for Private Families (1845).

     

    La parola modernità ma soprattutto la famiglia privata come destinataria dell'opera sono all'origine di un successo che funziona come la spia di un profondo cambiamento storico in atto.

     

    Essere ancora zitella a 35 anni e perdippiù poeta di amori infelici, sono due condizioni che possono rendere impervia la vita a una donna volitiva di fronte ai pregiudizi dell'Inghiltera vittoriana. Come le dice il suo editore, per giustificare il rifiuto a pubblicare il suo ultimo libro in versi, «la poesia non si addice alle donne».

     

    Il consiglio di scrivere invece un libro di cucina viene accolto da tutta la famiglia come una villania mondana, un oltraggio sociale. Se non fosse che Eliza, costretta dal fallimento del padre, piccolo industriale della birra, a cercare nuove fonti di sopravvivenza si trova alle prese con pentole e fornelli.

     

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    Così di fronte alle difficoltà di venire a capo di una crema al limone scopre che i ricettari sono scritti come le peggiori poesie: «sciatte, frammentarie, disordinate». La soluzione è geniale: «Una pratica lista degli ingredienti». La svolta è storica: la scienza della cucina diventa da allora il riflesso della storia sociale del tempo. Per la sua collaboratrice, la servetta Ann figlia senza destino di un padre ubriacone e una madre pazza, la pratica del mangiar bene diventa un formidabile ascensore sociale.

     

    SUCCULENTA

    Non è facile attribuire a una succulenta coda alla vaccinara spolpata in una osteria romana del Testaccio che odora ancora di antico e nemmeno al pungente profumo di ragù che sale dai piani bassi del rione Sanità di Napoli, le stesse suggestioni della mitica madeleine francese, il soffice dolcetto a forma di conchiglia che spingeva Marcel Proust alla ricerca del tempo perduto.

     

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    Ci prova con Spizzichi e bocconi Erri De Luca, scrittore dalle molte anime che ricerca nella sua biografia alimentare la fenomenologia del cibo famigliare, fra friarelli e tracine, fritto di cervella e pastiera napoletana con scorribande esistenziali che spaziano dalla bagna cauda del Piemonte fino ai wurstel bollenti mangiati per le strade di Vienna...

     

    Nel tempo perduto di Erri De Luca persino il «Digiuno» ha un sapore. Che non gli è ignoto: «La scarsità di cibo umilia ... Mi è capitato e me la sono tenuta». È per questa via che alla ricetta del suo piatto preferito le melanzane alla parmigiana fa da contrappunto la memoria della politica di ieri il Sessantotto, Lotta continua e l'impegno di oggi di fronte al «disavanzo fra malnutriti e pasciuti, su scala planetaria». Per registrare il passaggio d'epoca, De Luca intercala i suoi memoirs con le notazioni dietetiche, davvero preziose, autentico libro nel libro di Valerio Galasso eccellente biologo nutrizionista.

     

    IL CONFRONTO

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    Ma nel confronto, il sapore di antico sostenuto da una narrazione mimetica che insieme al sapore del cibo riesce anche a restituirci il gusto del tempo nascosto nelle pieghe della storia, fa del nuovo romanzo di Annabel Abbs, già scrittrice e saggista di buona reputazione, un piccolo capolavoro di storia sociale tutto da scoprire: «Proprio come una poesia!»

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