SWG: con Conte leader il M5S balzerebbe al 22%... e il PD precipiterebbe al 14.
— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) March 1, 2021
Insomma, sempre lì stiamo (sul 35% sommati) ma il PD, che ha versato sangue per un anno per Conte, farebbe la fine del junior partner dei 5 Stelle. pic.twitter.com/9ndPbfdbRu
Giovanna Vitale per "la Repubblica"
Bettini e Zingaretti
«Il Pd è malato di tafazzismo. È arrivato il momento di dire basta». Nicola Zingaretti non ne può più del fuoco amico, di restare in balia delle correnti che, anziché pensare a come rilanciare il Pd, studiano il modo per cacciarlo. Stavolta si cambia spartito. O la va o la spacca. E allora, no alle primarie, il segretario si cambia alla scadenza, nel 2023, gli avversari interni si rassegnino, sarà lui a fare le liste per le prossime Politiche.
ZINGARETTI RENZI
Sì invece alle alleanze, anche con i 5S, ma senza più Conte nel ruolo di federatore del centrosinistra. «Un' ipotesi vecchia, ora è diventato capo di un partito in competizione con noi, sebbene dalla stessa parte della barricata, siamo in un' altra fase». Furibondo con chi gli contesta di averli resuscitati entrambi, il Movimento e l' avvocato: «Buffo che ora tutti lo temano mentre fino a ieri lo consideravano un mezzo incapace», riflette con i suoi. Si è stufato, il governatore del Lazio.
GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE
Nelle ultime settimane lo hanno accusato di tutto: mancanza di coraggio, di essersi fatto vampirizzare dai Cinquestelle, di incapacità di rigenerare un partito che, dopo tre anni, è ancora inchiodato alle percentuali a cui Renzi lo aveva lasciato. E ora si è scocciato. Mettendo subito in chiaro che sì, una discussione sul ruolo e la funzione dei Democratici nell' inedito quadro determinato dal governo Draghi, andrà avviata. E anche presto. Come peraltro gli altri partiti stanno già facendo. Ma lì si dovrà fermare.
conte zingaretti
Intanto perché nessuno, finora, ha chiesto le primarie, anzi: Base riformista, la corrente più ostile e agguerrita, ha sin qui fatto capire che non vuole la testa del segretario, solo ridefinire la linea politica, sottrarsi all' abbraccio con i 5S, tornare alla vocazione maggioritaria del Pd.
E adesso Zingaretti vuol verificare se è davvero così, oppure si tratta di una strategia per logorarlo, costringerlo a chiamare lui i gazebo pur di sottrarsi all' assedio. Un passo falso che tuttavia il leader dem non intende compiere. Deciso ad appurare se la proposta di gestione unitaria del partito, lanciata da Lorenzo Guerini, sia autentica o semplicemente un' esca.
orlando zingaretti
Per questo al Nazareno si sta valutando di offrire al correntone riformista il posto di vicesegretaria accanto a Orlando, anziché affidarlo alla zingarettiana D' Elia. Sempre che di là riescano a mettersi d' accordo: Luca Lotti spingerebbe infatti per Simona Malpezzi, il ministro della Difesa per Alessia Morani, l' ex sottosegretaria allo Sviluppo ancora furibonda per essere rimasta fuori dal governo, sostituita nello stesso incarico da Anna Ascani.
goffredo bettini nicola zingaretti piero fassino
Un test necessario per sondare le reali intenzioni degli avversari interni. Coi quali, nel caso, siglare una tregua vera e soprattutto duratura. Che contempli non solo il cessate il fuoco contro l' attuale leader, ma anche un' intesa di massima sull' identità e il ruolo del Pd. A partire dalle alleanze con il M5S e Leu, che per Zingaretti non si discutono. Irritato dai tanti che continuano a rinfacciargli di aver difeso Conte fino alla morte.
SONDAGGIO SWG - M5S AL 22 PER CENTO CON CONTE LEADER
«Non sono stato io a volere il patto giallorosso, lo sanno tutti che ero contrario, ma quando si fa un governo insieme, ci si sta da amici non da avversari». Perciò lui ha fatto l' impossibile per tutelare il premier.
Adesso però «quell' esperienza è finita, abbiamo voltato pagina», ribadisce. E siccome Conte ha preso le redini del Movimento, come peraltro gli aveva anticipato, non potrà più essere il federatore del centrosinistra che si era immaginato «mesi fa», quando si pensava di poter andare a elezioni senza passare per un altro esecutivo. Sfruttandone anche la popolarità.
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E neppure lo preoccupa il sondaggio Swg trasmesso ieri dal TgLa7 che agita invece suoi parlamentari, secondo cui il M5S guidato dall' avvocato schizzerebbe al 22% (+6,2 punti) precipitando il Pd al 14,2, oltre 4 punti in meno della scorsa settimana, con la Lega al 22,3, FdI al 16,1 e FI al 6,1. A parte l' entusiasmo della novità, «il problema non è Conte al 22%. Il problema è che il centrodestra sta al 50», attacca Zingaretti.
Su questo bisognerebbe concentrarsi, non massacrare il segretario. Come subito fa Enrico Borghi sui social: «Il Nazareno scuote l' albero e Grillo raccoglie i frutti. Fenomeni».
RENZI ZINGARETTI LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE
In attesa della tregua.
lorenzo guerini teresa bellanova Lorenzo Guerini