CARABINIERI ACCUSATI DI STUPRO
Si dice «devastato», consapevole di «aver fatto una cosa inqualificabile» ma anche di non saper spiegare «perché mi sono fatto trascinare in questa situazione»: così al proprio difensore, avvocato Cristina Menichetti, l’appuntato dei carabinieri accusato insieme al collega di pattuglia di aver violentato a Firenze una delle due studentesse americane che hanno denunciato i militari di stupro.
«Mi sono fatto trascinare
RACCONTO RAGAZZE 5 - STUPRO FIRENZE
«Da 20 anni sono nell’Arma e aiuto le persone, anche correndo dei rischi, non so perché mi sono fatto trascinare in questa situazione», ha detto in sostanza al suo legale il militare che ha cercato un difensore per andare volontariamente in procura venerdì scorso a farsi interrogare, prima di essere convocato dagli inquirenti. Le stesse cose, anche in termini diversi, sono state dette dal militare al pm Ornella Galeotti, titolare dell’inchiesta, nel cui ufficio è rimasto sabato dalle 13.20 alle 14.40. Al momento, si apprende dal difensore, l’appuntato non ha ricevuto né avvisi di garanzie né notifiche per compimenti di atti di indagine.
«Non mi sembrava ubriaca»
La studentessa americana che lo ha denunciato per violenza sessuale «non mi sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi», «e non credevo che fosse così giovane: aveva un’aria più matura, vicino alla trentina di anni, mi sembrava più grande di età, più matura» ha raccontato al suo difensore.
RACCONTO RAGAZZE 3 - STUPRO FIRENZE
Quanto riferito al suo legale sono, in buona sostanza, aspetti di cui avrebbe parlato anche anche al pm Ornella Galeotti da cui si è fatto interrogare due giorni fa. «Non mi sono accorto che era ubriaca», e «non ho percepito nessuna contrarietà» al rapporto sessuale avuto insieme, avrebbe anche detto il militare al suo avvocato.
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