CARDINALE MATTEO ZUPPI BERGOGLIO
Lorenzo Bertocchi per “La Verità”
«I vescovi devono sentirsi liberi di votare». Questo avrebbe detto papa Francesco lunedì mattina, in un incontro a porte chiuse con i vescovi italiani che, dai resoconti trapelati, risulta essere stato scoppiettante. Impegnati nell'Assemblea generale i presuli italiani sono stati appunto chiamati ad eleggere il successore del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, e lo hanno fatto ieri mattina individuando la terna di nomi da sottoporre poi al Papa per la scelta definitiva.
matteo zuppi papa francesco
E alla fine il Papa ha scelto come nuovo presidente della Cei il cardinale di Bologna, Matteo Maria Zuppi, 66 anni, già figura di punta dell'Onu di Trastevere, la Comunità di S. Egidio, e vescovo ausiliare di Roma dal 2012, quindi successore del cardinale Carlo Caffarra a Bologna per espressa volontà di Francesco.
Ma il voto dei vescovi riuniti in assemblea più che libero è stato ampiamente indirizzato dal Papa stesso, tanto che la terna uscita ieri dalle urne è stata quasi perfettamente corrispondente alle attese, fatto salvo il terzo nome indicato, quello di monsignor Antonino Raspanti, 62 anni, vescovo di Acireale (avrebbe incassato 21 voti).
BERGOGLIO CON AUGUSTO PAOLO LOJUDICE
Ma si trattava di un outsider, gli altri due nomi sono stati, nell'ordine delle preferenze ricevute, quelli dei cardinali Matteo Maria Zuppi, 66 anni, arcivescovo di Bologna (108 voti), e Augusto Paolo Lojudice, 57 anni, vescovo di Siena (41 voti), cioè i due profili chiaramente emersi dai desiderata papali come espressi anche nell'intervista da lui concessa al direttore del Corriere qualche settimana fa.
gualtiero bassetti
«Preferisco che sia un cardinale», aveva detto papa Bergoglio a Luciano Fontana, aggiungendo in altra occasione che lo voleva anche sufficientemente giovane da non superare l'età canonica per la pensione, i 75 anni, prima della scadenza del quinquennio nel 2027. I nomi di Zuppi e Lojudice quindi sono gli unici che, come ampiamente atteso, rispondevano all'identikit, con l'aggiunta di essere particolarmente vicini allo stile e alla mens di Francesco.
MATTEO ZUPPI E PAPA BERGOGLIO
I due sono considerati pastori in uscita, come si dice secondo un ritornello caro al pontefice, e due preti di strada, secondo un altro mantra di moda, ma tra loro sembrava essere in pole il cardinale di Siena, sebbene con un profilo meno «politico» di quello di chi viene dalla scuola di S. Egidio, la comunità fondata a Roma dal professor Andrea Riccardi nel 1968.
Secondo molte indiscrezioni il cardinale Zuppi recalcitrava all'idea di impegnarsi nella presidenza Cei, anche perché è dato da più parti come uno dei candidati forti per un prossimo conclave e l'idea di assumere le tante beghe che un capo dei vescovi deve prendersi sulle spalle, non appare propriamente come una vetrina utile allo scopo.
walter veltroni con il cardinale matteo maria zuppi foto di bacco
Le patate bollenti di cui si dovrà occupare Zuppi, in primis la questione spinosa degli abusi del clero, come si può già intravedere da quanto accaduto in Francia e Spagna, e dalle pressioni esterne che proprio in questi giorni sono arrivate ai vescovi italiani riuniti in assemblea, saranno forse il dossier più ostico, ma ci sono anche i rapporti politici, quelli dottrinali, quelli con la stessa curia romana.
Per quanto Zuppi certamente si impegnerà, i riflettori saranno tutti puntati su di lui e ogni più piccola stecca sarà registrata dagli spettatori. Ecco allora che quello che veniva dato come il più forte candidato per succedere a Francesco, con questa «inattesa» elezione in qualche modo viene ridimensionato, insieme ai progetti di S. Egidio che secondo diverse interpretazioni da tempo è impegnata a lavorare al prossimo conclave. Nulla è compromesso in linea di principio, ma è evidente che Zuppi presidente della Cei è una grossa novità sul ruolo dei papabili di un futuro conclave.
matteo maria zuppi 2
Sembrava proprio che il Papa fosse orientato sul cardinale Lojudice, pensando per lui anche un ritorno a Roma in veste di vicario, invece, il Papa, forse un po' a sorpresa, ha scelto Zuppi, probabilmente rispondendo alla messe di voti che lo ha indicato come numero 1 della terna.
Perché l'incontro a porte chiuse di lunedì è stata luogo di molti mal di pancia, tanto che la frase di Francesco che invitava a «votare liberamente» è suonata nelle orecchie di molti vescovi dal sapore retorico, visto che è arrivata dopo una tirata del Papa che ha affossato senza mezzi termini la candidatura di monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena. «So che è un bravo vescovo e che è il candidato di Bassetti», avrebbe detto Francesco, «ma io preferisco un cardinale». L'ex presidente Bassetti, che già è uscito di scena senza troppi complimenti, trovandosi accolte senza colpo ferire anche le sue dimissioni da vescovo di Perugia, ha incassato così un altro bel «buffetto» papale.
matteo zuppi
A questo punto si dice che un vescovo sia intervenuto in aula chiedendo direttamente al Papa a cosa servisse tutto questo sfoggio di democrazia, se l'elezione di fatto era già orientata verso i nomi di Zuppi e Lojudice. Una domanda, se veramente c'è stata, che ha una sua innegabile dose di buon senso.
matteo maria zuppi
Che il mal di pancia abbia preso molti vescovi lunedì è testimoniato dal fatto che monsignor Castellucci, nonostante il netto niet del Papa espresso davanti a tutti, sembra abbia preso parecchi voti nelle prima tornata di ieri mattina, salvo poi ritirarsi proprio perché memore della tirata papale nei suoi confronti. Ecco allora che il Papa potrebbe aver scelto Zuppi anziché Lojudice per dare atto del rispetto di una certa democraticità dell'elezione: il cardinale di Bologna è quello che ha preso più voti e il Papa ha «ratificato». «Cercherò di fare del mio meglio, ce la metterò tutta», sono le prime parole del neo presidente dei vescovi italiani. Ma il primo ad essere sorpreso per questa elezioni è forse lo stesso Zuppi, che di imbarcarsi in questa avventura pare non avesse tanta voglia.
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