Estratto dall'articolo di Enrico Fierro per “la Repubblica”
marco manganotti
Diverso anche nel momento della morte, e perfino dopo. Vita e morte di un obeso, con il retroscena che nessuno immagina. Marco Manganotti, 51 anni, cuoco di Castagnaro (Verona), pesava 180 chili e dopo una vita di difficoltà ha dovuto subire la sua diversità anche all'ultimo atto. E' la compagna Nadia Gasparini che, con coraggio, decide di raccontare il suo percorso a ostacoli con la speranza che la sua denuncia sortisca qualche effetto.
"Non abbiamo potuto scegliere la bara: quella adatta a contenere una salma così grande era di un solo tipo. Marco voleva essere inserito in un loculo accanto ai genitori ma anche questo non è stato possibile, per via delle misure standard dei loculi. Ci hanno detto che perfino la bocca del forno crematorio era troppo piccola e che non ci sarebbe entrato. Allora io dico: tutto questo non è ammissibile. Stiamo abbattendo le barriere di discriminazione di tanti gruppi di persone e non abbiamo alcun riguardo per i sovrappeso".
Senza scelta
marco manganotti e la compagna
Marco Manganotti è morto il 25 giugno scorso per un cancro al colon. Era sovrappeso, 180 chili da portare generano tante patologie connesse: dal diabete all'ipertensione, all'insufficienza renale. Ma questo non gli aveva impedito di vivere la sua vita, di lavorare, di pianificare un futuro con Nadia, che lavora a Castagnaro come assistente scolastica e che stava con lui ormai da 8 anni. "L'amore che ho per lui è immenso. Non ti devi vergognare per il tuo peso, gliel'ho sempre detto. Certo non immaginavo che anche la morte ci avrebbe messi di fronte a questa diversità", dice commossa. [...]
Cremazione impossibile
"Purtroppo in Italia riserviamo tutte le attenzioni sulla nascita ma la morte non viene considerata", ragiona Luciano Taffo, titolare dell'impresa funebre divenuta famosa per le campagne pubblicitarie e gli slogan sui social network. "Come ci sono i campi per le persone che non hanno un reddito, i cimiteri dovrebbero dotarsi di loculi per persone obese. Oppure bisognerebbe dare la possibilità di costruirsi un manufatto, per collocare una bara di particolari misure. Noi abbiamo fatto funerali a persone che pesavano anche oltre i 210 chili. Sappiamo i problemi che si incontrano, perché li viviamo tutti i giorni. Un altro problema sono i forni crematori, che vengono tutti dati in gestione ai comuni: ma un comune si muove soltanto sul campo dell'ordinario".
bare cremazione
Nadia ci tiene quindi a combattere questa battaglia, nel nome di Marco e di tutti coloro che soffrono questa situazione. "La strada di un obeso è difficilissima" evidenzia "da qualsiasi parte tu vada sei additato come uno che mangia troppo e non si cura. Ma è un giudizio facile, non è così. In più alle spalle ci sono tante malattie che non si possono conoscere. Sarebbe una conquista se almeno in punto di morte riuscissimo a essere tutti uguali".
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