1 - SALERNO, ANNI DI VIOLENZE NELLA FAMIGLIA IL FIGLIO: «MENO MALE CHE PAPÀ È MORTO»
Estratto dall’articolo di Michela Allegri per “Il Messaggero”
ciro palmieri
Anni di violenze e di vessazioni e, il 29 luglio, l'epilogo più cruento: una lite furibonda che culmina con l'omicidio di Ciro Palmieri, 43 anni, ucciso e fatto a pezzi dalla moglie e da due figli, uno dei quali di soli 15 anni. Ed è stato proprio lui, il più piccolo, sentito informalmente dalla Procura dei minori di Salerno, a commentare lucido e freddo di non essere pentito e di sentirsi addirittura sollevato dalla morte del padre.
Gli interrogatori di convalida degli indagati, Monica Milite, il figlio Massimiliano, 20 anni, e il quindicenne, sono stati fissati per lunedì. I tre sono stati fermati due giorni fa con l'accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere.
ciro palmieri e la moglie
Il corpo di Palmieri, panettiere di Giffoni valle Piana, in provincia di Salerno, è stato fatto a pezzi con un machete e infilato in sacchi di plastica. I suoi familiari lo hanno tenuto in casa per un giorno prima di gettare i resti in un dirupo. Poi, hanno nascosto le armi utilizzate in un giardino poco lontano dalla casa di via Marano.
Il 30 luglio, la Milite ha denunciato la scomparsa del marito, ma la sua versione non aveva convinto i carabinieri. A insospettire gli inquirenti, i rapporti difficilissimi all'interno della coppia, di cui vicini e amici erano a conoscenza, così come il parroco del paesino.
Anche le forze dell'ordine sapevano: nel 2015 la Milite aveva chiamato il numero antiviolenza chiedendo aiuto e dicendo che il marito era aggressivo e la maltrattava. Aveva sporto denuncia e ne erano scaturiti prima un provvedimento cautelare - il divieto di avvicinamento - e poi un processo a carico di Palmieri. Durante le udienze, però, la donna aveva completamente ritrattato le accuse. […]
ritrovamento del cadavere di ciro palmieri
È il pomeriggio del 29 luglio quando in casa Palmieri va in scena l'ultima lite, violentissima, ripresa dal sistema di sorveglianza. Il video, che era sovrascritto, è stato recuperato da un consulente tecnico nominato dalla Procura e ha permesso di ricostruire l'orrore, fotogramma dopo fotogramma.
Le telecamere immortalano il panettiere mentre lancia del liquido - andrà chiarito di cosa si tratti - in faccia alla donna. Lei afferra una mazza e inizia a colpire il marito. Poi, lo accoltella e i figli si uniscono alla mattanza. La violenza è totale: i colpi sono decine e proseguono anche mentre il panettiere è in terra senza vita. Utilizzando un machete, i tre iniziano a fare a pezzi il suo corpo. Infilano una gamba dentro a un sacco della spazzatura. Il ragazzino di 11 anni stringe forte a sé il cagnolino di famiglia. [...]
OPERAZIONI PER RECUPERARE IL CADAVERE DI CIRO PALMIERI
Per il momento, nessuno degli indagati avrebbe mostrato segni di pentimento. In attesa dell'interrogatorio di lunedì, madre e figlio maggiorenne sono nella casa circondariale di Fuorni, a Salerno, sorvegliati a vista. «Lei mi diceva: se n'è andato, non è tornato, sono venuti a prenderlo delle persone di un brutto giro. Penso che il mostro non sia lui - ha detto al Tg3 Luca Palmieri, fratello della vittima - Non giustifico e non ammetto le violenze, ma non è possibile arrivare da uno schiaffo ad una atrocità del genere».
2 - «HA VISTO MADRE E FRATELLI UCCIDERE IL PAPÀ ORA MI PRENDERÒ CURA DI MIO NIPOTE»
Felice Naddeo per il “Corriere della Sera”
luca palmieri fratello di ciro
«La vittima vera di questa storia terribile è il piccolino, che resterà scioccato per tutta la vita... siamo tutti in pena per lui, testimone di un orrore indescrivibile». Luca Palmieri, 40 anni, è uno dei fratelli di Ciro, il panettiere ucciso - nel pomeriggio del 29 luglio nel suo casolare a Giffoni, nel Salernitano - dalla moglie Monica Milite e da due dei quattro figli, il ventenne Massimiliano e il terzogenito quindicenne.
«Lo hanno tenuto fermo, massacrato a coltellate...» racconta Luca, il cui primo pensiero è per quel nipotino che, richiamato dalle urla del padre, lo ha visto morire in cucina. «Siamo cinque fratelli, Ciro compreso, uniti, affiatati. Compatibilmente con la decisione che prenderà il Tribunale dei Minori - l'undicenne per ora è affidato i servizi sociali del Comune, ndr - noi siamo pronti ad accoglierlo. Siamo con lui».
Nel descrivere i due nipoti coinvolti nel delitto, Luca usa parole meditate: «Ragazzi in gamba, affiatati con il padre.
Ciro, uomo di campagna, ne era orgoglioso, aveva insegnato loro a cavalcare, portare il trattore, i segreti dei boschi.
Sgobbava per farli studiare e ne era stato ripagato. Massimiliano è un bravo studente, appassionato di cinema, d'estate lavorava al Festival di Giffoni. Anche l'altro è bravo». Luca, poi, rivolge «un pensiero a mia madre, la loro nonna: non so come ho trovato il coraggio per dirle tutto, Era incredula, ho pensato che sarebbe morta per il dolore».
ciro palmierI
L'indagine ruota in gran parte attorno a quanto mostrato dalle telecamere di sicurezza volute in casa da Ciro per controllare ogni movimento della moglie alla quale consentiva di uscire, al massimo, per fare la spesa. I vicini hanno raccontato ai carabinieri di aver sentito spesso la coppia litigare e urlare. Sette anni fa lei aveva anche denunciato lui per maltrattamenti. Ma non sarebbero mai scattati provvedimenti per un successivo ripensamento dovuto, è l'ipotesi, a pressioni di altri familiari.
Ciro Palmieri 2
Sono le 14 del 29 luglio: il video mostra l'ennesimo alterco tra i due. Ciro tira una lattina contro la moglie che reagisce colpendolo inizialmente con una scopa ma poi apre un cassetto, tira fuori un grosso coltello e lo pugnala. Alle urla accorrono i due figli, hanno pure loro delle lame e infieriscono. L'uomo viene afferrato da dietro, viene colpito più volte anche quando è agonizzante a terra. Tutto dura venti minuti. E poi le riprese mostrano madre e due figli intenti nel pulire la cucina. Addirittura segano una gamba per trasportare più agevolmente il cadavere, infilato in un sacco della spazzatura e gettato in un dirupo a tre chilometri da casa. Alle 4 e 30 della mattina - circa 15 ore dopo - i tre escono trascinando il corpo e fanno ritorno mezzora più tardi, dopo essersene sbarazzati.
MACHETE
A insospettire subito gli investigatori è, anche, il taglio che la donna ha sulla mano; non riesce a spiegare come se lo sia procurato: poi le immagini chiariranno che è una conseguenza della furiosa colluttazione. Nel video c'è pure la scena dell'undicenne che entra in cucina richiamato dalle urla del padre, restando impietrito per quel che vede. Il bimbo, assistito dagli psicologi del Comune, adesso è terrorizzato. Persino a chiedergli se abbia fame non risponde. E se lo fa è solo a monosillabi.
machete 2
Dopo l'arresto, venerdì, madre e figli hanno confessato, permettendo di ritrovare il cadavere. Sono stati recuperati pure i tre coltelli sotterrati non lontano dall'abitazione. Filtra pochissimo dagli interrogatori. «Papà era buono e, assieme, cattivo; picchiava spesso mamma quando si arrabbiava, spaccando tutto» avrebbe detto il quindicenne. Eppure segnalando la presunta scomparsa il 30 luglio, ai carabinieri la donna aveva detto: «Siamo una coppia felice, non so spiegarmi la sua scomparsa».