Marco Gasperetti per “il Corriere della sera”
giorgio pinchiorri
La sommelier ha 33 anni, è nata in Moldavia e ha un amore incondizionato per la sua professione. «Lavorare all' enoteca Pinchiorri, tre stelle Michelin, era il sogno della mia vita - racconta - e quando sono stata assunta credevo di aver raggiunto il cielo. Ma è bastato poco perché quel sogno ormai realizzato diventasse un incubo. Mi ha tormentato, perseguitato dalla mattina alla sera, mi ha costretto a licenziarmi per due volte e poi, anche quando ho interrotto ogni rapporto di lavoro, ha continuato a rovinarmi la vita».
giorgio pinchiorri con la moglie
Anna (nome di fantasia) racconta la sua verità davanti all' avvocato Federico Scavetta, il suo legale, la stessa contenuta nella denuncia presentata in Procura per stalking. È ancora scossa dall' ultimo episodio accaduto a indagini ormai concluse (probabile la richiesta dei pm di rinvio a giudizio) quando insieme al fidanzato si è trovata davanti ancora una volta Giorgio Pinchiorri, il patron della blasonata enoteca, a due passi da Ponte Vecchio.
«Era lì per tormentarla ancora - spiega l' avvocato Scavetta -, la mia cliente era insieme al fidanzato, ma questo non è servito a niente. Sono dovuti intervenire i carabinieri. Avrebbero dovuto arrestarlo, così prevede il codice, ma giovedì notte in procura non si trovava il fascicolo che lo riguardava. Però il fatto resta gravissimo».
Dalle carte dell' inchiesta e dalle parole della giovane sommelier sembrano emergere molti altri episodi.
giorgio pinchiorri
«Giorgio Pinchiorri non mi ha lasciata un giorno in pace - racconta Anna - ha fatto terra bruciata attorno a me. Ancora oggi non sono più libera di uscire da sola, di stare con i miei amici, di pensare a farmi una famiglia. Vivo nel terrore di vederlo apparire in ogni momento. La mia vita è cambiata, sono entrata in un incubo».
La denuncia e alcune delle testimonianze dell' inchiesta parlano non solo di continui messaggi telefonici, decine e decine al giorno con numeri sempre nuovi per evitare che fossero bloccati e di una raffica di lettere «deliranti», ma anche di improvvise apparizioni a casa per portare, si legge nella denuncia, doni «per il disturbo». «Ricevevo regali paradossali - conferma Anna -, come cornici con fotomontaggi del signor Pinchiorri che lo ritraevano su tavole apparecchiate con la foto della sottoscritta in bella mostra sul tavolo».
giorgio pinchiorri
Dopo un primo ammonimento, sembra che la situazione si tranquillizzi. Ma poco dopo arriva un messaggio che Anna definisce inquietante.
Nel testo c' è scritto che da tempo lui è in pensiero. «La timidezza mi è aumentata. Anche un po' di terrore percorre, l' anima e il cuore» e poi un appello disperato affinché accetti di nuovo di incontrarla. «Qualsiasi ora, e luogo, andrà benissimo!! Un piccolo uomo! Ma grande è l' ansia», scrive.
Pochi mesi dopo Anna denuncia un pedinamento. E poi altri inseguimenti. Lo stato d' ansia e la paura della giovane per sé e per la famiglia aumentano tanto da decidere di presentare una denuncia in Procura che determinerà l' apertura dell' inchiesta chiusa nei giorni scorsi. Anche se adesso il pm dovrà valutare anche l' ultimo episodio, quello di giovedì notte.
Davanti al pm Giorgio Pinchiorri non ha mai ammesso alcuna responsabilità. E continua a giurare che quello non è stato assolutamente stalking ma affetto per la giovane e per gli altri familiari.
enoteca pinchiorri
«Pinchiorri era amico della famiglia - conferma Maria Cristina Paoli, l' avvocato dell' imprenditore - e aveva una relazione sentimentale con la madre della sommelier che è durata sino allo scorso anno. Il mio cliente è una persona molto generosa, come oggi non se ne vedono più, e lo ha dimostrato anche con la sua ex dipendente, con la sorella e con la madre. I regali li ha fatti a tutta la famiglia. Questa è la sua personalità. Non è un violento né è una persona pericolosa».
ANNIE FEOLDE E GIORGIO PINCHIORRI