Una ragazza che muore a seguito di una operazione diventa un caso perché quel medico era su TikTok. Mi sembra che ciò che è importante è che sia un medico, intanto, e che non abbia commesso errori e operasse in una struttura attrezzata. Il resto è fuffa, dal momento sui social ci…
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) November 14, 2024
MARGARET SPADA - Salvatore Sferrazzo
Si chiamano Marco e Marco Antonio Procopio, sono padre e figlio e sono indagati per la morte di Agata Margaret Spada. Il reato contestato è omicidio colposo e il loro studio in via Pavese all'Eur è stato sequestrato. Anche perché era un ambulatorio in un condominio e non sono state trovate cartelle cliniche dell'intervento sulla 22enne deceduta al Sant'Eugenio di Roma dopo l'anestesia ricevuta. Gli uffici della Procopio Medicina e Chirurgia Estetica promettevano un intervento di 20 minuti in ambulatorio al costo di 2.800 euro su TikTok. "Rimodellamento del naso in 20 minuti", era lo spot nel reel.
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RINOPLASTICA SU TIKTOK
Una morte avvenuta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile «a sofferenza acuta», la cui origine dovrà essere accertata con gli esami tossicologici e istologici per capire cosa è stato somministrato prima e dopo il malore. È questo il primissimo dato che emerge dall'autopsia di Margaret Spada, la ragazza morta nel corso di un intervento di rinoplastica parziale effettuato presso lo studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio a Roma. L'autopsia è stata scolta svolta venerdì all'Istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Un «quadro generale compromesso», dunque, culminato con l'arresto cardiocircolatorio che l'ha strappata alla vita a soli 22 anni.
PORTA DELLA CLINICA PRIVATA DOVE E STATA OPERATA MARGARET SPADA
La ragazza aveva scelto la struttura sui social. Proprio su questo aspetto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ammonisce ricordando che «bisogna evitare il rischio di affidarsi al web come fosse il medico di fiducia. Lo vediamo anche in questi giorni con conseguenze drammatiche». La struttura di viale Cesare Pavese, nel quartiere Eur, risulta, infatti, sprovvista di autorizzazione per quel tipo di intervento secondo quanto rende noto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
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