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    IL “CAVALLINO” IN MEZZO ALLA TEMPESTA – LA FERRARI E’ PIU’ LENTA DI UNA DUNA, BINOTTO DICE CHE E' SBAGLIATO PARLARE DI CRISI (INFATTI E' UN DISASTRO) E INVITA A NON FARSI ILLUSIONI PER MONZA - ''LA MACCHINA HA PERSO POTENZA. QUEST'ANNO IL MOTORE NON COPRE I LIMITI DELLA MONOPOSTO... LE IDEE IN FORMULA 1 HANNO TEMPI LUNGHI''. TRADOTTO: FINO AL 2022 IL CALVARIO CONTINUA - HAMILTON AFFONDA IL COLPO: "F1 NOIOSA? SO COME CI SI SENTE. GUARDAVO SCHUMI"


     
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    DA LA STAMPA

     

    Binotto, chi è il responsabile di questa situazione?

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    «Le responsabilità ce le prendiamo tutti, io come team principal e tutti quelli che lavorano a Maranello. Sebbene la squadra sia in mezzo alla tempesta, siamo molto uniti. Non ci sono crisi né tensioni. L' amarezza e la frustrazione vanno trasformate in reazione e determinazione».

     

    Un commento sulla gara?

    «Il risultato è molto deludente: come siamo partiti, siamo arrivati. Questa pista richiede potenza ed efficienza aerodinamica e al momento ci mancano l' una e l' altra cosa».

     

    In che modo la Ferrari si prepara per Monza?

    "«Dopo una gara come questa è difficile presentarsi fra una settimana su una pista in cui serve potenza. Entrerà in vigore una nuova direttiva tecnica che vieta le mappature da qualifica, vedremo se cambiano gli equilibri del sabato. Noi porteremo un pacchetto specifico per Monza, ma credo sia inutile illudersi.

     

    Perché è sbagliato parlare di crisi?

    «Abbiamo ottenuto un bruttissimo risultato all' interno della stagione difficile che stiamo disputando, Lo sapevamo, lo abbiamo visto nei test invernali, poi è arrivato il congelamento degli sviluppi sulla vettura».

     

    C'è qualcosa che vi fa guardare avanti con fiducia?

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    «Dobbiamo tenere i denti stretti. Stiamo costruendo il futuro. Siamo in mezzo a una tempesta, non c' è dubbio, ma conosciamo la nostra rotta e dobbiamo cercare di mantenerla, continuando a guardare avanti, al futuro».

     

    Che cosa si sente di dire ai tifosi della Ferrari?

    «Li capiamo, perché siamo i primi a essere delusi e ci dispiace molto anche per loro.

    Quello che sta succedendo è che abbiamo una macchina che ha perso potenza, così come l' hanno persa tutti i costruttori di motori, ma noi più degli altri. Lo scorso anno il motore copriva i limiti della monoposto, quest' anno non più. E i difetti stanno emergendo».

     

     

    PER RIALZARSI SERVE CORAGGIO MA I TEMPI SARANNO LUNGHI

    STEFANO MANCINI PER LA STAMPA

     

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    La caccia al colpevole non è costruttiva. Se la Scuderia che sta per correre il millesimo Gran premio e che negli ultimi vent' anni è sempre stata tra i protagonisti della Formula 1 scivola verso il fondo classifica, tutti sono responsabili: dal box che ieri non era pronto al pit stop di Leclerc e ha impiegato 10 secondi per il cambio gomme a chi ha progettato questo obbrobrio di macchina che porta nel nome la storia del Cavallino: SF1000.

    binotto binotto

     

    Per riportare in alto uno dei simboli dell' Italia sportiva e industriale bisogna rispondere a una domanda fondamentale: la squadra che è arrivata a prendere tre secondi a giro è in grado di rialzarsi e tornare competitiva? Per rispondere sì ci vuole coraggio. A Maranello servono rinforzi, ma con un' avvertenza: le idee in Formula 1 hanno tempi lunghi.

     

    Se domani sbarcasse a Maranello l' ingegnere più intelligente della Mercedes, il suo lavoro comincerebbe a dare frutti non prima del 2022. Ecco perché occorrono decisioni rapide: la Ferrari merita il miglior aerodinamico, il miglior telaista e il miglior motorista del mondo. Se li ha già in casa, sono dei geni incompresi, altrimenti deve andarli a cercare nelle altre squadre. I soldi ci sono, perché il Cavallino almeno una vittoria l' ha ottenuta, ottenendo condizioni economiche favorevoli nel nuovo Patto della Concordia.

    LOUIS CAREY CAMILLERI LOUIS CAREY CAMILLERI

     

    E qui arriviamo a un altro punto critico: lo sviluppo delle monoposto del 2021 è stato congelato per contenere i costi in tempo di pandemia e di crisi finanziaria. La Ferrari ha accettato questa decisione per il bene dello sport e per il male suo, quindi non esistono ricette per il breve termine. Come ammette il team principal Binotto, il Cavallino è in mezzo a una tempesta. Tocca a lui e alla proprietà trovare gli uomini per uscirne.

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