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    IL CELLULARE? PEGGIO DELLA COCAINA! – UNO STUDIO NOTIFICA: 

    L'ABUSO DI SMARTPHONE E' SIMILE ALL'ABUSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, COME GLI OPPIACEI - LA DIPENDENZA INIZIA A FORMARE CONNESSIONI NEUROLOGICHE NEL CERVELLO, TANTO DA CAMBIARLO – “CHI UTILIZZA CONTINUAMENTE IL TELEFONINO HA PIÙ ELEVATI LIVELLI DI SENSO DI ISOLAMENTO, DEPRESSIONE E ANSIA''


     
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    Da "www.ilmessaggero.it"

     

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    Ci permettono di rimanere sempre connessi e informati ma siamo sempre più incapaci di ignorare push, suonerie, vibrazioni che ci avvertono di nuove e-mail, messaggi e post sui social network.

     

    A evidenziare come l'abuso di smartphone sia simile all'abuso di sostanze stupefacenti, come gli oppiacei, è uno studio pubblicato su NeuroRegulation.

     

    depressione depressione

    «La dipendenza dall'uso di smartphone inizia a formare connessioni neurologiche nel cervello in modo simile a quelle che si sviluppano in coloro acquisiscono una dipendenza da farmaci oppioidi per alleviare il dolore», spiega Erik Peper, professore di educazione alla salute presso l'Università di San Francisco e primo autore dello studio.

     

    In un sondaggio condotto su 135 studenti ha scoperto che chi utilizzava continuamente i telefoni - ovvero sostituiva l'interazione faccia a faccia con una comunicazione in cui il linguaggio del corpo non può essere interpretato - aveva più elevati livelli di senso di isolamento, depressione e ansia.

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    Quegli stessi studenti erano propensi, mentre studiavano e mangiavano, a guardare smartphone in una condizione di «semi-tasking», in cui si svolgono più compiti insieme ma si ottiene la metà del risultato che si otterrebbe focalizzandosi su uno alla volta.

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    Il motivo? I push ci fanno sentire obbligati a guardarli perché attivano gli stessi percorsi neuronali nel nostro cervello che una volta ci avvisavano di un pericolo imminente, come l'attacco di un predatore. «Ma ora - spiega Peper - siamo dirottati, dagli stessi meccanismi che una volta ci proteggevano, verso le informazioni più banali».

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