matteo salvini
Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
La risposta di Matteo Salvini alla domanda che pochi hanno (apertamente) formulato è: «Congressi». Ieri mattina una nota informava che «la Lega accelera ed entro la prima settimana di dicembre sarà in grado di celebrare almeno 200 congressi cittadini in tutta Italia, dopo la paura imposta dal Covid e prima delle nuove restrizioni».
giancarlo giorgetti e matteo salvini 2
In compenso, prosegue il comunicato, «l'assemblea programmatica nazionale, inizialmente prevista l'11 e 12 dicembre a Roma con il coinvolgimento di almeno 2 mila persone in presenza, sarà invece fissata nelle prime settimane del 2022». Ovviamente, «auspicando la cancellazione delle limitazioni in vigore dal 6 dicembre che avrebbero limitato la partecipazione all'evento».
Insomma: la discussione nel partito inizia, ma non sarà ancora la «grande discussione» di cui aveva parlato lo stesso segretario qualche settimana fa. A suggerire l'appuntamento, era stato l'intenso consiglio federale convocato all'indomani delle brusche osservazioni del vicesegretario leghista, Giancarlo Giorgetti, riguardo alla leadership del partito e alla necessità di avvicinarsi in Europa ai popolari anziché ai sovranisti.
MATTEO SALVINI - STATI GENERALI DEI CONSULENTI DEL LAVORO.
MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI
In quell'occasione, Salvini aveva detto sostanzialmente «la Lega sono io», ma aveva anche annunciato l'assemblea programmatica per allontanare le accuse di «uomo solo al comando». In realtà i congressi che, in Veneto come in Lombardia, qualcuno richiede, erano stati annunciati già nel lontano dicembre del 2019. Sennonché, l'arrivo della pandemia aveva bloccato le assemblee politiche così come molto altro.
«Il problema - spiega un parlamentare - è che effettivamente il Covid ha diradato la partecipazione alla vita del partito, così come le procedure di tesseramento. Non è una scusa». Resta il fatto che i congressi sono anche fatti per decidere chi comanda e quale è la linea: e al momento non si intravede chi potrebbe insidiare la leadership salviniana: di certo, i governatori di Veneto e Friuli-Venezia Giulia - Luca Zaia e Massimiliano Fedriga - al momento nemmeno ne vogliono sentir parlare.
Mentre sull'altra linea di frattura, popolari o sovranisti, è assai probabile un rallentamento. Salvini ha detto chiaramente che l'orizzonte è quello con Le Pen e Orbán. Ma lui stesso, anche se la decisione non è presa, ormai mette in forse la sua partecipazione al summit delle destre europee convocato per il 4 dicembre dal Pis, il partito del premier polacco Morawiecki.
matteo salvini giorgia meloni
Da una parte perché parrebbe brutto non convocare l'assemblea del partito in Italia per il Covid e, soltanto una settimana prima, andare in una Varsavia che ha appena battuto il precedente record di contagi (oltre 28 mila) e di decessi (quasi 500 in un giorno). Certamente, però, pesa anche la decisione di Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d'Italia ha infatti annunciato la sua non partecipazione al summit nonostante il Pis appartenga ai Conservatori e riformisti europei (Ecr), l'eurogruppo di cui lei stessa è presidente.
mateusz morawiecki viktor orban matteo salvini
C'è chi osserva che la leader di Fratelli d'Italia si stia spostando su posizioni meno ostili a Bruxelles, ma i leghisti ci vedono un deliberato sgambetto. Determinato dal fatto che «FdI in un gruppo molto più numeroso come quello che si formerebbe in Europa perderebbe di peso».
Fatto sta che per lo stesso Salvini sarebbe stato imbarazzante andare solo lui a un raduno delle destre in una Polonia in ormai perenne conflitto con l'Unione. E soprattutto, l'elezione del nuovo capo dello Stato è ormai imminente: una frattura nel centrodestra a due mesi da quell'appuntamento cruciale per il leader leghista sarebbe una jattura.
MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI
giuseppe conte e matteo salvini alla confesercenti matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 16 jair bolsonaro con matteo salvini ENRICO LETTA MATTEO SALVINI