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    TU CHIAMALE, SE VUOI, MESTRUAZIONI - LA SQUADRA FEMMINILE DEL CHELSEA SARA’ LA PRIMA SQUADRA AD ADATTARE GLI ALLENAMENTI AI CICLI MESTRUALI DELLE GIOCATRICI - LA SQUADRA INGLESE HA APPENA INGAGGIATO LA GIOCATRICE PIÙ FORTE E COSTOSA DEL MONDO (SAM KERR, AUSTRALIANA) E IN PANCHINA HA UN TECNICO (NON A CASO) DONNA: EMMA HAYES – IL FATTORE MESTRUAZIONI NEL TENNIS E NEL NUOTO (FEDERICA PELLEGRINI PERSE IL PODIO AI GIOCHI DI RIO)


     
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    Gaia Piccardi per 27esimaora.corriere.it

     

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    C’è un argomento di cui le atlete professioniste di alto livello parlano, per esperienza personale dopo circa trent’anni di frequentazioni sportive, volentieri. Il ciclo mestruale. Le tenniste per raccontarti come lo pilotano con la pillola (la mitica Steffi Graf, in questo, era una maestra: lo notavi dal gonfiore del seno in certe finali Slam), le maratonete per spiegarti come lo gestiscono lungo 42.195 metri di asfalto e fantasmi, le nuotatrici per dettagliarti la circumnavigazione di un evento naturale mensile che in acqua non sempre è il benvenuto.

     

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    Fu proprio la più grande di tutte, Federica Pellegrini, a rivelare al Corriere della Sera il motivo per cui perse il podio (quarta) nella sua gara, i 200 stile libero, all’Olimpiade di Rio 2016: «Mi sono ascoltata dentro a lungo e alla fine ho capito che il motivo della medaglia di legno è stato la vicinanza al ciclo: l’ho calcolato malissimo e mi sono ritrovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente. In vasca mi sentivo come su un’altalena, con cali e stanchezze repentine».

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    Parlarne volentieri, però, è un conto. Un altro è farne argomento portante di pezzi sui quotidiani nazionali, con i lettori maschi che magari storcono il naso (l’argomento non riguarda tutti e quindi non interessa a tutti) e certi improbabili titoli a nove colonne che non usciranno mai, tipo: “Io, Serena Williams, vi racconto tutto del mio ciclo”. Nel 2020, pioniere nel calcio e chissà in quanti altri sport, il Chelsea Women però rompe il tabù, affidando al Telegraph una primizia in materia, che ci sembra giusto sottolineare perché magari scopriremo che l’iniziativa è destinata a fare scuola.

     

     

    Gli allenamenti delle calciatrici, cioè, cuciti su misura sulle mestruazioni delle atlete per massimizzare la performance e ridurre il rischio di infortuni.

     

    Bisogna sapere, innanzitutto, che il tecnico del Chelsea, la squadra inglese che ha appena ingaggiato la giocatrice più forte e costosa del mondo (Sam Kerr, australiana), non a caso è una donna: Emma Hayes. Che dallo scorso agosto, debutto di una stagione in cui il Chelsea è secondo nel campionato femminile inglese a un punto di distacco dal Manchester City, ha cominciato insieme al suo staff a disegnare allenamenti individuali specifici in base al ciclo delle calciatrici, un metodo innovativo che potrebbe rivoluzionare il modo di allenare le donne.

     

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    In questo modo, intervenendo anche sull’alimentazione nei giorni sotto esame, Hayes spera di annientare le fluttuazioni del peso e di ridurre la suscettibilità alla lesione dei tessuti e dei legamenti, ad esempio il crociato anteriore, la cui rottura si sospetta legata al periodo mestruale.«Assurdo allenare le donne come fossero piccole riproduzioni di uomini: semplicemente, non lo sono - ha spiegato la manager -. Basta pensarlo!

     

    Tutto, nello sport femminile, dall’alimentazione al recupero, dal training alla palestra, deve essere riprogrammato sulle esigenze, sulla fisionomia, sull’emotività e sulle caratteristiche a tutto tondo delle ragazze. Ogni mese sperimentiamo qualcosa che gli uomini non conoscono. Ebbene, sfruttiamo le mestruazioni per capire qualcosa in più di noi stesse e migliorare i nostri allenamenti. Ne beneficeranno gioco e risultati, ne sono certa».

     

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    L’idea è venuta a Hayes guardando la sua squadra perdere la finale di FA Cup 2016 con l’Arsenal. «Avevamo un sacco di giocatrici con il ciclo o vicine al ciclo. Ricordo di aver pensato che erano tutte reattive con un secondo di troppo di ritardo». Hayes ha coinvolto il fisiologo ed ex atleta Georgie Bruinvels, che ha creato una app sulla quale le atlete (previo consenso informato) inseriscono informazioni sulle date e i sintomi del ciclo, di modo che tutto possa essere monitorato, studiato ed elaborato. Mestruazioni, pre-ovulazione, ovulazione e sindrome pre-mestruale.

     

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    Vietato naturalmente ricorrere al cibo spazzatura per compensare le fasi tre e quattro, quelle durante le quali il peso tende maggiormente a oscillare. Nelle fasi uno e due, invece, le giocatrici sono più suscettibili agli infortuni. Il metodo-Chelsea servirà e sarà copiato anche nella nostra Serie A femminile e dalle calciatrici italiane, impegnate ad inseguire lo status (sacrosanto) di professioniste?

     

    A giudicare dalla stagione del Chelsea fin qui, male non fa. Il vero bilancio si farà alla fine del campionato e delle coppe.

     

    E pazienza se l’articolo del Telegraph è stato bombardato da commenti (maschili) per sottolineare il fatto che le donne non sanno giocare a calcio a prescindere dal ciclo. Certi tabù, per certi uomini, sono semplicemente più duri a morire. Ma noi ragazze sappiamo avere pazienza.

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