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    NATALE SU NETFLIX – IL CINE PANETTONE DIVENTA DIGI-PANETTONE E PER LA PRIMA VOLTA SARÀ DISPONIBILE SOLO SU NETFLIX. DOPO AVER BOICOTTATO LA PIATTAFORMA PRODUTTORI ED ESERCENTI SI PASSANO ALLE MANIERE FORTI: I FILM PRODOTTI DAL COLOSSO NON SARANNO PROIETTATI – UN TEMPO LA POLITICA ASSOMIGLIAVA AI FILM DEI VANZINA. STAVOLTA ENTRA IN UN FILM DEI VANZINA. ECCO COME SARÀ “NATALE A 5 STELLE”...


     
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    1 – ORA LA POLITICA È UN CINEPANETTONE A CINQUE STELLE

    Pedro Armocida per “il Giornale”

     

    ENRICO VANZINA E MARCO RISI CON IL CAST DI NATALE A 5 STELLE ENRICO VANZINA E MARCO RISI CON IL CAST DI NATALE A 5 STELLE

     

    Indovina indovinello: chi saranno mai quei due politici che di nome fanno Luigi e Matteo e che tempestano di telefonate il premier italiano in visita ufficiale in Ungheria nel film dal titolo che è tutto un programma, Natale a 5 Stelle? E ancora: chi sarà mai la bionda e giovane onorevole del principale partito di opposizione in viaggio con la delegazione con cui il Primo ministro italiano, interpretato da Massimo Ghini, vorrebbe passare qualche ora in lieta compagnia? Come dite? Un aiutino da casa? Ok: ha la stessa cadenza toscana dell'attrice che la interpreta, Martina Stella.

     

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    Ma è proprio grazie al fatto che il film omette di citare Giuseppe Conte o Maria Elena Boschi, che gli italiani si divertiranno, dal 7 dicembre, a mettere nomi e cognomi ai personaggi usciti dalla penna di Enrico Vanzina che con il fratello Carlo, recentemente scomparso, aveva ideato questa divertente commedia di Natale, liberamente tratta dalla commedia Out of Order di Ray Cooney, e affidata alla regia di Marco Risi che rivela: «Carlo Vanzina non ce l'ha fatta ed Enrico mi ha chiesto se me la sentivo di girare io il film, è quello che mi ha chiesto Carlo, mi ha detto».

    enrico vanzina saluta il fratello carlo enrico vanzina saluta il fratello carlo

     

    Però attenzione. Stavolta toccherà abbonarsi a Netflix, che ha affidato la produzione di Natale a 5 Stelle a Lucky Red di Andrea Occhipinti, perché, a differenza del film Sulla mia pelle, sul caso Cucchi, uscito contemporaneamente in sala e sul web, questo lo si potrà vedere solo su Netflix dal 7 dicembre. Qualcuno dice che gli esercenti cinematografici si stanno già mordendo le mani per non poter proiettare questo atipico ed esplosivo cinepanettone ma, d'altro canto, hanno fatto fuoco e fiamme contro i film targati Netflix presenti al festival di Venezia annunciandone il boicottaggio (anche se probabilmente quello dei fratelli Coen lo vedremo anche al cinema).

     

    enrico vanzina natale a 5 stelle enrico vanzina natale a 5 stelle

    Ma se la commedia segue perfettamente i canoni di quella classica degli equivoci, è proprio la componente della satira politica a sorprendere lo stesso Enrico Vanzina che l'ha scritta: «La grande novità è che questo film di Natale affronta per la prima volta un tema politico. Lo fa con assoluta leggerezza, senza moralismi, ma con pungente ironia.

     

    Per anni si è detto che la politica italiana assomigliava ai film dei Vanzina. Stavolta però, la politica entra in maniera prepotente proprio in un film dei Vanzina». Sì perché Natale a 5 Stelle, che ha un cast affiatato con Massimo Ghini, Ricky Memphis, Martina Stella, Paola Minaccioni, Massimo Ciavarro, Andrea Osvart, Riccardo Rossi, Biagio Izzo e Ralph Palka, all'interno della cornice farsesca, con i due maldestri amanti che si ritrovano accanto un misterioso cadavere nella suite dell'hotel, si diverte a giocare con l'attualità politica mettendo alla berlina proprio i 5 Stelle.

     

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    «In maniera esilarante» dice chi ha già visto il film stando alle rivelazioni del Messaggero che riporta molti giudizi positivi e, con essi, anche qualche dettaglio in più sulla trama. Così ecco che la supersexy deputata del Pd ha un marito leghista (Massimo Ciavarro) geloso e manesco mentre la moglie del premier (Paola Minaccioni) sentendosi trascurata pensa bene di concedersi al di lui portaborse (Ricky Memphis) che è un nostalgico del partito comunista.

     

    La giornata dei due fedifraghi sarà lunga e difficile, con improvvisi e ripetuti colpi di scena, mentre la satira evoca il reddito di cittadinanza, le elezioni in Molise e mette in scena tutto il circo mediatico al gran completo con le Iene, Dagospia, i sondaggi di Mannheimer a Porta a porta e la politica a colpi di tweet.

     

    massimo ghini massimo ghini

    Massimo Ghini, ai microfoni di Radio2, dice che ha studiato il premier Conte «anche se il riferimento non è imitativo ma è chiaro che ci sono il governo, i ministri e quelli che sono ora sul ponte di comando. Perché ora tocca anche a loro».

     

    Mentre Marco Risi ha aggiunto che «in questo film si ride di noi ma soprattutto di quei politici che fanno di tutto per mascherare le loro pochezze e le loro fragilità». Bene, ora non tocca che confidare nell'autoironia a 5 Stelle dei 5 Stelle...

     

     

    2 – IL CINEPANETTONE OLTRE GLI SCHEMI VA SU NETFLIX

    Estratto dell’articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”

     

    (…)

     

    de sica carlo vanzina de sica carlo vanzina

    Il cinepanettone diventa digi-panettone. Per la prima volta il film di Natale (…) quest' anno non sarà disponibile nelle sale (…) ma solo sullo schermo Netflix, che lo offrirà nel suo ricco menù, come il piatto forte del tradizionale cenone, a partire dal 7 dicembre. Un grande regalo. Oppure un grande sacrilegio.

     

    (…)

     

    Sembra che il colosso Netflix abbia sposato il progetto di «Natale a 5 stelle» molto presto, in estate, in nome di una politica produttiva diversificata (…). La torta Italia è grande, tutta da dividere. E le indigestioni non servono. Nemmeno a Natale. Un periodo in cui il volume dell' offerta cinematografica si gonfia all' inverosimile, producendo una valanga di titoli che escono tutti insieme, senza nemmeno poter beneficiare di adeguata promozione.

     

    (…)

     

    marina suma jerry cala marina suma jerry cala

    Nelle interviste di questi ultimi anni Carlo Vanzina aveva detto spesso, con quel suo mezzo sorriso gentile, che i film girati nel passato, a iniziare da «Sapore di mare», avevano vissuto una nuova giovinezza grazie a videocassette, dvd e televisione. I ragazzi, ripeteva il regista, insieme stupito e soddisfatto, li conoscono a memoria. Sta a vedere che, con Netflix, l' incanto si ripete. E Carlo, che di certo lo verrà a sapere, ne sarà felice.

     

     

    3 – CINEMA, TUTTI CONTRO NETFLIX PRODURRÀ UN «CINEPANETTONE»

    Andrea Biondi per “il Sole 24 Ore”

     

    ANDREA MALUCELLI ANDREA MALUCELLI

    Gli esercenti cinematografici italiani passano alle maniere forti. O perlomeno a quelle urlate, con una Santa Alleanza contro una Netflix che, ora, si lancia addirittura anche nella produzione dei cinepanettoni. Senza una regolamentazione chiara su distribuzione e "contemporaneità" di uscite in sala e sulla piattaforma «abbiamo deciso di non proiettare film Netflix nelle nostre strutture. Pena l' esclusione dal circuito».

     

    A dirlo è Andrea Malucelli, presidente di UniCi , unione di sale indipendenti che, numeri alla mano esibiti dal Consorzio, rappresenta il terzo circuito di esercenti del Paese dopo i big Uci Cinemas e The Space con un 15% di marketshare. «Nella nostra idea di mercato - afferma Malucelli, presidente di UniCi - c' è posto per tutti, ma sono necessarie regole e condizioni per lavorare che mancano.

     

    cuaron roma cuaron roma

    Per questo invitiamo tutta la filiera, produttori compresi, a partecipare alla stesura di una "Carta del Cinema"». Insomma una riscrittura delle regole e dei rapporti per la filiera che appare una necessità anche sulla scia delle polemiche virulente seguite all' ultimo Festival di Venezia.

     

    Il Leone d' oro è stato vinto da Roma, il film di Alfonso Cuarón targato Netflix. A Venezia è stato presentato anche Sulla mia pelle, il film sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi la cui visione in contemporanea nelle sale e su Netflix (oltre che attraverso proiezioni "pirata" anche collettive) ha creato un autentico bailamme, al punto che Andrea Occhipinti, numero uno di Lucky Red che ha prodotto e distribuito il titolo, ha preferito rassegnare le dimissioni da presidente dei distributori dell' Anica. «Il film - dice Malucelli - ha ottenuto un discreto risultato al botteghino nonostante gli abbonati Netflix potessero comunque vederlo a casa. Ma tutto questo rappresenta il campanello d' allarme di una possibile deriva cui va subito posto rimedio».

    andrea occhipinti andrea occhipinti

     

    Come se non bastasse, proprio ieri è arrivata la conferma della notizia che a Natale (dal 7 dicembre) debutterà il cinepanettone di Netflix. L' appuntamento che per le sale italiane ha rappresentato (oggi un po' meno in realtà, pur mantenendo una sua importanza) un appuntamento chiave, sbarca così per la prima volta "solo" su Netflix e con una scelta tutt' altro che minimal: scritto da Enrico Vanzina e diretto da Marco Risi.

     

    Titolo più che eloquente: "Natale a 5 Stelle". A produrlo sarà Andrea Occhipinti per Lucky Red. Benzina sul fuoco, insomma, nel quadro di un allarme che gli esercenti hanno lanciato in particolare dopo la mostra di Venezia. «Netflix non ha trovato spazio a Cannes o a Berlino. E invece ha trovato una sponda a Venezia. La realtà purtroppo è questa», dice Carlo Bernaschi, presidente dell' Anem (Associazione nazionale esercenti multiplex).

     

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    «La tendenza a non rispettare le finestre - aggiunge Bernaschi - è pericolosa. Invece bisogna scegliere. La contemporaneità non va bene». Chiaro il messaggio a Netflix: scegliere fra uscita sulla piattaforma o al cinema, con l' invito dall' altra parte al rispetto delle finestre che, attualmente, per accordi fra le parti si attestano sui 105 giorni di permanenza al cinema, prima del Tvod (on demand a consumo) e del "fisico" con dvd e Blu-ray, della pay tv, poi dello Svod (l' on demand con abbonamento) per approdare a fine corsa sulla tv free.

     

    C' è stato qualche strappo alla regola, ma episodico. L' esperienza di Vision distribution - società di distribuzione cinematografica frutto dell' accordo tra Sky e cinque tra le principali società di produzione indipendenti italiane - con una maggiore flessibilità nei tempi fra passaggio in sala e sulla pay.

     

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    Il caso Netflix però appare differente agli esercenti, non fosse altro perché si tratta di una realtà così importante da consumare il 15% del traffico web mondiale. Così gli esercenti di Unici (77 sale diffuse nel Paese) hanno deciso di passare al contrattacco. Chiaro che la valenza pratica di un divieto per i film Netflix non è dirompente. Ma l' intento era far suonare l' allarme. «Ci fa piacere - spiega Mario Lorini, presidente Anec, l' associazione nazionale degli esercenti - che un gruppo privato come UniCi riconosca la nostra stessa idea. Uniti si vince. E questo è tanto vero adesso».

    sulla mia pelle film su stefano cucchi 6 sulla mia pelle film su stefano cucchi 6

     

     

    Per il presidente Anec «il cambiamento delle regole non può essere unilaterale. Il meccanismo delle finestre deve rimanere. E non è una posizione di retroguardia. Ci sono film che hanno contributi pubblici; loro soprattutto devono rispettare le regole e la centralità della sala che deve essere garantita da tutti gli attori della filiera».

     

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    Gli ingredienti per una miscela esplosiva ci sono tutti, anche perché il box office non dà segnali di grande salute. Nei primi nove mesi del 2018, stando ai dati Cinetel, all' appello mancano 30 milioni di euro su base annua per incassi scesi a 377,6 milioni. È ovvio che non è a Netflix che va attribuita la colpa.Solo per fare due esempi, la stagionalità (l' estate in cui le sale si svuotano, di spettatori ma anche di proposte degne) e l' eccesso di film in programmazione sono problemi di cui si parla da anni. E ancora in cerca di soluzione.

     

     

     

     

     

     

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