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    IL CINEFORUM SU CASALEGGIO JUNIOR - SPETTATORI NON MOLTISSIMI, IN COMPENSO DECINE DI GIORNALISTI HANNO DOVUTO FARE IL PEZZO SUL ‘GURINO’ DAVIDE (VIDEO) - ALDO GRASSO IN LOVE: ‘UN CARISMA DA MANAGER AUTOREVOLE’ - MATTIA FELTRI IRONICO: ‘COERENTE COME UNA APP, UNA TRASMISSIONE CON QUALCHE SCIVOLAMENTO BALCANICO-COREANO, GRUBER DOMANDA SENZA SPERANZA DI RISPOSTA’ - ANNUNZIATA: ‘VIVE COME IL PADRE CIRCONDATO DA CICALANTI ADORATORI’


     
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    VIDEO - LA PUNTATA DI ‘OTTO E MEZZO’ PUBBLICATA DAL M5S: INTEGRALE MA SENZA LE DOMANDE DI DE MASI E NUZZI (CAMBIA POCO)

     

     

     

    1 - PRECISO COME UN SOFTWARE IN UNO STUDIO PACATO E LILLI: "RISCHIO SPOTTONE"

    Mattia Feltri per “la Stampa

     

    LILLI GRUBER DAVIDE CASALEGGIO LILLI GRUBER DAVIDE CASALEGGIO

    Un piccolo, delizioso boccone di futuro: ecco che cosa è stato l' esordio in tv di Davide Casaleggio. In attesa che domani il raduno di Ivrea in ricordo del padre, Gianroberto, sia il sipario spalancato sul mondo di domani, sull' ineluttabile sorte progressiva dell' umanità, l' assaggio è stato a Otto e mezzo, su La7.

     

    Finalmente Davide davanti a una telecamera, a offrirsi al mondo, a concedersi alle domande più antiche, a piegarsi alla curiosità di noi giornalisti, le nostre curiosità meschinelle, che lui accoglie con un sorrisetto laterale e appena accennato, di chi ha la bonomia e la pazienza di abbassarsi un pochino alla quotidianità di muffa.

     

    E così, pronti via: Lilli Gruber, la conduttrice, vuole sapere come si migliorerà la selezione della classe dirigente, e Davide domina lo scoramento: «Ma io volevo parlare di futuro». Eh sì, appunto. Voleva parlare di questo grande raduno, in cui ognuno indicherà l' avvenire secondo la sapienza delle sue mani, anche gli astronauti e gli speleologi. E noi qui coi bassifondi della cronaca?

    arturo artom roberto maroni il console americano philip reeker davide casaleggio nuzzi arturo artom roberto maroni il console americano philip reeker davide casaleggio nuzzi

     

    Nemmeno sapevamo, e Davide ce lo ha detto, che non è più la Casaleggio Associati ma la piattaforma Rousseau, donata dalla Casaleggio al Movimento, a organizzare il Movimento medesimo. Non lo sapevamo e continua maledettamente a sfuggirci la differenza.

     

    E sarà che qui non si padroneggia il futuro, tutti presi da un complicato presente, ma ecco il futuro è proprio questo Davide coerente come una app, e questa trasmissione con qualche scivolamento balcanico-coreano, dove Gruber butta lì certe domande senza speranza di risposta, dove gli ospiti sono Gianluigi Nuzzi, giornalista di pluridecennale valore e che però si dichiara e si dimostra subito amico del compianto Gianroberto, e il sociologo Domenico De Masi, titolare di un lessico nobile, stile Fontamara, ma senza sottotitoli, e comunque uno che il Movimento lo apprezza, magari ne sarebbe pure un buon ministro, secondo desiderio poi ridimensionato.

     

    LILLI GRUBER DAVIDE CASALEGGIO LILLI GRUBER DAVIDE CASALEGGIO

    Però, per non metterla giù troppo dura, il titolo al futuro lo trova subito Gruber, un titolo bello piatto e comprensibile: «Un megaspottone ai cinque stelle». Così dice Gruber, un rischio che avverte nei primi minuti, il sospetto ci aveva percorso tutti, ed è stato un rischio a cui non ci si è potuti opporre. Si parlava, per esempio, della meraviglia della gente da casa che decide con clic, i candidati e le leggi, anche se poi come a Genova arriva il garante, Beppe Grillo, e cambia il candidato sindaco secondo il suo giudizio, o capriccio, se fossimo maliziosi.

     

    E che democrazia diretta è? Quella dell' eccezione a gusto dell' eccezionale capo (ricordate il vecchio Napoleon di George Orwell?)? Per il bene del Movimento, dice Davide. E al secondo tentativo di tirargli fuori qualcosa di palpabile, dice per proteggere il Movimento. E ancora, per difendere il Movimento. Passa tutto liscio, tutto perfettamente tondo, un' interlocuzione da software, come Siri nell' iPad, ma nella declinazione del futuro, almeno quello dell' informazione televisiva. Anzi no, qualcosa ha da dire Nuzzi, e cioè che in fondo, a ben vedere, a essere sinceri, degli altri partiti nemmeno si conoscono i nomi dei garanti.

     

    beppe grillo davide casaleggio beppe grillo davide casaleggio

    Apperò! Un po' - pare a noi - c' entrano le qualifiche eteree dei cinque stelle (che qualifica ha Davide? Mah), un po' c' entra che i garanti altrove non sovvertono i risultati della democrazia, perlomeno non quelli della democrazia nell' accezione arcaica tuttora ostinatamente in uso.

     

    Lo show è andato avanti in questo stile di accondiscendente pacatezza, ci sarebbe stata benone una pacca sulla spalla, Davide che alla fine ha parlato soltanto di politica, gli è toccato adeguarsi, naturalmente di Matteo Renzi che non è un interlocutore perché aveva promesso di levarsi di torno, e non l' ha fatto, e dunque è poco serio; di pensioni d' oro, senza entrare nei tecnicismi, ha detto Davide («se adesso mi fa domande così tecniche...»), e il tecnicismo sarebbe a che soglia una pensione è definibile d' oro; delle critiche ingiuste che riceve il Movimento (in effetti molte, la pausa di ieri sera doveva essere gradita), critiche così disoneste, ha detto Davide, così fuori luogo, spesso inventate di sana pianta, ed è la cosa che gli fa più male.

     

    Così male che Nuzzi e De Masi torneranno a essere graditi interlocutori già domani a Ivrea, quando tutti loro proveranno infine «ad alzare l' asticella», e il resto del mondo sotto, e giustamente la si è chiamata la Leopolda grillina, versione lessicale rozza di un ancor più rozzo «megaspottone».

     

     

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    2 - UN MANAGER CARISMATICO PIÙ EFFICACE DIETRO LE QUINTE

    Aldo Grasso per il “Corriere della Sera

     

    La prima volta è pur sempre la prima volta, anche in tv. Davanti a Lilli Gruber, Davide Casaleggio è teso, emozionato, subito in difesa, preoccupato di chiarire i rapporti formali tra la Casaleggio Associati e il M5S. A fianco ha due interlocutori «non ostili», Gianluigi Nuzzi e Domenico De Masi. Si scioglie parlando del padre, definito un «sognatore», un uomo riservato ma ambizioso.

     

    L' estetica paterna rispondeva all' iconografia del guru e a una comunicazione basata sull' assenza, da ieri sera quella di Davide soddisfa un' estetica più banalmente executive, giacca e cravatta (potrebbe essere un agente di True detective o un analista finanziario di Billions), compresa la necessità di «metterci la faccia». Vuole parlare di futuro, di evoluzione e sviluppo (temi che saranno sviluppati domani nel convegno di Ivrea), ma la sua presenza, in termini di comunicazione, parla del presente.

     

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     Streaming, web, blog, reti sociali, piattaforma Rousseau, democrazia online ma poi, quando si tratta di visibilità pubblica, bisogna fatalmente fare i conti con la vecchia, cara tv generalista, l' unico mezzo ancora in grado di fare massa, creare personaggi, leader, consensi, voti (anche perché l' 80% degli italiani s' informa ancora tramite i media tradizionali). Il passaggio è di quelli importanti nella storia dei pentastellati.

     

    Adesso M5S, forte dei sondaggi, vuole accreditarsi come forza di governo e parlare anche e soprattutto con l' establishment italiano, non più solo ai cittadini e agli attivisti. Davide ha un carisma particolare. Intanto è un bell' uomo, alto e slanciato, ma è impassibile come un giocatore di scacchi, impenetrabile, puntuale, sprezzante con l' avversario. La sua è un' autorevolezza più da manager che da capo politico.

     

    Ascolta con attenzione, non interrompe, non si sbilancia mai. Nella situazione attuale potrebbe essere una carta vincente: la nuova politica, il cui compito principale è ricomporre virtualmente lo sminuzzamento dell' opinione pubblica, si muove più con strumenti digitali che con la vecchia retorica. Mai una parola di troppo, sospettoso com' è delle regole d' ingaggio dei talk. Era la prima volta, ma forse Davide è più efficace dietro le quinte.

     

     

    3 - ASSOMIGLIA A GIANROBERTO MA IL PADRE STUPIVA DI PIÙ

    Lucia Annunziata per “la Stampa

     

    Davide Casaleggio divide con suo padre una certa aria così, un parlar mesto che in realtà è una forma narrativa di sé, un dire in chiave anglosassone che in fondo chi parla non è davvero rilevante.

     

    Alla sua prima intervista tv, Casaleggio Jr è sorprendentemente figlio di suo padre. Stesso corpo esile, stesso volto immobile, quando ascolta ma anche quando parla, mai scomposto da movimenti di guance o guizzare di occhi. Ma soprattutto del padre è erede del linguaggio; dell' interesse centrale per il futuro come frutto delle tecnologie presenti: «Chi non ha idee avrà un salario cinese»; e della apodittica traduzione del futuro nel presente: «La democrazia diretta è stata lasciata libera di fruire».

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    Dietro questa forte continuità padre-figlio si immaginano giorni insieme, ore di lavoro condiviso e disfide a scacchi, come ha rivelato Davide «un gioco che dà allenamento mentale».

     

    Ma il ritratto di una sovrapposizione perfetta è solo impressione di passaggio. Casaleggio padre aveva dentro una chiusura, una difficoltà a tirar fuori le parole e non perché gli mancassero, ma perché non sembrava sicuro di volerle affidare a chi gli stava davanti. Il suo futuro non era un' idea ma un mondo in cui a momenti sembrava già scomparso.

     

    E, infine, Casaleggio padre era sorprendente, per esempio come «ammiratore di San Francesco». Davide invece lineare perché, a suo modo, uomo di azione, «un disciplinato amante del rischio» come dice di se stesso, nella solita chiave autoironica.

     

    DAVIDE CASALEGGIO DAVIDE CASALEGGIO

    Crescendo forse diverrà diverso dal padre. Nel frattempo, per ora, pare vivere anche lui come Casaleggio sr: entrambi circondati da cicalanti adoratori.

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