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    IL CINEMA DEI GIUSTI - CON "ALABAMA MONROE" PREPARATEVI I FAZZOLETTI: E' UN FILM NON TANTO SULLA MORTE DI UNA BAMBINA MA SU COME ESSA POSSA STRAVOLGERE IL RAPPORTO TRA DUE PERSONE CHE SI AMANO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    ALABAMA MONROEALABAMA MONROE

    Preparatevi a piangere. Perché non è un film sui tatuaggi, anche se la sua protagonista fa la tatuatrice e è piena di tatuaggi e non è un film sul bluegrass, anche se il suo protagonista suona il banjo e ha un gruppetto di amici musicisti con cui suona solo bluegrass.

    "Alabama Monroe" del belga Felix Van Groeningen, premiato a Berlino l'anno scorso, ai César in Francia come miglior film straniero dell'anno e temibile avversario della "Grande bellezza" agli Oscar, è un film sull'amore e sull'impossibile elaborazione del lutto per una giovane coppia che si incontra, arriva alla felicità mettendo su famiglia con tanto di bellissima bambina che i due trattano come una principessina e precipita prima nel dolore, quando la loro figlioletta si ammala di tumore, e poi nella disperazione totale quando non riesce a recuperare con la chemio e muore.

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    Non c'è attesa, siete più o meno avvisati da subito che la bambina, bellissima e dolcissima, non ce la farà. Ma il film non è tanto sulla sua morte, quanto su questo tragico evento possa cambiare il rapporto d'amore dei suoi genitori, due hippies che vivono a Gand un po' fuori dalle regole borghesi, la bellissima Elise di Veerie Baetens, così forte e romantica, e il più cupo e razionale Didier di Johan Heldenbergh, suonatore di banjo che ha dedicato tutta la sua vita al culto di Bill Monroe e del bluegrass.

    ALABAMA MONROEALABAMA MONROE

    Già la scritta che si tatuerà la ragazza sul corpo, che darà il titolo al film, Alabama Monroe, è una sorta di lapide alla loro storia d'amore, Alabama è il nome del personaggio romantico di Patricia Arquette in "True Romance" di Tony Scott e Monroe sta appunto per Bill Monroe, idolo di Didier, ma è anche il tentativo di allontanare la vita reale e il dolore della vita reale con un ulteriore mascheramento, più di un tatuaggio, un nuovo nome, magari per cercarsi una nuova vita. Il problema fra i due è in fondo questo.

    Didier non accetta di vivere staccato dalla realtà dei fatti, non accetta che Elise possa vedere in un uccellino che vola vicino alla loro casa una possibile apparizione fantasmatica della sua bambina, ad esempio, le toglie qualsiasi possibilità romantica di fuga costringendola ad accettare la crudezza della vita.

    Elise, dopo la tragedia, cerca una possibile fuga romantica per rifarsi una vita, per poter andare avanti, incominciando col tagliare qualsiasi rapporto con tutta la sua vita precedente, l'amore per Didier, perfino il suo nome, prendendo quello fittizio di Alabama.

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    Tutto il film, costruito senza un ordine temporale, ruota attorno a questo loro rapporto d'amore sia nei momenti di felicità che in quelli di tragedia e studia profondamente i sentimenti e i rapporti di una coppia che non sa davvero come superare il dolore. Veerie Baetens è incredibile nel ruolo di Elise, riesce a trasmetterci in ogni scena un calore umano, un'emozione, una realtà che sembra davvero la sua. Grande, difficile film. In sala dall'8 maggio.

     

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