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    IL CINEMA DEI GIUSTI - “DOMANI È UN ALTRO GIORNO” CON MARCO GIALLINI E VALERIO MASTANDREA È UN FILM COSTRUITO SU DUE GRANDI ATTORI CHE PORTANO IN SCENA ANCHE LA LORO AMICIZIA. E QUESTO, INSOMMA, SI SENTE - LA BATTUTA MIGLIORE È RISERVATA AL CANE DI GIALLINI. SI CHIAMA PATO. “COME IL GIOCATORE DEL MILAN?”, GLI CHIEDONO. “NO, COME IL FRATELLO DI LATTE DI FALCAO!” - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    DOMANI E UN ALTRO GIORNO DOMANI E UN ALTRO GIORNO

    La battuta migliore è riservata al cane di Marco Giallini. Si chiama Pato. “Come il giocatore del Milan?”, gli chiedono. “No, come il fratello di latte di Falcao!”. Il mitico Pato, voce ufficiale di Falcao che ogni tifoso ricorda con affetto. Il cane Pato, nella sviluppo narrativo di questo Domani è un altro giorno diretto da Simone Spada e interpretato, appunto, da Marco Giallini e Valerio Mastandrea, ha un ruolo importante. Al punto che nella versione originale spagnola del film, scritta e diretta da Cesc Gay con due attori importanti come Ricardo Darin e Javier Camara, il nome del cane dava proprio il titolo al film, Truman.

     

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    In questo remake romano, anzi romanissimo, ambientato però in un Celio borghese e semivuoto, riscritto da due autori di Boris, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, magari il cane di Giallini, Pato, si nota un po’ di meno, ma unisce e spiega bene il rapporto fra i due protagonisti. Giuliano, cioè Giallini, attore romano di successo, prima in tv ora a teatro, interpreta Le relazioni pericolose pensate un po’, malato senza speranza di farcela, ha deciso di lasciarsi morire. Così ha chiamato il suo amico del cuore, Tommaso, Valerio Mastandrea, che vive in un paesino sperduto del Canada, in soccorso.

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    Tommaso arriverà e resterà con lui quattro giorni. Saranno i quattro giorni che noi seguiremo sullo schermo, e che dovrebbero definire i due personaggi, i loro rapporti d’amicizia, le ragioni di uno e dell’altro. Tutti gli altri interpreti, da Anna Ferzetti a Fabrizia Sacchi e Renato Scarpa, rimangono un po’ in ombra. Ma se Giallini riprende un po’ da Darin il tono di attore esuberante di successo anche nella malattia, Mastandrea, rispetto a Camara, gioca assolutamente in sottrazione.

     

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    Si limita, spesso, a guardare, sorridere, rispondere a cenni alle esuberanze dell’amico. Lo lascia del tutto libero di prendere la scena. In un gioco di vera amicizia, sia sulla scena che, penso, nella vita. Come se avesse deciso che, insomma, questo è un film da protagonista di Giallini. Ma non è che recitare sottotono, soprattutto per un attore romano, sia così facile, diciamolo.

     

    E il sottrarre di Mastandrea, alla fine, nel rapporto fra i due sulla scena, ha esattamente lo stesso peso del gassmaneggiare di Giallini. In questo gioco Pato serve esattamente da equilibrio fra i due, perché Giallini sa che, al di là delle parole e delle scene madri, alla fine dovrà lasciare a qualcuno il suo cane. Se il film originale, Truman, era un film di grandi attori, e Camara e Darin erano perfetti, anche Domani è un altro giorno è ancora un film costruito su due grandi attori, ma Giallini e Mastandrea portano in scena anche la loro amicizia. E questo, insomma, si sente. In sala da giovedì 28 febbraio.

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